Galleria virtuale di dipinti, disegni, sculture, fotografie e recensioni dell'artista Osvaldo Contenti
martedì 11 settembre 2012
Alla Biennale di Venezia il fascino del 3D parla di futuro
Se il terzo millennio simbolicamente rappresenta la terza età dello spirito, forse veramente siamo già entrati pienamente - e magari senza accorgercene - anche nella terza dimensione. Di questo e d’altro si è parlato alla 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. Si è svolto infatti il 7 settembre 2012, presso lo Spazio Luce-Cinecittà, l’evento “Le frontiere del 3D - le nuove tecnologie nella cultura e nei media” sotto l’egida della Commissione Europea, con il patrocinio istituzionale della rappresentanza in Italia.
L’apertura dell’incontro è stata riservata alla conferenza per la presentazione alla stampa del libro “3D Stereoscopico. Guida professionale per cinema, tv, new media” edito dalla FAG Edizioni e curato da Jordan River e Gianfranco Confessore. Il testo è in distribuzione nelle migliori librerie italiane ed è già molto apprezzato oltre che in ambito formativo e accademico anche in ambiente professionale, poiché come hanno sottolineato i maggiori rappresentanti del settore, al momento è l’unico libro completo che pone le fondamenta sull’argomento e in lingua italiana. Il testo infatti non mantiene in riserbo i segreti professionali del 3D stereovision, che pur essendo un fenomeno in continua evoluzione nel volume viene svelato senza mistero. Spesso infatti, come ha sottolineato anche Gianfranco Confessore durante la conferenza, ‘chi scrive non sa fare’, ma questa volta l’argomento è trattato da figure professionali che operano fattivamente nel settore da oltre dieci anni. È peraltro ormai una filosofia dello stesso editore FAG di Milano, che ricerca sempre attentamente gli autori nelle varie professioni con i contenuti raccolti direttamente sul campo.
Molti gli ospiti presenti al Meeting per parlare di 3D, fra cui il Presidente della Twentieth Century Fox Italia Osvaldo DE SANTIS che, in rappresentanza in Italia di una delle major Usa e tra le più importanti al mondo, ha voluto sottolineare che se da una parte a livello internazionale il fenomeno è sempre in continua espansione (non si poteva non citare il titolo in 3D e campione d’incassi “Avatar” di J. Cameron, prodotto appunto dalla sua major) dall’altra in Italia, soprattutto sul piano produttivo, tale sviluppo del settore viene visto con «falso scetticismo, poiché si tratta di tecniche e tecnologie che la maggioranza degli addetti ai lavori ancora non conosce». De Santis ha in tale contesto fatto presente che il 3D parte dalla sceneggiatura e che dev’essere vissuto prima come una forma espressiva e poi anche a livello commerciale. Importante anche l’intervento del Direttore del canale SKY 3D Italia Cosetta LAGANI, che ha sottolineato quanto il fenomeno sia sempre in forte espansione e che anche grazie a tale canale stereoscopico questo nuovo linguaggio di fruizione culturale può avere sempre più risvolti positivi. Quindi non solo le sale per proiettare in 3D, ma un canale interamente riservato al formato, il primo in Italia con il 100% di programmi in 3D che trasmette via etere, e che è sempre alla ricerca di nuovi contenuti in versione tridimensionale. Tra i relatori è intervenuta anche l’intraprendente produttrice cinematografica Manuela CACCIAMANI, AD di D2B, azienda leader in Italia nella grafica 3D, sottolineando come il 3D debba in qualche modo divenire «3T: Trama, Tradizione, Tecnologia». Articolato e interessante, altresì, l’intervento del Direttore Internazionale della SMPTE Society of Motion Picture and Television Engineers (ente internazionale che si occupa in particolare di standard degli audiovisivi) Angelo D’ALESSIO, che ha evidenziato l’importanza del libro ‘3D Stereoscopico’ che può essere molto utile anche da un punto di vista culturale. D’Alessio, da attento esperto di standard e formati, parlando di 3D e audiovisivo in generale, ha sottolineato infine quanto l’individuazione di standard qualitativi possa essere determinante nella resa finale di un’opera culturale audiovisiva dal suo concepimento sino alla fruizione finale, soffermandosi anche sull’importanza che riveste il suono in ambiente tridimensionale. A tal proposito durante l’apertura dei lavori lo stesso Jordan River, esperto di regia 3D e produzione stereoscopica, che sta recentemente seguendo da vicino anche alcuni progetti di ricerca del MIUR sulla Stereovisione 3D per conto della Delta Star Pictures, ha fatto presente come anche in ambito di ricerca scientifico-tecnologica stanno venendo fuori molte curiosità positive circa le implicazioni psicologiche di questa tecnica. Il regista ha sottolineato come occorra sfatare l’idea sbagliata che il 3D stanca la vista e il cervello: al contrario, se il 3D è curato magistralmente, questa è una tecnica che durante la visione rilassa anche la mente – si potrebbe definire un’operazione creativa di sinfonia della mente, poiché la mente agisce per archètipi. Occorre invece dire che il 3D sul piano professionale è ancora giovane e che il 99% delle opere prodotte in 3D sono scadenti, mal prodotte, spesso pensate e girate in 2D e poi convertite in stereoscopia. Ciò è dovuto a un problema di scolarizzazione sul tema. Non meno interessante, soprattutto per i professionisti del settore, la relazione esposta dal Consigliere della Regione Lazio On. Antonio PARIS – in molti, infatti, apprezzando la sensibilità e l’attenzione che il rappresentante della Regione Lazio riserva anche al settore dell’audiovisivo, a conclusione dell’incontro hanno voluto nominarlo ‘ambasciatore del cinema’. Paris ha ricordato l’importante legge quadro sull’audiovisivo che la Regione Lazio ha recentemente approvato in aula e che l’ente regionale ha messo a disposizione un fondo da 45 milioni di euro per il Cinema e l'Audiovisivo e l’intervento emendativo proprio sul 3D al quale Jordan River ha contribuito con la Regione Lazio. Lo stesso Jordan River ha sottolineato tuttavia, anche su indicazione di molti produttori con i quali collabora spesso, che i meccanismi ‘retroattivi’ di attuazione degli interventi regionali del Lazio per il cinema debbano guardare al futuro e non al passato, e quindi il riconoscimento dei finanziamenti dev’essere, così come avviene anche per tutti i bandi europei, approvato con tempi accettabili mediante apposito e formale decreto d’impegno per progetti meritevoli, e solo la rendicontazione finale deve riguardare la retroattività a saldo dell’intervento – un meccanismo sicuramente più democratico e a sostegno anche dei produttori meno tutelati. Paris ha rilevato durante il meeting la sua disponibilità ad intervenire riservando la dovuta premialità al 3D e quindi alle nuove tecnologie che sarà oggetto d’intervento anche nella programmazione del Centro regionale per il Cinema e l’Audiovisivo della Regione Lazio.
Durante l’incontro sono stati proiettati in anteprima spezzoni di alcuni recenti lavori in stereoscopia 3D, fra cui il documentario stereoscopico ‘Apollineum 3D’ diretto da Jordan River e girato a oltre 2000 metri di altezza sulle vette più alte del Parco Nazionale del Pollino (uno dei parchi più grandi d’Europa e ancora inesplorato) e alcuni spezzoni 3D inediti del film ‘Sacred Code 3D’ sempre diretto da Jordan River, progetto di fiction per cui è prevista anche la pubblicazione del romanzo di narrativa fantasy.
FONTE: Corbec Film -
- LINK
Sacred Code: http://www.sacrocodice.com/
venerdì 7 settembre 2012
AMBRA ANGIOLINI – Photo: Osvaldo Contenti
L'attrice Ambra Angiolini in un mio fotoritratto del 2011. / The actress Ambra Angiolini in a 2011 picture.
giovedì 6 settembre 2012
“Chat room Roberto Rossellini” di Renzo Rossellini e Osvaldo Contenti
Un'appassionata lettura del paesaggio mentale e artistico del pioniere del neorealismo e ispiratore della nouvelle vague. Dai ricordi del figlio emerge l'intimo romanzo della vita e lo spirito dei suoi progetti: una libera visione del mondo tra diffusione del sapere enciclopedico e vitale volontà di trasformazione.
Prefazione di Carlo Lizzani; postfazione di Vittorio Giacci.
Testimonianze inedite di: Marcella De Marchis Rossellini, Silvia D'Amico, Suso Cecchi D'Amico, Gillo Pontecorvo, Giuseppe Rotunno, Carlo Rustichelli, Enzo Verzini e Alessandro Curzi.
"Bisogna che l'educazione non sia più tenuta in conto di un tirocinio di durata limitata e introduttiva alla vita, bensì come una componente della vita stessa. Il mestiere che dobbiamo veramente imparare è il mestiere di uomo."
"Non ho mai voluto dimostrare niente, ho voluto soltanto osservare, guardare, obiettivamente, moralmente, alla realtà."
