domenica 31 luglio 2011

MIKE NEWELL – Photo: Osvaldo Contenti



Il regista Mike Newell, a Roma, in un mio fotoritratto del 2007. / The director Mike Newell, in Rome, in a 2007 picture of mine.

sabato 30 luglio 2011

In libreria:“La culla” di Francesco Maria Tipaldi


Recensione di Osvaldo Contenti

Non c'è poeta più radicalmente lunare di Francesco Maria Tipaldi. Poiché la sua notte profonda ha origine da dove Tutto ha origine: l'oscurità del grembo materno. Ed è da quella notte uterina, fatta di carne e sangue, che il poeta trae spunto (forse, memoria) per cantare le sue lodi alla vita e alla non vita.
"Siamo uomini non morti (o morti solo per metà) tra le favole senza morale...", scrive, infatti, l'autore nei suoi Vespri. Rammentandosi e rammentandoci quel poco che siamo: chimica sospesa tra l'essere e il divenire, grazie a una Dea Madre che però più nessuno idolatra.
Invece, Francesco Maria ricorda ed è grato alla Dea. Concependo, egli stesso, la sua avventura umana come quella di un argonauta sbarcato in un mondo extravaginale.
Un mondo strano. A dir poco. Fatto di sangue, ma anche di pummarole, di letame e di tenere lattughe, di sputi e di sorrisi. Dove del vello d'oro non v'è traccia alcuna, se non nelle pagliuzze dorate immerse negli occhi forse dormienti di una musa.
Quest'argonauta, quindi, è qui ad esplorare e a esplorarci. Noi, anime spesso urlanti, in un bizzarro e nervoso pianeta-caffettiera.
E facciamoci dunque esplorare, dico io! Leggendone il resoconto in questo "taccuino di viaggio", con licenza poetica, intitolato "La culla".
Un libriccino da leggere, con amore, possibilmente di notte. O, comunque, a partire dall'imbrunire. Se lo farete, mi ringrazierete. Perché solo fra le tenebre distinguerete tutte le sue luci. Quelle racchiuse nel profumo delle ammine, nelle nuvole d'incenso o nei fumi di cotone.
Cosa dite...? Ma viste quelle luci? Ragione di più per scoprirle assieme a Francesco Maria! Buona lettura!

Conosciamo l’autore
Francesco Maria Tipaldi nasce a Nocera Inferiore (SA) il 29 marzo 1986. Sue poesie hanno ricevuto riconoscimenti a premi e risultano inserite in antologie. "La culla" è la sua opera prima.

In rete
“La culla” LietoColle editore

venerdì 29 luglio 2011

STEFANIA ROCCA – Photo: Osvaldo Contenti



L’attrice Stefania Rocca in un mio fotoritratto del 2005. / The actress Stefania Rocca in a 2005 picture of mine.

mercoledì 27 luglio 2011

“ANNI ’70” di Osvaldo Contenti



Non so che cosa ci avesse preso in quegli anni. Certo gli stimoli di una società in forte stravolgimento non ci mancavano davvero. Perché attorno a noi stava cambiando tutto: dai sommovimenti studenteschi all’uomo sulla luna, dalla musica rock alla pop-art, da Che Guevara a Herbert Marcuse, era tutto un fiorire di nuovi concetti e stili di vita, che specialmente per noi studenti del liceo artistico rappresentavano una sorta di manna dal cielo per le nostre attività inerenti agli studi o alle esperienze artistiche extracurricolari. Infatti, appena usciti dai cancelli del liceo, dagli zaini uscivano fuori coloratissime magliette realizzate in batik, collanine, anelli e bracciali di impronta “neoinduista”, poster legati a vari gruppi musicali e manufatti in legno colorato ispirati all’arte africana. Io invece avevo trovato un altro modo per trarre profitto dall’arte. Appena uscito da scuola raggiungevo di volata la Basilica di San Pietro e una volta all’interno mi disponevo dinanzi alla Pietà di Michelangelo, dove in circa mezz’ora realizzavo tre copie del capolavoro michelangiolesco (ripreso da varie angolazioni e disegnato con matita sanguigna) che poi, fuori dalla basilica, vendevo a dei turisti sempre molto ben disposti ad acquistare generosamente dei disegni originali riferiti all’insigne opera del Buonarroti. Insomma, in un modo o nell’altro, i colori e la vivacità di quei prodigiosi anni ’70 finivano per riversarsi sulle nostre vite e in senso lato sui nostri volti, come simbolicamente ho cercato di rappresentare attorno e sul viso del ragazzo raffigurato nell’opera che vedete in questo post.

