sabato 30 luglio 2011

In libreria:“La culla” di Francesco Maria Tipaldi


Recensione di Osvaldo Contenti

Non c'è poeta più radicalmente lunare di Francesco Maria Tipaldi. Poiché la sua notte profonda ha origine da dove Tutto ha origine: l'oscurità del grembo materno. Ed è da quella notte uterina, fatta di carne e sangue, che il poeta trae spunto (forse, memoria) per cantare le sue lodi alla vita e alla non vita.
"Siamo uomini non morti (o morti solo per metà) tra le favole senza morale...", scrive, infatti, l'autore nei suoi Vespri. Rammentandosi e rammentandoci quel poco che siamo: chimica sospesa tra l'essere e il divenire, grazie a una Dea Madre che però più nessuno idolatra.
Invece, Francesco Maria ricorda ed è grato alla Dea. Concependo, egli stesso, la sua avventura umana come quella di un argonauta sbarcato in un mondo extravaginale.
Un mondo strano. A dir poco. Fatto di sangue, ma anche di pummarole, di letame e di tenere lattughe, di sputi e di sorrisi. Dove del vello d'oro non v'è traccia alcuna, se non nelle pagliuzze dorate immerse negli occhi forse dormienti di una musa.
Quest'argonauta, quindi, è qui ad esplorare e a esplorarci. Noi, anime spesso urlanti, in un bizzarro e nervoso pianeta-caffettiera.
E facciamoci dunque esplorare, dico io! Leggendone il resoconto in questo "taccuino di viaggio", con licenza poetica, intitolato "La culla".
Un libriccino da leggere, con amore, possibilmente di notte. O, comunque, a partire dall'imbrunire. Se lo farete, mi ringrazierete. Perché solo fra le tenebre distinguerete tutte le sue luci. Quelle racchiuse nel profumo delle ammine, nelle nuvole d'incenso o nei fumi di cotone.
Cosa dite...? Ma viste quelle luci? Ragione di più per scoprirle assieme a Francesco Maria! Buona lettura!

Conosciamo l’autore
Francesco Maria Tipaldi nasce a Nocera Inferiore (SA) il 29 marzo 1986. Sue poesie hanno ricevuto riconoscimenti a premi e risultano inserite in antologie. "La culla" è la sua opera prima.

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“La culla” LietoColle editore