Roberto Rossellini
• Brossura: 160 pagine
• Prezzo: € 15.00
• Editore: Luca Sossella - Collana: Cosmopoli
"Chat room Roberto Rossellini" - sintesi recensioni e segnalazioni stampa:
Liberazione: "Un libro ricco di cinema e di umanità, di quelli che ti dicono cento volte più di un saggio "(Roberta Ronconi)
LA STAMPA: "...un libro esatto, amoroso e infinitamente simpatico che permette di discernere il vero dal falso "(Lietta Tornabuoni)
Radiocorriere TV: "...il libro Chat room Roberto Rossellini, scritto dal figlio Renzo con Osvaldo Contenti (Luca Sossella editore), ha la capacità di rendere il lettore l'attore principale, facendolo proprio "chattare" con il grande autore di Roma città aperta "(Caterina Eleuteri)
HappyWeb: "Chat room Roberto Rossellini (Sossella, 15 euro) - Storia della vita e del lavoro di Roberto Rossellini scritta in forma di chat: un dialogo elettronico illuminante "(Francesca Reboli)
Film Tv: "La verità su molti momenti cruciali dell'esperienza rosselliniana, i conflitti con i produttori e la diva di turno, la complessità e l'importanza della fase preparatoria del film, i rapporti, spesso ostici, con i critici, le sofferenze, i rifiuti, i film realizzati e i progetti evaporati, la creatività come processo maieutico raccontati in questa "stanza delle parole" ci avvicinano ancora di più a un maestro che si concedeva il lusso di un'unica nostalgia, quella per il futuro "(Enrico Magrelli)
Corriere della Sera: "Nella chat-room di Rossellini tutta l'opera del regista in un dialogo fra Roma e Los Angeles "(G. Gs.)
la Repubblica: "Sotto gli auspici del sindaco Veltroni e per iniziativa dell'Istituzione Roberto Rossellini, verranno presentati il libro "Chat room Roberto Rossellini" (Luca Sossella editore) frutto di una lunga corrispondenza telematica tra Renzo Rossellini e un giovane cinefilo romano, Osvaldo Contenti... "(Paolo D'Agostini)
Il Messaggero (intervista a Renzo Rossellini): "Come nasce "Chat room Roberto Rossellini"? - Da una corrispondenza via Internet, Los Angeles-Roma, tra me ed un critico romano, Osvaldo Contenti. L'idea era quella di ripercorrere idealmente la biografia di mio padre raccontando le tappe più importanti della sua carriera e della sua vita "(Leonardo Jattarelli)
l'Unità: "Una giornata per ricordare Roberto Rossellini a 25 anni dalla sua scomparsa. Appuntamento a Roma (ore 17,30) al Museo d'Arte Contemporanea (via Reggio Emilia). Per l'occasione sarà presentato il libro Chat room Roberto Rossellini del figlio Renzo Rossellini e Osvaldo Contenti... "(Alberto Crespi)
IL TEMPO: "Un libro nato come una normale comunicazione a distanza tra Roma e Los Angeles, che poi si è rivelato una grande fonte di informazione e di studio sulla vita e sull'opera del regista (...) "(Car. Ros.)
IL MATTINO: "...novità assoluta il libro scritto dal figlio Renzo insieme ad Osvaldo Contenti, Chat room Roberto Rossellini, edito da Luca Sossella"(Pasquale Iaccio).
mercoledì 5 settembre 2012
"Ragazza triste" disegno di Osvaldo Contenti
Ci sono sofferenze che scavano nella persona
come i buchi di un flauto,
e la voce dello spirito ne esce melodiosa.
Vitaliano Brancati
======== Con intensissima liricità, la poetessa Valeria Catania ha dedicato a questo disegno questi splendidi versi:
Luna fredda astrae ritrosia feconda/
Intermittenza adamantina illumina risacca cristallizzata/
Guizzo psichico cesella universi senza l'altro/---/
giovedì 26 aprile 2012
Al cinema: “Il castello nel cielo” di Hayao Miyazaki
Recensione di Osvaldo Contenti
Il film d’animazione Il castello nel cielo è l’ennesimo capolavoro del regista Hayao Miyazaki. Un autore celebrato a livello internazionale per la superlativa qualità delle sue pellicole, che tra le altre annoverano le pluripremiate La città incantata e Il castello errante di Howl.
La cui cifra poetica è costantemente incentrata sul concetto del volo come metafora di massima libertà individuale, sul sacrificio per il prossimo a base della rinascita del genere umano e sul richiamo un po’ mistico a miti e leggende del passato, dalle quali è possibile trarre insegnamenti (o moniti) che si dimostrano traducibili anche all’interno di società tecnologicamente avanzate…
>> L’articolo prosegue sul portale Pittura & dintorni alla pagina:
http://www.pitturaedintorni.it/artmovie.htm
lunedì 16 aprile 2012
Corso “L’arte del ritratto” – disegni degli allievi
Il corso “L’ARTE DEL RITRATTO”, tenutosi dal 12 Gennaio sino al 29 Marzo 2012, strutturato in dodici lezioni pomeridiane, di due ore ciascuna, svoltesi nell’aula di laboratorio della Scuola Secondaria di I grado “Sestio Menas” (appartenente all’I.C. “Viale dei Consoli, 16” di Roma, sotto il Dirigente Scolastico Dott.ssa Marilena Pera), mi ha visto impegnato come docente d’arte al fine di insegnare le tecniche-base del ritratto figurativo a degli allievi della Scuola Primaria Statale “Don Gioacchino Rey”, frequentanti le classi IV A e IV B, con gli ottimi risultati che è facile verificare nei raggruppamenti fotografici che vedete raccolti in questo post.
La notizia di questo corso è stata riportata anche nel sito ufficiale della Scuola “Don Gioacchino Rey”, grazie al Prof. Raffaele Crispino, che ringrazio per il fattivo interessamento.
“L’arte del ritratto” nel sito della Scuola “Don Gioacchino Rey”:
http://web.mclink.it/MM6975/vialedeiconsoli/page2.html
martedì 27 marzo 2012
Tesori di Roma (1) – Photo: Osvaldo Contenti
Li Tesori.
Ce ne so' ttanti de tesori, speciarmente drento Roma e in de la campagna romana, che a ppotelli scoprì ttutti ce sarebbe da diventà mmijonari.
La maggior parte de 'sti tesori da scoprì stanno scritti in certi libbri antichi antichi. Infatti, tanto tempo fa, un ingrese lesse in uno de 'sti libbri:
« Tra la vacca e 'r toro
Troverai un gran tesoro »
Lui se messe a ccercà ppe' tutta Roma, e ddefatti in d'una scurtura che sta ssotto a quel'archetto appoggiato a la cchiesa de San Giorgio in Velabbro, ce trovò scorpito, tra ll'antre cose, una vacca e un toro.
Fece fa un ber bucio tra quele du' bbestie, e cce trovò una pila tutta piena de monete d'oro. Difatti, si l'annate a vvede er bucio incora ce se trova.
(Giggi Zanazzo, 1860 – 1911)
*
Traduzione in italiano:
I Tesori.
Vi sono così tanti tesori, specialmente in Roma e nella campagna romana, che a poterli scoprire tutti si potrebbe diventare milionari.
La maggior parte di questi tesori da scoprire sono descritti in certi libri assai antichi.
Infatti, molto tempo fa un inglese lesse in uno di questi libri:
« Tra la vacca e il toro
Troverai un gran tesoro »
Egli si mise a cercare per tutta Roma, e difatti in una scultura situata sotto al piccolo arco che poggia contro la chiesa di San Giorgio in Velabro, trovò scolpiti, fra le altre cose, una vacca e un toro.
Fece scavare un bel buco fra quei due animali, e vi trovò una pentola piena di monete d'oro. Difatti, se l'andate a vedere, il buco si trova ancora lì.
lunedì 26 marzo 2012
Al Cinema: "THE LADY" di Luc Besson
PER LA LIBERTÀ DEL POPOLO BIRMANO
RECENSIONE DI OSVALDO CONTENTI
È soprattutto per merito di un’eccezionale Michelle Yeoh se “THE LADY”, di Luc Besson, assurge ad essere uno dei film più importanti degli anni duemila. Perché la bravissima attrice malese ha espresso un coinvolgimento totale nell’interpretare l’eroina del film (e dei nostri tempi) Aung San Suu Kyi, fondatrice della Lega Nazionale per la Democrazia, insignita del Nobel per la Pace nel 1991 e figura di spicco, per tutta la Birmania, di un movimento politico volto a ristabilire, tramite regolari elezioni, le regole fondamentali della democrazia, dei diritti umani e della libera circolazione delle idee e della parola, in un paese che invece da cinquant’anni è oppresso da una dittatura dispotica e sanguinaria.
Per cui, il film del regista francese, oltre ai suoi indubbi meriti artistici, che si traducono in un tono non documentaristico ma pulsante di vita, relativo alla vicenda umana e politica di Suu Kyi, dati gli ancora attuali e feroci contorni di una dittatura militare che vessa il popolo birmano con deportazioni, torture, stupri e omicidi, è chiaro che rappresenti non solo un significativo film da vedere, ma soprattutto un forte stimolo ad intraprendere azioni concrete, individuali e/o nazionali, atte a ripristinare la legalità in un paese retto da dei veri delinquenti in divisa militare, capaci di costringere Aung San Suu Kyi agli arresti domiciliari per dodici anni, semplicemente perché “rea” di aver stravinto le elezioni indette nel 1990, poi invalidate dal regime militare birmano.
Ed è per tale motivo, seguendo l’ottimo impulso dettato dallo straordinario film di Besson, che questa recensione, invece che proseguire nella disamina estetica della pellicola, stavolta si mette al servizio di una giusta causa, fornendo di seguito le piccole-grandi informazioni che possono permettere ai lettori di conoscere la realtà dei fatti, i canali per approfondirla e i link per appoggiare l’operato di Aung San Suu Kyi, un’eroina del terzo millennio che il politico britannico David Cameron ha definito: “Un modello per tutti coloro che credono nella libertà di parola, nella democrazia e nei diritti umani”...
