mercoledì 12 dicembre 2012

Pittoscultura 01: "Il Vecchio" di Osvaldo Contenti

La vecchiaia inizia quando si è sicuri di non essersi mai sentiti così giovani.
Jules Renard

“La voce ancestrale” opera di Osvaldo Contenti

Quando tutto torna a tacere e il silenzio è come un balsamo di puro benessere, una voce ancestrale ci sussurra frasi sulla nostra vera essenza, sulle origini della nostra specie, con ragionamenti cristallini tipici di una mente libera da orpelli, seppur schiava del tirannico istinto di sopravvivenza. È un momento in cui sentirsi Uomini provoca un misto di gioia e di infinita tristezza, perché è questo che siamo: esplosive bracciate di vita in un oceano di sofferenza.

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Stavolta, la poetessa Valeria Catania, omaggiando l'opera proposta in questo post, supera se stessa proponendoci una poesia-capolavoro che vi invito a leggere e a meditare con molta attenzione. Grazie, Vale!

Inabissandosi oltre il limite estremo occupi il vuoto che è pura consapevolezza / tutto diventa specchio della verità dell’esistenza / tutto guerreggia con la nuda conoscenza / tutto diventa universo imploso/ tutto è potenziale in espansione / tutto si tramuta in ego ancestrale parallelo donandoci la possibilità di essere liberi triturando il gioco perverso delle umane amputazioni/----/