:::::::

Di seguito, assieme ad una strepitosa poesia di Valeria Catania, vi invito alla lettura di una serie di illuminanti commenti, indirizzatimi su facebook, che molto meglio di me hanno sottolineato il senso e la sostanza di quegli indimenticabili anni '70.

"Anni '70"

Visualizzazioni irrompono affollando dissolvenze/
Gorghi caotici occasionali alimentano insaziabile sentire/
Riflessi/ soglia districano l’illimitato adagiandosi sulla soglia dell’essere altrove/
Infinitesima capienza muove l’universo/
Odoroso =A=more/---/


p.s. saluti dal luogo dove il silenzio fertile regna sovrano/---/

Valeria Catania

Marianna Micheluzzi
Dici cose verissime! Tanti sogni e tanta voglia di fare in quegli anni ! I migliori anni della nostra vita: impegno sociale, politico e culturale in senso stretto.Grazie.

Adele Parrillo
‎...Osvaldo...il Batik...l'insegnante di disegno e storia dell'arte ci insegnò a farlo... :-)

Alberto Barra Detto Capogiallo
Son grandi tematiche queste...le collane e l'oriente e l'africa ...a portata di mano...i quadri come grilli parlanti messi a tacere spesso dalla stupidità ideologica del potere...noi non siamo potere...nessun intellettuale vero e puro può esserlo veramente!...

Roberta Mabilia
E dici bene caro Osvaldo Contenti, perchè facendo parte integrante di quei bellissimi anni, confermo e ribadisco che quello che ci prendeva era dettato da una forte motivazione e determinazione, in quanto tutto ciò che posseggo oggi è dovuto al fatto che me lo sono sudato conquistato e guadagnato, con spirito d'iniziativa ed intraprendenza come hai fatto tu con i tuoi disegni all'uscita della Basilica. "Piccolo imprenditore di te stesso, idea, messa in pratica e guadagno meritato". Avevi i colori nella tua indole... Ciao amico caro, buona giornata.

Angela Ragusa
Ricordo quegli anni...sai anch' io volevo fare il liceo artistico ma poi decisi per il classico...quei ragazzi dai lunghi capelli ,così colorati,così avanguardisti spaventarono i miei genitori che mi convinsero per l'altro liceo....Anche se in una città piccola come Siracusa si viveva questo fiorire di nuovi stili mentre proliferavano tutti quei negozi di stile orientale dalle infinite collanine colorate,dai laccetti di pelle all'avorio, dalle borse di stoffa alle sacche all' uncinetto e a quelle sempre di pelle cucite a mano....e quante fragranze di profumi....patchiulli, incenso, sandalo...concentrati in quelle minuscole boccette....e chi dimentica...e tu con il tuo dipinto ci porti ulteriormente alla memoria quegli anni tracciando il volto di un giovane che potrebbe essere il tuo e i suoi lunghi capelli segno di anticonformismo e libertà....(sai i miei figli sono così...portano i capelli lunghi) e poi i tanti colori che sovrastano dallo sfondo....quei colori vivaci che sono simbolo di ogni bella gioventù.

Liliana Verdolin
molto gradevole...

Araba Fenice
Spesso mi kiedo, siamo cosi radicati e impregnati dei colori del nostro tempo ke nn saprei se li scambiassimo con le altre generazioni.....ma sicuramente ci danno la possibilita' di aggiungere nuovi colori.....affinke questa nostra tavolozza, sia sempre piu' riccca delle piu svariate sfumature...............♥

Alberto Barra Detto Capogiallo
La creatività vera .... forse è questa la vera trasgressione...i colori che paiono i soliti...poi diventano insoliti....ed allora nascono le opere d'arte...

Katia Pessolano
Che tristezza invece aver vissuto i vuoti anni '80! Gli anni in cui venivano addormentate le coscienze, l'energia e il potenziale creativo dei giovani attraverso il drive in e altre droghe ugualmente efficaci...gli anni che hanno visto morire gli ultimi veri grandi artisti del 900 come il magico Chagall e Picasso, come John lennon!Bravo Osvaldo a ricordare i ferventi anni 70 anche a noi che non li abbiamo vissuti, anche attraverso l'immagine e i colori del tuo lavoro!