>> L'ARTICOLO PROSEGUE SU PALCOWEB.NET ALL'INDIRIZZO:
http://www.palcoweb.net/Argomenti/2012/thelady/
venerdì 16 marzo 2012
Al Cinema: “Magnifica presenza” di Ferzan Ozpetek
Magnifica presenza: quando la finzione diventa realtà
Recensione di Osvaldo Contenti
Magnifica presenza è una commedia insolita per la cinematografia italiana, perché caratterizzata da forti atmosfere oniriche e qua e là da vivaci e divertenti accenti comici, che bilanciano perfettamente i momenti drammatici che troveremo insediati soprattutto nella seconda parte della pellicola. Quindi un film estremamente variegato, dove Ferzan Ozpetek (Mine vaganti, Un giorno perfetto, Saturno contro) conferma ancora una volta la sua vena di regista originale, libero dagli schemi e molto incline ad un cinema di recitazione, tanto da lambire quanto avviene su un palcoscenico teatrale…
>> l’articolo prosegue sul sito esserciweb.it all’indirizzo:
www.esserciweb.it/in-evidenza/magnifica-presenza-quando-la-finzione-diventa-realta/
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lunedì 12 marzo 2012
ELIO GERMANO – Photo: Osvaldo Contenti
L’attore Elio Germano intervistato dai giornalisti dopo la proiezione per la stampa del film “Magnifica presenza” di Ferzan Ozpetek.
venerdì 2 dicembre 2011
LUISA RANIERI e PAOLO GENOVESE – Photo: Osvaldo Contenti
L’attrice Luisa Ranieri e il regista Paolo Genovese in una mia foto del 2011. / The actress Luisa Ranieri and the director Paolo Genovese in a 2011 picture of mine.
giovedì 6 ottobre 2011
Al Cinema: “A DANGEROUS METHOD” di David Cronenberg
Psicanalisi e triangoli d’autore
Recensione di Osvaldo Contenti
Due curiosi triangoli paralleli sono alla base dell’interessante intreccio di “A DANGEROUS METHOD” di David Cronenberg (Videodrome, The Fly, Crash, A History of Violence, La promessa dell’assassino). Il primo è costituito dal libro di John Kerr “UN METODO MOLTO PERICOLOSO” (Frassinelli editore, titolo orig. “A Most Dangerous Method”) che ha ispirato l’adattamento teatrale di “The Talking Cure” (“La terapia delle parole”), andato in scena con gran successo al National Theatre di Londra dal 2003, che a sua volta ha fornito lo spunto per elaborare l’ottima sceneggiatura cinematografica realizzata dallo sceneggiatore Christopher Hampton, autore anche del testo della pièce. Il secondo triangolo, invece, è proprio quello raccontatoci dal film del regista canadese, cioè quello intervenuto tra Sigmund Freud, Carl Gustav Jung e Sabina Spielrein. In quanto la Spielrein, dal 1904, venne curata dal ventinovenne Jung, divenendo successivamente la sua amante. Il tutto mentre Jung si incontrava con Freud, o gli scriveva per lettera, anche a proposito della Spielrein, che una volta guarita, e laureatasi in psicologia, finì per influenzare con le sue tesi sia il padre della psicanalisi che l’”allievo”, poi antagonista, operante a Zurigo (…)
Giudizio: 4 su 5
L’ARTICOLO PROSEGUE SUL PORTALE PALCOSCENICO IN:
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venerdì 23 settembre 2011
Al Cinema: “L’ALBA DEL PIANETA DELLE SCIMMIE” di Rupert Wyatt
Il ritorno delle scimmie intelligenti
Recensione di Osvaldo Contenti
Con la prossima uscita nelle sale dell’attesissimo “L’ALBA DEL PIANETA DELLE SCIMMIE”, diretto da Rupert Wyatt (Prison Escape), salgono a sette i film ispirati al romanzo “La planète des singes” di Pierre Boulle. Una saga cinematografica iniziata nel lontano 1968 con il capostipite “Il pianeta delle scimmie”, con un indimenticabile Charlton Heston, a cui hanno fatto seguito, con alterna fortuna: “L’altra faccia del pianeta delle scimmie” del 1970, “Fuga dal pianeta delle scimmie” del 1971, “1999 – Conquista della Terra” del 1972, “Anno 2670 – Ultimo atto” del 1973 e “Planet of the Apes”, remake de “Il pianeta delle scimmie”, del 2001.
Quindi, a conti fatti, con il film di Wyatt sono ben quarantatrè anni che le scimmie intelligenti create da Boulle ci mettono di fronte ad inquietanti interrogativi sul futuro della nostra specie…
Giudizio: 3 su 5
L’ARTICOLO PROSEGUE SUL PORTALE D’ARTE PITTURA & DINTORNI IN:
pitturaedintorni.it
mercoledì 21 settembre 2011
Al Cinema: “THE EAGLE” di Kevin Macdonald
Il mistero della legione scomparsa
Recensione di Osvaldo Contenti
La leggenda legata alla sparizione di 5.000 soldati della Nona Legione romana, di stanza in Britannia, avvenuta nel II secolo d.C., è ancor oggi avvolta nel più fitto dei misteri. Ed è grazie alla scrittrice inglese Rosemary Sutcliff e al suo bestseller “LA LEGIONE SCOMPARSA” (edito in Italia da Mondadori, titolo orig. The Eagle of the Ninth) se già dal 1954, anno di uscita della prima edizione del libro, tale vicenda viene dibattuta non solo da insigni studiosi, ma soprattutto da uno stuolo di appassionati, con in testa i lettori scozzesi, convinti che i popoli delle highlands abbiano tenuto testa all’invasione e allo strapotere dell’Impero Romano proprio in virtù dell’eliminazione della Nona legione. Una sorta di orgoglio nazionale che in Scozia equivale al piccolo David che sconfigge il terrorizzante e insolente gigante Golia del noto episodio biblico.
Una convinzione sulla quale gli storici non concordano affatto, asserendo che la Nona potrebbe essere stata stanziata su altre campagne di guerra, forse addirittura in Medio Oriente. Anche se il ritrovamento di un’aquila romana rinvenuta nella citta di York, l’antica Eburacum, nell’Inghilterra settentrionale, e la costruzione del Vallo di Adriano, attuata proprio per contrastare le forti ribellioni dei popoli del Nord, porterebbero a pensare l’esatto contrario, cioè che effettivamente quei cinquemila soldati romani potrebbero aver subito un violentissimo attacco, o più imboscate, con relativa decimazione, da parte di forti tribù scozzesi, alleatesi per dare una sonora lezione all’invasore romano.
Sia come sia, il libro della Sutcliff, stampato in più di un milione di copie in tutto il mondo, con lo scorrere dei decenni è divenuto una sorta di emblema nazionale per tutta la Gran Bretagna. Una lettura che a suo tempo affascinò anche il produttore inglese Duncan Kenworthy e il regista scozzese Kevin Macdonald (L’ultimo re di Scozia, State of Play), che dopo varie traversie e una serie di inconciliabili impegni incrociati, alla fine, grazie all’ottimo apporto dello sceneggiatore Jeremy Brock, hanno trovato la quadra e il terzetto ideale per mettere in cantiere “THE EAGLE”, una libera trasposizione cinematografica del romanzo originale, con esiti più che soddisfacenti, anche in considerazione del fatto che la pellicola non ha avuto un alto budget produttivo come Kenworthy sperava di avere…
Giudizio: 4 su 5
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domenica 11 settembre 2011
National September 11 Memorial Museum
Descrizione Progetto
Il Memorial Museum sarà una struttura destinata ad attività culturali. Il progetto rappresenta una prudente reazione al carattere orizzontale del memoriale disegnato dalle due grandi vasche, che sorgeranno nelle immediate vicinanze. Il museo avrà il compito di offrire ai visitatori l’opportunità di ricordare quanto accaduto l’11 settembre 2001 e di riflettere sulle conseguenze della cancellazione del ricordo. Alcuni elementi evocheranno chiaramente le torri gemelle, altri ne saranno solo un’allusione. Il cuore della struttura si svilupperà attorno ad un grande atrio vetrato farà da ingresso al museo e che consentirà ai visitatori di guardare all’interno del museo. Qui troveranno spazio i due “tridenti” del World Trade Center. Si tratta delle colonne portanti di acciaio che fungevano da sostegno strutturale alle Torri Gemelle, rimaste in piedi anche dopo il crollo. Pochi giorni fa è stato portato a Ground Zero il primo dei due tridenti. Il secondo sarà posizionato nei prossimi giorni. La struttura dell’atrio sostiene il carico di una complessa rete di strutture collocate nel sottosuolo. Ne risulta una soluzione strutturale disegnata da elementi diagonali che conferisco all’edificio una insolita identità scultorea che compensa la verticalità delle vecchie colonne esposte nell’atrio. Il museo sarà rivestito in metallo (facciata e copertura), composto da un mosaico di più superfici riflettenti; reminiscenza della facciata delle torri del WTC. La riflessività cangiante della superficie darà maggiore visibilità anche alle vicine vasche del memoriale.
Architectural intentions
The Museum Pavilion is the primary structure above ground at the Memorial site, serving to guide foot traffic and to provide a visual point of reference within a large area surrounded by several high towers. Its low, horizontal form can be seen easily from all directions and provides a sense of intimacy in an otherwise capacious urban space. Its materials and gestures are designed to create a transitional architectural link between the urban surroundings and the Memorial grounds, similar to the unifying architectural features of many other parks and squares in Manhattan. A significant aspect of the Pavilion’s identity is formed around a large glazed atrium situated over the Museum’s Memorial Hall and near the center of the Memorial Plaza. The atrium allows visitors to see into the Museum where two large steel columns from the original World Trade Center buildings are on display. These columns, often referred to as “tridents” because of their trunk‐like split shapes, form a harmonious visual link to the surrounding shrub oak trees of the Memorial Plaza. As authentic structural elements recovered from the former towers, the two tridents placed side by side will create an immediate visual reference to the distinctive “gothic arch” motif of the Twin Towers and, in their re‐erection at the site, will convey strength, fortitude, resilience, survival, and hope. At night, the atrium lighting will provide a distinctive glowing lantern for the Memorial Plaza, helping to create an inviting and safe environment for evening visitors. The unique structural design of the atrium accommodates its asymmetrical loading atop a complex network of structures below the ground. The web‐like form of the structural solution has varying diagonal orientations providing an uncommon sculptural identity that complements the sheer verticality of the trident columns of the former World Trade Center towers on display in the atrium. The exterior of the building is clad primarily in metal that is composed of a simple striated mosaic of varying reflective surfaces, the subtle design of which is reminiscent of the façade of the former World Trade Center towers. Photographs and narratives of the original towers describe a linear pattern sometimes broken by the shadows of passing clouds or the changing patterns of the sun throughout the day and the seasons. These images allow for the often harshly described Twin Towers to be seen in a more nuanced light. Through the changing reflections of the new Pavilion’s exterior, the design rekindles a suggestion of this endearing and ephemeral character of the former towers.
FONTE: archiportale.com
venerdì 9 settembre 2011
FABRIZIO BENTIVOGLIO – Photo: Osvaldo Contenti
Il regista Fabrizio Bentivoglio, a Roma, in un mio fotoritratto del 2005. / The director Fabrizio Bentivoglio, in Rome, in a 2005 picture of mine.
martedì 6 settembre 2011
Art in the Forest – Photo: Osvaldo Contenti
La Foresta Incantata è un groviglio di foglie e di arbusti che tra luci ed ombre ti avvolge in un manto di arcani misteri, di sensazioni sopite dal tempo, di sospiri sospesi e di pensieri che non sospettavi nemmeno di avere. Ma che ora riaffiorano, sorprendenti, come un reperto d’arte scaturito dalla fitta foresta delle tue emozioni.
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Da quella miniera di amici chiamata Facebook, ecco scaturire una serie di preziosi commenti, misti a poesie di pregio, che vi invito a leggere con molta attenzione.
Fabyennee L Etoile
Bellissima......e bello quello che hai scritto, grazie mille per il pensiero :) un caro saluto e buona giornata :)
Araba Fenice
ci si perde a volte, a volte ci si ritrova, bellissimo OSVALDO, tutti noi dovremmo far una sosta, tra questi grovigli, lasciare ke tutte le nostre incertezze entrino come spine nei nostri cuori, sapremmo almeno uscirne, ----ops lo sapevo ci vedo poco e molto mi pungoooo
Gian Contardo Filemazio Colombari
L'incanto della Natura, scultrice di statue vive. L'incanto della Civiltà, autrice di tracce che faranno sognare i posteri. L'incanto dell'Arte, filosofia creativa che fa da ponte fra sogno e realtà. L'incanto delle emozioni, che sgorgano dall'anima e si adagiano come un velo sulla psiche, sostenendosi a quei bastioni insostituibili che sono la Natura e l'Arte.
Valeria Catania
INCANDESCENZE ILLIBATE MODULANO EBBREZZA SISMICA/ ATTRAVERSANO ANTROPOLOGICO GETTITO / BRIVIDO PENNELLA -------------- / DENTRO IL TRANSITO IMPLOSO GUIZZA IL MINIMALE CLONE AMBIGUO GEMMAZIONE D'IMMANE BELLEZZA/--/ P.S. SOSTANDO NELLA FORESTA ABORIGENA DEPURAI LAMIA ANIMA DAL SUPERFLUO INVESTITA DA SMASCHERANTE E SEMPLICE AUTENTICITA'------------------------/----/
Marianna Micheluzzi
Condivido l'onda d'emozioni che avvolge la persona!Bellissimo lavoro. Complimenti e grazie.
Liliana Verdolin
bellissima foto...bellissimo pensiero....come sempre del resto....osvaldo...
Francesco Era
La foresta incantata è dentro ognuno di noi.....scoprirla in un viaggio che parte dall'interno di se stessi per poi,interagendo con l'esterno, scoprire cose che non pensavi di avere, paure che svaniscono come nebbia al sole, finestre che si aprono a visioni da sogno. Osvaldo, per me, sei (passami il termine ) una bella finestra!!! Mi piace usare come prezzemolo, una frase che come monito, stava scritta all'ingresso di una famosa grotta a Delfi, la sua traduzione è: "Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l'universo e gli Dei".:-)))
Maria Grazia Della Pietra
Nel timido soffio del vento
al nuovo sorriso del sol
si scopre la valle dorata
incanto d'anima e cor.
Sentiero che ormai ti nascondi
rivela la via che fu
tra quercia castano ed abete
al nostro passo silente.
Odori sfumati nel senso
colori ormai senza età
tra resine ed erbe inebrianti,
tra ombra e verità
leggiadra visione di sogno
e di parallela realtà
trascendi l'umana coscienza
pacando il mio fiero ardore.
O spelnde in me la tua luce
nel suo riflesso pace ed amor
il verde intimo manto
e della roccia il grigio pudor
incanto e pura energia
ricolma d'antica saggezza
io canto la tua meraviglia,
divina e mistica essenza
incanto e vera magia,
tra neve rugiada e tempesta
il sogno unito a leggenda
lo spirito della foresta.
Ti amo madre natura,
o vita che data mi fu
o splendi scintilla infinita
tra il verde il grigio ed il blu
vi amo creature dei boschi
pulsanti di vita e ancor più
custodi d'astrali pensieri
che a noi si celano arcani.
O spelnde in me la tua luce
nel suo riflesso pace ed amor
il verde intimo manto
e della roccia il grigio pudor
incanto e pura energia
ricolma d'antica saggezza
io canto la tua meraviglia,
divina e mistica essenza
incanto e vera magia,
tra neve rugiada e tempesta
il sogno unito a leggenda
lo spirito della foresta.
Da : Lo spirito Della Foresta
Roberta Mabilia
Fantastico Osvaldo, più bello di un sogno, di un desiderio di un prodigio agognato...E' qui! E' vera. Una meraviglia. Grazie amico caro, un bacio.
Melina Gennuso
Veramente meravigliosa, caro Osvaldo, è come sentirsi parte di quella natura incantata! Grazie!
Mina Pensi
Osvaldo,che rifugio attraente e misterioso...! Cortine di verde ed intrecci di arbusti e rami...Su ogni foglia piccole perle di rugiada e rughe e pieghe celate in sacche di liane! Fiori nascosti diffondono fragranze di stelle cadute ed impigliate nei rovi....Folletti dispettosi ridono mostrando denti aguzzi e lingua appuntita...Ad ogni passo la fantasia libera le catene di un mondo opaco sempre uguale dai colori sbiaditi! C'è luce soffusa nella foresta, ma anche tende d'ombra gettate da un brezza birichina....L'arte sprigiona un vortice di immagini e suoni che stordiscono ed invitano a tentare la sorte misteriosa di un tempo fuori dal tempo....un tempo sognato...un tempo di frontiera!!! Belle suggestioni suggerisce il tuo misterioso dipinto,carico di emozioni...Grazie,Osvaldo.
giovedì 1 settembre 2011
“Separè” di Osvaldo Contenti
Con tutti i locali open space e soprattutto i loft, che adesso vanno tanto di moda, la funzione di un divisorio temporaneo potrebbe tornare in auge per delimitare, proprio in quelle vaste superfici abitative senza mura, una zona privata demarcata da quelle delicate “pareti mobili” chiamate separè. Che dalla loro, a mio avviso, darebbero anche un tocco di vivacità e di romanticismo in più rispetto agli elementi di arredo, fin troppo minimalisti, che tutti possiamo osservare in versioni sempre più fredde e razionaliste. Così m’è venuto in mente di disegnare un separè molto intrigante, dai colori talmente vivaci tanto da “riscaldare” anche gli ambienti più gelidi.
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Su facebook, il poeta e mio carissimo amico Gian Contardo Colombari, che ringrazio, ha dedicato i seguenti, splendidi versi a "Separè":
Erotismo velato dall'ombra, / fatta di colori e di pasta di vetro: / ma è illuminante penombra, / che disvela ciò che si cela dietro. / La figura annuncia l'amore, / sesso libero eppur discreto, / vissuto senza falso pudore, / con disio appagato e lieto.
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Rivolgo i miei sentiti ringraziamenti anche alla poetessa Valeria Catania, che proprio su questo blog ha dedicato a "Separè" la bellissima lirica che segue:
Bucando la luce latita l'inespresso svestendo verità/ Oltre l'io lucida follia compatta desio del Sè foce d'immagini variegate/ Groviglio neuronale alimenta viva sensorialità/---/
domenica 31 luglio 2011
MIKE NEWELL – Photo: Osvaldo Contenti
Il regista Mike Newell, a Roma, in un mio fotoritratto del 2007. / The director Mike Newell, in Rome, in a 2007 picture of mine.
sabato 30 luglio 2011
In libreria:“La culla” di Francesco Maria Tipaldi
Recensione di Osvaldo Contenti
Non c'è poeta più radicalmente lunare di Francesco Maria Tipaldi. Poiché la sua notte profonda ha origine da dove Tutto ha origine: l'oscurità del grembo materno. Ed è da quella notte uterina, fatta di carne e sangue, che il poeta trae spunto (forse, memoria) per cantare le sue lodi alla vita e alla non vita.
"Siamo uomini non morti (o morti solo per metà) tra le favole senza morale...", scrive, infatti, l'autore nei suoi Vespri. Rammentandosi e rammentandoci quel poco che siamo: chimica sospesa tra l'essere e il divenire, grazie a una Dea Madre che però più nessuno idolatra.
Invece, Francesco Maria ricorda ed è grato alla Dea. Concependo, egli stesso, la sua avventura umana come quella di un argonauta sbarcato in un mondo extravaginale.
Un mondo strano. A dir poco. Fatto di sangue, ma anche di pummarole, di letame e di tenere lattughe, di sputi e di sorrisi. Dove del vello d'oro non v'è traccia alcuna, se non nelle pagliuzze dorate immerse negli occhi forse dormienti di una musa.
Quest'argonauta, quindi, è qui ad esplorare e a esplorarci. Noi, anime spesso urlanti, in un bizzarro e nervoso pianeta-caffettiera.
E facciamoci dunque esplorare, dico io! Leggendone il resoconto in questo "taccuino di viaggio", con licenza poetica, intitolato "La culla".
Un libriccino da leggere, con amore, possibilmente di notte. O, comunque, a partire dall'imbrunire. Se lo farete, mi ringrazierete. Perché solo fra le tenebre distinguerete tutte le sue luci. Quelle racchiuse nel profumo delle ammine, nelle nuvole d'incenso o nei fumi di cotone.
Cosa dite...? Ma viste quelle luci? Ragione di più per scoprirle assieme a Francesco Maria! Buona lettura!
Conosciamo l’autore
Francesco Maria Tipaldi nasce a Nocera Inferiore (SA) il 29 marzo 1986. Sue poesie hanno ricevuto riconoscimenti a premi e risultano inserite in antologie. "La culla" è la sua opera prima.
In rete
“La culla” LietoColle editore
venerdì 29 luglio 2011
STEFANIA ROCCA – Photo: Osvaldo Contenti
L’attrice Stefania Rocca in un mio fotoritratto del 2005. / The actress Stefania Rocca in a 2005 picture of mine.
mercoledì 27 luglio 2011
“ANNI ’70” di Osvaldo Contenti
Non so che cosa ci avesse preso in quegli anni. Certo gli stimoli di una società in forte stravolgimento non ci mancavano davvero. Perché attorno a noi stava cambiando tutto: dai sommovimenti studenteschi all’uomo sulla luna, dalla musica rock alla pop-art, da Che Guevara a Herbert Marcuse, era tutto un fiorire di nuovi concetti e stili di vita, che specialmente per noi studenti del liceo artistico rappresentavano una sorta di manna dal cielo per le nostre attività inerenti agli studi o alle esperienze artistiche extracurricolari. Infatti, appena usciti dai cancelli del liceo, dagli zaini uscivano fuori coloratissime magliette realizzate in batik, collanine, anelli e bracciali di impronta “neoinduista”, poster legati a vari gruppi musicali e manufatti in legno colorato ispirati all’arte africana. Io invece avevo trovato un altro modo per trarre profitto dall’arte. Appena uscito da scuola raggiungevo di volata la Basilica di San Pietro e una volta all’interno mi disponevo dinanzi alla Pietà di Michelangelo, dove in circa mezz’ora realizzavo tre copie del capolavoro michelangiolesco (ripreso da varie angolazioni e disegnato con matita sanguigna) che poi, fuori dalla basilica, vendevo a dei turisti sempre molto ben disposti ad acquistare generosamente dei disegni originali riferiti all’insigne opera del Buonarroti. Insomma, in un modo o nell’altro, i colori e la vivacità di quei prodigiosi anni ’70 finivano per riversarsi sulle nostre vite e in senso lato sui nostri volti, come simbolicamente ho cercato di rappresentare attorno e sul viso del ragazzo raffigurato nell’opera che vedete in questo post.
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Di seguito, assieme ad una strepitosa poesia di Valeria Catania, vi invito alla lettura di una serie di illuminanti commenti, indirizzatimi su facebook, che molto meglio di me hanno sottolineato il senso e la sostanza di quegli indimenticabili anni '70.
"Anni '70"
Visualizzazioni irrompono affollando dissolvenze/
Gorghi caotici occasionali alimentano insaziabile sentire/
Riflessi/ soglia districano l’illimitato adagiandosi sulla soglia dell’essere altrove/
Infinitesima capienza muove l’universo/
Odoroso =A=more/---/
p.s. saluti dal luogo dove il silenzio fertile regna sovrano/---/
Valeria Catania
Marianna Micheluzzi
Dici cose verissime! Tanti sogni e tanta voglia di fare in quegli anni ! I migliori anni della nostra vita: impegno sociale, politico e culturale in senso stretto.Grazie.
Adele Parrillo
...Osvaldo...il Batik...l'insegnante di disegno e storia dell'arte ci insegnò a farlo... :-)
Alberto Barra Detto Capogiallo
Son grandi tematiche queste...le collane e l'oriente e l'africa ...a portata di mano...i quadri come grilli parlanti messi a tacere spesso dalla stupidità ideologica del potere...noi non siamo potere...nessun intellettuale vero e puro può esserlo veramente!...
Roberta Mabilia
E dici bene caro Osvaldo Contenti, perchè facendo parte integrante di quei bellissimi anni, confermo e ribadisco che quello che ci prendeva era dettato da una forte motivazione e determinazione, in quanto tutto ciò che posseggo oggi è dovuto al fatto che me lo sono sudato conquistato e guadagnato, con spirito d'iniziativa ed intraprendenza come hai fatto tu con i tuoi disegni all'uscita della Basilica. "Piccolo imprenditore di te stesso, idea, messa in pratica e guadagno meritato". Avevi i colori nella tua indole... Ciao amico caro, buona giornata.
Angela Ragusa
Ricordo quegli anni...sai anch' io volevo fare il liceo artistico ma poi decisi per il classico...quei ragazzi dai lunghi capelli ,così colorati,così avanguardisti spaventarono i miei genitori che mi convinsero per l'altro liceo....Anche se in una città piccola come Siracusa si viveva questo fiorire di nuovi stili mentre proliferavano tutti quei negozi di stile orientale dalle infinite collanine colorate,dai laccetti di pelle all'avorio, dalle borse di stoffa alle sacche all' uncinetto e a quelle sempre di pelle cucite a mano....e quante fragranze di profumi....patchiulli, incenso, sandalo...concentrati in quelle minuscole boccette....e chi dimentica...e tu con il tuo dipinto ci porti ulteriormente alla memoria quegli anni tracciando il volto di un giovane che potrebbe essere il tuo e i suoi lunghi capelli segno di anticonformismo e libertà....(sai i miei figli sono così...portano i capelli lunghi) e poi i tanti colori che sovrastano dallo sfondo....quei colori vivaci che sono simbolo di ogni bella gioventù.
Liliana Verdolin
molto gradevole...
Araba Fenice
Spesso mi kiedo, siamo cosi radicati e impregnati dei colori del nostro tempo ke nn saprei se li scambiassimo con le altre generazioni.....ma sicuramente ci danno la possibilita' di aggiungere nuovi colori.....affinke questa nostra tavolozza, sia sempre piu' riccca delle piu svariate sfumature...............♥
Alberto Barra Detto Capogiallo
La creatività vera .... forse è questa la vera trasgressione...i colori che paiono i soliti...poi diventano insoliti....ed allora nascono le opere d'arte...
Katia Pessolano
Che tristezza invece aver vissuto i vuoti anni '80! Gli anni in cui venivano addormentate le coscienze, l'energia e il potenziale creativo dei giovani attraverso il drive in e altre droghe ugualmente efficaci...gli anni che hanno visto morire gli ultimi veri grandi artisti del 900 come il magico Chagall e Picasso, come John lennon!Bravo Osvaldo a ricordare i ferventi anni 70 anche a noi che non li abbiamo vissuti, anche attraverso l'immagine e i colori del tuo lavoro!
Salvina Alba
Bello il tuo quadro! Quei colori sul viso e tutto intorno rendono bene l'idea dei "figli dei fiori", epiteto di cui ci fregiavamo con orgoglio, figli della pace e dell'amore che volevano cambiare il mondo... e in parte ci siamo riusciti!
Celestina Romito
I messaggi liberatori dei giovani contestatori del ‘68 passavano attraverso le forme creative e trasgressive dell'abbigliamento, cariche di richiami simbolici interculturali e pacifisti ...e si avvalevano della capacità aggregante della musica con i suggestivi concerti di Bob Dylan... nelle sue canzoni la rabbia e la poesia di una nuova visione del mondo che dette spazio e forza ad un grandissimo impegno civile... dei giovani attivisti ferventemente impegnati nella campagna contro il disarmo nucleare, a favore dei diritti civili delle minoranze etniche e della difesa dell'ambiente... furono gli anni in cui i giovani furono i protagonisti del cambiamento... gli anni del movimento studentesco... .che ci ha visti impegnati con l'occupazione delle università... ricordi incancellabili... ero al secondo anno del corso di pedagogia presso l'università di Bari...
Melina Gennuso
Ero a Torino, la mia adolescenza, le passeggiate sotto i portici di via Po, le manganellate in testa a carnevale da parte dei ragazzini impertinenti ehehhehe, i 45 giri nel giradischi, le gite al fiume e la spensieratezza dei miei anni...vorrei tornare lì, a quella età...Bello il tuo dipinto, Osvaldo, erano gli anni dei capelli al vento anche per i ragazzi, verso gli anni 80...grazie!
Francesco Era
I bei commenti hanno ben definito la magia di quegli anni. Mi ha incuriosito una frase del tuo racconto, "Io invece avevo trovato un altro modo....." Mi piace questo essere parte di un fiume in piena ma allo stesso tempo seguire una propria rotta come se sentissi un richiamo per qualcosa che avevi dentro...l'arte, la tua anima lo dimostra. Grazie Osvaldo un abbraccio ciao :-)))
Eliane Micheluzzi
Les années 70 représentaient pour moi et d'autres, des années formidables où tout était possible dans tous les domaines, il y avait de l'espoir pour tous les jeunes, qu'en reste t'il aujourd'hui ? la jeunesse est désespérée, les plus diplômés, les jeunes artistes et comédiens, les musiciens, les peintres, comme il est difficile pour tous de vivre leur passion, difficile société que la notre aujourd'hui...merci cher Osvaldo, tu es toi un artiste avec certainement des moments difficiles malgré ton talent...cependant je te souhaite le plus grande succès possible tu le mérites assurément...amitiés de ton amie française....Eliane
Roberta Mabilia
Che bella l'ultima citazione che hai postato alla fine: (Infinitesima capienza muove l'universo...) Sai Osvaldo, quando noi ragazze ci vestivamo di sgargianti colori, e sulle guance ci disegnavamo i fiori...Ecco, mi sono venuti in mente gli hippie e i figli dei fiori...I colori li avevamo dentro l'anima. Ciao e grazie a te.
Mina Pensi
Gli anni '70....La libertà di vivere,di creare,di amare,di pensare e di fare...!Come in ogni ventata di rinnovamento, c'è la forza e la scoperta delle proprie passioni e soprattutto la magia di trasgredire per gustare le conseguenze di idee e pensieri...La gioia e talvolta la rabbia di "mostrare" per lasciare segni tangibili dell'essenza e dell'esistenza...Parole e parole ,tracciati di idee per impostare un nuovo umanesimo...Creare,discutere,progettare,realizzare,immaginare,sognare...Grande fervore,amore per l'esistenza ovunque e con chiunque...Esaltante,e come tale, rischiosa e pericolosa,nel senso che l'ubriacatura ,qualunque essa sia ,porta a non riconoscere i limiti della realtà oltre i quali non andare...Se lo spirito di rinnovamento non è coniugato ad una stabile e chiara visione degli obiettivi, conduce al caos ed alla tragedia...L'animo vivace della gioventù intesa come primizia necessita di una dose, anche se minima, di maturità interpretativa...!Fiori,colori,disegni,profumi di mondi lontani aprivano gli orizzonti,spalancavano gli sguardi su altre dimensioni...si volava,si sognava!!!!Nel profilo del tuo giovane c'è tutta la simbologia di quegli anni!nonostante le esagerazioni,sono stati tempi memorabili! Al confronto con i giovani d'oggi,mortificati ed inibiti,i giovani di allora ne escono vincitori....Grazie,Osvaldo,per gli spunti di riflessione che ci proponi e per la tua bravura!
:::::::
...e, dulcis in fundo, un'altra splendida testimonianza-poesia di Valeria Catania:
Nascevo negli anni ’70 solo più tardi =studiai= le vite dei figli dei fiori / alcune artefatte altre intense/ autentiche/ vive/
Scrutavo/ ascoltando il battito del mio cuore / sentendo a pelle vibrazioni infinitesimali strutturate / La vera rivoluzione di tante monadi infuocate era quella di riuscire a conglobare un’infinitesima capienza che muoveva l’universo /
Alcuni dei loro passi erano mossi da un Odoroso Amore/----/
Un grazie Vivo / ai lindi ricami dell'artista Osvaldo Contenti /---/
Valeria Catania
martedì 26 luglio 2011
Film in Blu-Ray: “LIVE! – Ascolti record al primo colpo” di Bill Guttentag
La morte in diretta Tv
Recensione di Osvaldo Contenti
Alla disperata ricerca di aumentare lo share e gli annessi introiti pubblicitari, la dirigente di un’emittente televisiva, Katy Courbet (Eva Mendes), concepisce un reality in cui il “gioco” della roulette russa decreterà la morte di uno dei concorrenti.
Una morte agghiacciante in diretta tv, che “LIVE! ASCOLTI RECORD AL PRIMO COLPO”, a firma del regista Bill Guttentag, ci propone con un chiaro intento paradossale e provocatorio. Non tanto per ventilare l’ipotesi che ciò possa realmente accadere, ma per avvertirci sui rischi della spettacolarizzazione del dolore che alcuni reality stanno effettivamente correndo, veicolando al pubblico televisivo dei format altamente morbosi, in cui è prevista l’umiliazione pubblica di uno o più partecipanti al programma, per una sorta di un’aberrante gogna mediatica che deve farci riflettere.
Sul piano strettamente formale, invece, va detto che Guttentag (premio Oscar 2003 per il documentario “Twin Towers”) ha risolto con grande inventiva il problema-cardine di questo film girato prevalentemente in interni: riuscire a svincolare gli spettatori da quel senso di claustrofobia che un set sviluppato quasi sempre tra quattro mura porta inevitabilmente con sé.
Una sorta di quadratura del cerchio che il regista ha risolto brillantemente, inframezzando l’uso normale dell’mdp a sequenze girate con handycam, a profili documentaristici dei vari concorrenti del reality, con stacchi televisivi girati in diretta o nel backstage del programma, e persino con immagini rubate da una videocamera poggiata su una scrivania.
Un lavoro di fine cesello di riprese che permette al film di portarci al momento clou della pellicola, quando i concorrenti del reality sfideranno la morte in diretta Tv. Il che porterà ad un controfinale a sorpresa, stile “giustizia divina”, che non va svelato per ovvi motivi.
Il tutto ben pilotato da una statuaria Eva Mendes, che giocando a interpretare una sexy e stronzissima manager senza scrupoli, riesce nell’intento di farcela odiare dal primo all’ultimo minuto del film. In una pellicola assolutamente originale, che non mancherà di far discutere sia i detrattori che i fans dei tanti reality Made in Italy.
Giudizio: 3/5
Curiosità in conferenza stampa
A Roma, durante la conferenza stampa di “LIVE!”, svoltasi nell’elegantissimo roof Ailanto del Marriott Grand Hotel Flora di Via Veneto, quando ho chiesto a Eva Mendes di dirmi se nel film fosse da considerarsi peggiore la figura della manager da lei interpretata o il pubblico che ne seguiva il programma, l’attrice cubano-americana mi ha replicato che “è proprio l’interrogativo da porsi vedendo il film”, glissando un quesito che ora rilancio a chi sta leggendo questa recensione.
giovedì 21 luglio 2011
PINO DANIELE – Photo: Osvaldo Contenti
Il musicista e cantante Pino Daniele in una mia foto del 1989. / The musician and singer Pino Daniele in a 1989 picture of mine.
mercoledì 20 luglio 2011
Italian Dream N. 2 – Photo: Osvaldo Contenti
Elaborazione computer grafica dell’angelo “Vulnerasti cor meum - Hai trafitto il mio cuore” di Ponte S. Angelo a Roma. / Generated computer graphics angel "Vulnerasti cor meum - You have pierced my heart" of Ponte S. Angelo in Rome.
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La poetessa Valeria Catania ha omaggiato la foto di questo post con la seguente, splendida poesia:
Cadenzate geometrie accolgono l'inospitale accendendo vociare in controluce/
Timbrica verticale spalanca corolle crescenza senza filtro/
Percezione sfrangia l'ortogonale/---/
martedì 19 luglio 2011
In Blu-Ray + DVD: “PLANET 51” di Jorge Blanco e Javier Abad
Gli alieni siamo noi!
Recensione di Osvaldo Contenti
La sceneggiatura di questa pellicola d’animazione, realizzata da Joel Stillman, il creatore dell’orco Shrek, risulta subito estremamente godibile. Perché da un’idea di base a dir poco brillante, quella dell’invasore “alieno” rappresentato dall’astronauta terrestre Charles “Chuck” Baker che sbarca fra gli atterriti abitanti di Planet 51, la storia si dipana nelle logiche e divertenti conseguenze di un punto di vista piacevolmente rovesciato, in cui è la nostra razza a costituire una minaccia spaziale e non il contrario, come quasi sempre abbiamo riscontrato in vari film di fantascienza vecchi e nuovi.
Da questo intelligente e intrigante ribaltamento di prospettiva, “Planet 51”, ben diretto da Jorge Blanco e dal co-regista Javier Abad, distribuito in Italia da Moviemax, si sviluppa un ottimo plot che fa ragionare sul concetto di diversità, dell’altro da noi, che per una volta diviene un’etichetta appiccicata addosso alla nostra specie, quella dei temibili “HUMANIACS”, cosa che risulterà davvero poco piacevole per l’unico protagonista umano di questa bellissimo film.
Bellissimo, com’è ovvio, anche grazie ad un nutrito bagaglio computer grafico di vera eccellenza, che gli artisti e i programmatori degli Illion Animation Studios hanno messo in atto in virtù di 200 workstation grafiche della Hewlett Packard, per 56.000 Gigabyte di memoria BluArc e 2500 processori Blade e 1U.
Un lavoro immane per “planetizzare”, secondo il neologismo coniato dai creativi degli Illion Studios, un Pianeta 51 costituito essenzialmente da tre forme base: cerchi, sfere e dischi. Basandosi altresì su un’ambientazione stile anni ’50, su alcuni elementi ovali ripresi dall’Art Deco e sull’Architettura Googie, un design di stampo futuristico molto in voga tra gli anni ’50 e ’60.
Questo anche parodiando o richiamandosi in diverse scene a dei classici della fantascienza, come “Ultimatum alla Terra”, “La guerra dei mondi”, “Cocoon”, o a certi B-Movies, per il film nel film “HUMANIACS II”, e infine allo stracult “Alien”, con un divertentissimo e geniale Alien Dog che quando fa il suo bisognino sparge un temibile acido come il mostro ideato dall’artista surrealista Hans Rudolf Giger.
Il tutto per una pellicola non solo di gran pregio artistico, ma che grazie al doppio binario di una lettura adulta (i richiami ai classici di fantascienza e non solo), abbinata a quella umoristico-educativa indirizzata ai più piccoli, riesce a divertire e far ragionare proprio tutti. Con l’inedito effetto, all’uscita dalla sala, di portare ogni diversa categoria di spettatore a commenti dotti o divertiti indirizzati allo stesso film, magari relativi a quel tal riferimento ad Isaac Newton o all’acida pipì dell’Alien Dog. Un piccolo miracolo di sintesi di visuali tra loro diversissime, che testimonia dell’ottimo lavoro svolto dal team degli Illion Studios.
Giudizio: 3/5
Sito Ufficiale del film
http://www.sonypictures.com/movies/planet51/
N.B. Articolo pubblicato sul Portale d’arte Pittura & dintorni alla pagina:
pitturaedintorni.it
domenica 17 luglio 2011
CURTIS HANSON – Photo: Osvaldo Contenti
Il regista Curtis Hanson, a Roma, in un mio fotoritratto del 2005. / The director Curtis Hanson, in Rome, in a 2005 picture of mine.
sabato 16 luglio 2011
Italian Dream N. 1 – Photo: Osvaldo Contenti
Giornata uggiosa, spalancata su un sogno ad occhi aperti. / Gloomy day, wide open on a daydream.
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Di seguito potete leggere l'intrigante omaggio poetico di Valeria Catania, che ringrazio, dedicato alla foto pubblicata in questo post:
E dopo l'ulteriore controverso l'alternativa dilaga accendendo quadrature potenziali/ L'attimo stravagante rimbalza contrappunto ramato/ accende logica verticale trasparenza in nuove differenze/calvaca nuovi ossigenanti risvegli/---/
venerdì 15 luglio 2011
La Cappella Sistina in 3D
Nel sito del Vaticano è posssibile effettuare una visita virtuale della Cappella Sistina visionando gli affreschi in essa contenuti con il semplice utilizzo del mouse, panoramicando a 360° in ogni zona della sala e zoomando ogni particolare con un’ottima risoluzione finale dei dettagli.
LINK:
VISITA VIRTUALE 3D
STORIA DELLA CAPPELLA SISTINA
giovedì 14 luglio 2011
Film in DVD: "La ragazza con l'orecchino di perla" di Peter Webber
Le magiche luci di Vermeer in uno splendido film
Recensione di Osvaldo Contenti
Si sa davvero poco del pittore olandese Jan Vermeer (Delft, 1632-75). Ma, paradossalmente, proprio il mistero che aleggia attorno a questo grande maestro ha fatto sì che il film che lo vede protagonista, "La ragazza con l'orecchino di perla" (tiolo orig. Girl with a Pearl Earring) diretto da Peter Webber, risulti intenso e madido di certe impalpabili ma vibranti atmosfere che molto difficilmente sarebbero affiorate da una maggiore conoscenza biografica dell'artista. Uno dei rari casi, insomma, in cui l'inconoscibile diviene ricca fonte di ispirazione. Un'ispirazione che in questo caso non poteva che rifarsi all'opera stessa dell'artista. Al suo mondo di luci radenti, di toni caldi e freddi che, assieme, si colgono e si raccolgono entro immagini di vita quotidiana e borghese, le quali probabilmente sono state il fulcro non solo artistico di un pittore poco incline ad allontanarsi dalle mura di casa.
Tali atmosfere sono state perfettamente recepite, prima che dal film, dall'omonimo romanzo di Tracy Chevalier (edito in Italia dalla casa editrice Neri Pozza) che Webber ha certo preso a prestito per il suo film, ma dal quale si è discostato sia per la parte iniziale che per quella finale, raccogliendone "…il senso e lo spirito", come egli stesso ha voluto precisare durante la conferenza stampa che ha presentato la pellicola.
Durante questo incontro, svoltosi a Roma nella prestigiosa sede dell'Associazione Civita, proprio a Webber ho chiesto di spiegarmi come avessero fatto lui e il Direttore della Fotografia, Eduardo Serra, a ricreare, con un perfezionismo tecnico davvero degno di quello di Vermeer, l'illuminazione, le fonti di luce e il "calore" di certi ambienti propri dei dipinti dell'artista olandese.
"La soluzione a questo notevole problema" ha risposto Peter Webber "è venuta dapprima sfogliando una quantità di libri d'arte, dove sia io che il Direttore della Fotografia abbiamo cercato di ricavare i toni di illuminazione naturale che potevano caratterizzare l'interno di certi edifici del XVII secolo. Poi, Eduardo Serra ha avuto l'ottima idea di ricreare quel tipo di illuminazione non solo in un settore, ma in interi interni nei quali gli attori si sarebbero potuti spostare con molta libertà. In tal modo, ovunque collocassi l'mdp potevo cogliere un angolo luce ottimale che tutti hanno riconosciuto essere molto simile alle atmosfere delle pitture di Vermeer". Una grandissima attenzione al piano fotografico che potrebbe portare alla logica consacrazione di un Oscar, di cui però sarebbero ugualmente meritevoli il settore della Scenografia, curata nei minimi dettagli da Ben van Os, il settore Costumi di Dien van Straalen e le meravigliose Musiche di Alexandre Desplat.
Dulcis in fundo, non rimane che parlare delle splendide interpretazioni degli attori principali del film, cioè di uno strepitoso Colin Firth nella parte di Vermeer e della graziosa e convincente Scarlett Johansson nella parte di Griet, la servetta del pittore che poi diviene modella e "complice" del maestro.
Firth è bravissimo nel "…soffondere di mistero la figura dell'artista", come ha affermato egli stesso alla conferenza stampa. Così facendo, l'attore non solo tiene fede alle fonti incerte che marcano la biografia di Vermeer, ma aggiunge al personaggio quel carisma che poi ritroviamo nelle sue opere e nello charme che egli trasmette alla giovane Griet, a cui la Johansson dona con molta maestria un'aurea di sottomissione mista ad intelligenza, di candore e di lieve passione, coronando con la propria effigie uno dei più bei film ispirati al mondo dell'Arte.
Giudizio: 4/5
In rete
Sito Ufficiale del film
Il libro di Tracy Chevalier
N.B. Articolo pubblicato sul Portale d’arte Pittura & dintorni alla pagina:
pitturaedintorni.it
martedì 12 luglio 2011
CHRIS EVANS – Photo: Osvaldo Contenti
L’attore Chris Evans, a Roma, in un mio fotoritratto del 2007. / The actor Chris Evans, in Rome, in a 2007 picture of mine.
venerdì 8 luglio 2011
"GRAFICA SCULTOREA" di Osvaldo Contenti
I momenti in cui si passa dal progetto grafico di una scultura alla realizzazione tridimensionale di quest’ultima sono i più esaltanti per un artista. Perché a tutti, una volta o l’altra, è venuto in mente di porre in sospensione i due processi creativi, cercando addirittura di creare un’impossibile fusione tra le due fasi artistiche, per far coesistere, in una stessa opera, il disegno e la sua espressione a tuttotondo. Ma è davvero irrealizzabile una scultura che contenga in se il disegno che l’ha ispirata? Quando mi sono posto quest’interrogativo l’ho subito giudicato inapplicabile, una delle mie tante fantasie destinate a rimanere pura teoria. Ma poi mi sono tornati in mente i “Prigioni” di Michelangelo Buonarroti e la loro presunta “volontà” indirizzata al volersi “liberare” a tutti i costi dalla pietra che li teneva imprigionati. Un concetto che, in senso lato, potevo sfruttare per dare vita all’idea di una “grafica scultorea” che rispondesse, almeno in parte, all’interrogativo di cui sopra. Il risultato di tutto questo pensare è l’opera che vedete riprodotta in questo post.
Il risultato di tutto questo pensare è l’opera sperimentale che vedete riprodotta in questa nota, che ora sottopongo al vostro giudizio critico.
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"Una sorta di idolo vibrante in cui la grafica sembra sottolineare la chiusura, l’alterità dell’espressione rispetto alla comune vita reale"
Teresa De Salvatore
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L’inteso pregresso vortica dipanando scelte d’irrisolto/ Morfeo scuote scollando perifrasi enzimatica/ Il tutto ed il nulla dissolvono fugacità ombrosa/ Risveglio di nuova vita vera/
Brivido-----------------/---/
Buon tutto Maestro dell'Oltre
Valeria Catania
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Ed ecco di seguito altri interessantissimi commenti critici, a volte favorevoli e a volte no, indirizzati a "GRAFICA SCULTOREA" da parte di alcuni carissimi amici di facebook:
Alessio Patti
Oggi con la grafica virtuale possiamo fare di tutto, anche rispondere al tuo quesito. L'immagine che tu pubblichi è bidimensionale, e sembra essere stata trattata con CorelDraw nel tipico effetto plastic... Interessante quest'opera come tutte le tue espressioni artistiche. Ogni tanto mi piacerebbe sapere cosa ne pensi tu invece delle mie scritture e video artistici. Grazie Osvaldo!
Maria Pia Monicelli
Dopo la spiegazione di Alessio posso solo aggiungere un mio parere sul risultato: è davvero originale, c'è sempre quella visione metafisica (extraterrestre) che ti contraddistingue. Grazie..:)
Marianna Micheluzzi
Risultato superlativo! Davvero. la scultura tra le ARTI è per me la più affascinante. E' VITA .Grazie.♥
Angela Ragusa
Appena l’ho vista, prima ancora di leggere il tuo commento, ho provato un gran voglia di "sentirla " tra le mani come se potesse emanare non so quale magica sensazione...Toccarla e semplicemente al tatto seguirne i contorni, magari ad occhi chiusi, per dare alla mente la possibilità di goderne della sua bellezza senza l'inquinamento di altri sensi...Ma è Rame?
Mariaconcetta Lo Re
Osvaldo mi apri uno scenario nuovo riguardo all'arte. Mi inviti a riflettere. Ci provo, ma non sono brava. L’arte non è intelligenza, l’arte è molto di più. L’arte è il superamento dell’arte stessa.
Se si parla soltanto di mani nude, allora non avrebbe senso nulla dell’arte fino ad oggi, ed anche il concetto stesso di arte sarebbe un paradosso poiché la creazione artistica è un componimento pensato e strutturato.
Questo vale per la pittura, la musica, la scrittura, la scultura fino al cinema ed alla fotografia.
Prendiamo ad esempio un’opera d’arte che si presenta molto molto semplice e proprio in virtù di questa semplicità possiamo scorgere la genialità dell’artista: essa ci appare semplice proprio perché tanto lavoro è stato fatto dietro. Questo è il minimo comune denominatore di tutte le arti: là dove si manifesta la semplicità disarmante del sublime e della bellezza, vi è il massimo dello studio e dell’artifizio. In questa alchimia nasce la genialità. Grazie ***
Roberta Mabilia
Buon pomeriggio Osvaldo, ti dirò in tutta sincerità non riesco a commentare bene questa tua opera, poichè non amo il genere. Non sarei inerente nè coerente, ed io sono abituata a recensire, commentare con cognizione di causa. Ammiro Michelangelo Buonarroti, ho letto tra le sue diverse affermazioni: "Non vedo l'ora che arrivi da Carrara il blocco di marmo che ho ordinato. L'opera che ho in mente si trova già dentro al blocco di marmo, e mi sta gridando, liberami!" Ed è così che sono nate le sue opere più belle e maestose. Nate tutte dal marmo. Nella tua versione caro Osvaldo, l'operato non riesco ad apprezzarlo., forse il colore, forse l'immagine un po' dura...Insomma, non voglio mentirti. Ciononostante ti ringrazio, ci mancherebbe. Ciao e buon fine settimana.
Salvina Alba
Come opera sperimentale non c'è male... anzi la definirei ben riuscita, da ammirare girandole intorno e, se possibile, sfiorandola. grazie!
Mina Pensi
E' tutto un cesello di luci,sfumature di colori,ombre ...per delineare pieghe, rughe di espressione, rotondità, protuberanze! Simula il colore rosso del rame appena fuso e rovente nella cavità di questa maschera di sole infuocato...! Volto misterioso del Fato che dall'alto di una roccia montagnosa guarda un'umanità ignara e curvata nel faticoso andare...Bella immagine scolpita che dimora negli occhi di chi osserva incuriosito e compiaciuto! Secondo me,Osvaldo,questo tuo dipinto ha una duplice identità tecnica ben riuscita! DI FATTO LA PERCEPISCO COME SCULTURA IN RAME. In verità altre tue opere si presentano come sculture in legno dal colore intenso e caldo e si staccano nettamente dallo sfondo....Devo confessarti che questa tua opera mi incuriosisce e mi attrae...Grazie,caro Osvaldo...Complimenti!
Francesco Era
Penso di capire e condividere le tue esaltanti emozioni, anche se nelle mie modeste realizazzioni non ho mai fatto grafica nel senso che ho un'idea, prendo un pezzo di corallo o legno e "scalpello", certo quando vedo che il corallo o il legno riescono a tridimensionare un mio pensiero, provo un'emozione unica. Mi piace tanto la complicità che tu hai con i tuoi lavori, ci metti anima e cuore. Un caro abbraccio Osvaldo, ciao :-)))
Melina Gennuso
D'accordo con Francesco, le tue emozioni riesci a trasmetterle a noi. Grazie, Osvaldo, bellissima opera, avvolta nei silenzi e nei misteri... :-)
Simonetta Della Scala
la filigrana della lama sul dorso del bronzeo traccia possibili vie di confine ultimo e ultimativo, come se ci si domandasse, come l'artista stessso ammette, fin dove ci si può spingere.. e quest'opera enigmatica, notturna, come davvero un bagliore sulla nuit, un nugolo di lucciole che si incarnano per un attimo lasicandoci il senso di "asparizione" ma nahce di una solidità dolcemenete e ferocemente inafferrabile, sferica nel suo darsi, si snoda in una compattezza labirintica polisemica. sds
Marina Sarti
Ciao Osvaldo, mi piace il tuo modo di descrivere un qualcosa di indescrivibile il disegno che diventa oggetto penso sia più difficile da immaginare di un'idea che diventa dipinto... per ambo le cose ci vuole una particolare sensibilità e non di rado il risultato e sorprendente! Per me la risposta alla tua domanda è no, non è irrealizzabile... ma per me spiegare come riuscirci è un'impresa al di là delle parole che posso usare. Il risultato può piacere o non piacere ma la meraviglia, la gioia, il timore (riesco-non-riesco) sono "doni" che facciamo a noi stessi, doni meravigliosi e ogni volta nuovi, diversi, intensi. Ti accludo il messaggio di una mia amica...
> Teresa De Salvatore commento sulla bacheca di Marina Sarti:
Una sorta di idolo vibrante in cui la grafica sembra sottolineare la chiusura, l'alterità dell'espressione rispetto alla comune vita reale. Direi all'autore di andare avanti. Puoi inoltrarlo a Osvaldo.
Anna Maria Angioi
Come al solito, arrivo in ritardo. Nello schermo piatto del pc non riesco a capire se sia un oggetto bi- o tridimensionale, ma a me ha dato l'impressione di una figura che tenta con sforzo di liberarsi da un velo (la tela del quadro?) che la trattiene e la costringe ad una staticità insopportabile.
Anna Maria Ciaurro
Quando l'artista arriva a rappresentare il suo pensiero in tutte le sue sfaccettature allora vengono fuori capolavori come questo... Osvaldo ha fatto di quest'opera un insieme di movimenti e di stati di stallo... questa immagine parla con la voce della forza del pensiero, sembra proprio che il disegno di essa si appresti ad uscire fuori dalla sua dimensione premendo con forza contro quella membrana "d'acciaio" trasparente che lo trattiene come a volerne impedire il movimento anzi; la nascita... per liberarsi dalla "prigionia" del immagine e farsi quasi carne. L'impressione della più assoluta tridimensionalità che trasmette questa Opera è quella che al seguito di questa testa ci sia anche un corpo anche se non lo vediamo! Il colore rosso del sangue, dà l'idea di quanta vita trasmette, e quel color bronzo e quella espressione mi ha fatto venire in mente un guerriero che non si arrende. Grazie Osvaldo, mi dai modo di spaziare nella voragine del vulcano della tua fantasia.
Katia Pessolano
A me vengono in mente i magnifici dipinti di Modigliani, credo che lui sia riuscito a sublimare il concetto di cui parli! P.S.: complimenti per la tua "sospensione":)
mercoledì 6 luglio 2011
Fiorella Corbi omaggia “Lilith” nel suo blog
La scrittrice Fiorella Corbi, che ringrazio, autrice del romanzo “COEVA” (Bastogi Editrice Italiana) assieme a Maria Pia Carlucci, Maurizio Verdiani e Stefano Capecchi, all’interno del suo blog “Fiorella Corbi (Iridediluce)”, ha omaggiato la mia opera “Lilith” in questo suo post:
http://iridedilucecoeva.wordpress.com/2011/07/06/lilith-di-osvaldo-contenti/
In libreria: “RENDIMI ALTARE” di Angela Ragusa
Recensione e conversazione con l’autrice di Osvaldo Contenti
Sulle ali della poesia
L’atto del fare l’amore è un rito pagano con caratteristiche ancestrali e Angela Ragusa ce lo ricorda costantemente in questa sua matura raccolta di poesie, intitolata “RENDIMI ALTARE”, edita da LietoColle.
Poesie che non sembrano solamente tali, perché il loro andamento liturgico è talmente denso da sfociare nella mediazione simbolica del rito e nella sua conseguente rappresentazione plastica, con ampi richiami ellenistici, tanto da rammentare le poesie amorose di Teocrito.
Da questo punto di vista, la poesia “Il peccato della regina” è assolutamente emblematica, in quanto recita così:
Di passione il tuo sguardo / mi attende, giaciglio / nella dimora del prendersi. / Si compie un peccato divino / e sul trono del mio re / siedo trionfante.
Una lirica che ci fornisce subito la giusta chiave per aprire il ricchissimo scrigno poetico di Angela Ragusa.
Perché la scelta dei termini “giaciglio” e “dimora” già sottendono a non banalizzare il luogo, bensì ad elevarne lo status, che partendo dalla raffinata ambientazione simbolica ha tutte le caratteristiche essenziali per ospitare l’atto regale - quello del delizioso ossimoro di un “peccato divino” – in cui Re e Regina si incoronano a vicenda mediante l’efficacissima metafora del “trono”.
Così, tra “danze notturne”, “ciliege turgide” e “radici avvinghiate”, la poetessa imbastisce un assieme di emozioni senza tempo, pronte a sciogliersi e a ricomporsi dove e quando ve ne sia bisogno, senza mai perdere il filo del desiderio, unica condizione a che tutto si compia in una dimensione ideale, sfruttando i sensi come veicolo “musicale” per arrivare all’armonia degli stessi.
Al di là di questo, l’autrice a volte guarda altrove, magari verso direzioni molto meno quiete e idilliache.
E in quei casi il suo sguardo è smarrito, come in “Rosa avvizzita” o in “Declino”, o severissimo, come in “Marcia nuziale”. E allora ci accorgiamo che dietro il fitto sipario della passione spesso si celano delle ombre inconfessabili o delle ataviche ingiustizie, verso le quali l’analisi è cruda e assolutamente implacabile.
Quindi, Luna Piena e Luna Nera si affacciano nello stesso volume di poesie, una volta ricoprendoci di luce azzurrina e l’altra ammantandoci di cupi tormenti.
Quale fase lunare scegliere tra le due? Nessuna, ovviamente. Perché l’una non esisterebbe senza l’altra, per quella legge dei contrari che dà equilibrio al tutto, anche alla straordinaria produzione lirica di questa poetessa alla sua opera prima. Ma di cui sono certo sentiremo parlare a lungo, per la sua capacità di sublimare concetti eterni, con un’eleganza tutta da scoprire, come “un’aurora dei sensi che appare d’incanto”…
>>> l’articolo prosegue sul Portale dello Spettacolo PALCOSCENICO all’indirizzo:
palcoweb.net
NEWS! Il sito delle edizioni LietoColle, che ringrazio per l'attenzione, ha pubblicato per intero la mia recensione dedicata al libro "RENDIMI ALTARE" di Angela Ragusa all'indirizzo:
http://www.lietocolle.info/it/o_contenti_con_ragusa.html
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