Salvina Alba
Bello il tuo quadro! Quei colori sul viso e tutto intorno rendono bene l'idea dei "figli dei fiori", epiteto di cui ci fregiavamo con orgoglio, figli della pace e dell'amore che volevano cambiare il mondo... e in parte ci siamo riusciti!

Celestina Romito
I messaggi liberatori dei giovani contestatori del ‘68 passavano attraverso le forme creative e trasgressive dell'abbigliamento, cariche di richiami simbolici interculturali e pacifisti ...e si avvalevano della capacità aggregante della musica con i suggestivi concerti di Bob Dylan... nelle sue canzoni la rabbia e la poesia di una nuova visione del mondo che dette spazio e forza ad un grandissimo impegno civile... dei giovani attivisti ferventemente impegnati nella campagna contro il disarmo nucleare, a favore dei diritti civili delle minoranze etniche e della difesa dell'ambiente... furono gli anni in cui i giovani furono i protagonisti del cambiamento... gli anni del movimento studentesco... .che ci ha visti impegnati con l'occupazione delle università... ricordi incancellabili... ero al secondo anno del corso di pedagogia presso l'università di Bari...

Melina Gennuso
Ero a Torino, la mia adolescenza, le passeggiate sotto i portici di via Po, le manganellate in testa a carnevale da parte dei ragazzini impertinenti ehehhehe, i 45 giri nel giradischi, le gite al fiume e la spensieratezza dei miei anni...vorrei tornare lì, a quella età...Bello il tuo dipinto, Osvaldo, erano gli anni dei capelli al vento anche per i ragazzi, verso gli anni 80...grazie!

Francesco Era
I bei commenti hanno ben definito la magia di quegli anni. Mi ha incuriosito una frase del tuo racconto, "Io invece avevo trovato un altro modo....." Mi piace questo essere parte di un fiume in piena ma allo stesso tempo seguire una propria rotta come se sentissi un richiamo per qualcosa che avevi dentro...l'arte, la tua anima lo dimostra. Grazie Osvaldo un abbraccio ciao :-)))

Eliane Micheluzzi
Les années 70 représentaient pour moi et d'autres, des années formidables où tout était possible dans tous les domaines, il y avait de l'espoir pour tous les jeunes, qu'en reste t'il aujourd'hui ? la jeunesse est désespérée, les plus diplômés, les jeunes artistes et comédiens, les musiciens, les peintres, comme il est difficile pour tous de vivre leur passion, difficile société que la notre aujourd'hui...merci cher Osvaldo, tu es toi un artiste avec certainement des moments difficiles malgré ton talent...cependant je te souhaite le plus grande succès possible tu le mérites assurément...amitiés de ton amie française....Eliane

Roberta Mabilia
Che bella l'ultima citazione che hai postato alla fine: (Infinitesima capienza muove l'universo...) Sai Osvaldo, quando noi ragazze ci vestivamo di sgargianti colori, e sulle guance ci disegnavamo i fiori...Ecco, mi sono venuti in mente gli hippie e i figli dei fiori...I colori li avevamo dentro l'anima. Ciao e grazie a te.

Mina Pensi
Gli anni '70....La libertà di vivere,di creare,di amare,di pensare e di fare...!Come in ogni ventata di rinnovamento, c'è la forza e la scoperta delle proprie passioni e soprattutto la magia di trasgredire per gustare le conseguenze di idee e pensieri...La gioia e talvolta la rabbia di "mostrare" per lasciare segni tangibili dell'essenza e dell'esistenza...Parole e parole ,tracciati di idee per impostare un nuovo umanesimo...Creare,discutere,progettare,realizzare,immaginare,sognare...Grande fervore,amore per l'esistenza ovunque e con chiunque...Esaltante,e come tale, rischiosa e pericolosa,nel senso che l'ubriacatura ,qualunque essa sia ,porta a non riconoscere i limiti della realtà oltre i quali non andare...Se lo spirito di rinnovamento non è coniugato ad una stabile e chiara visione degli obiettivi, conduce al caos ed alla tragedia...L'animo vivace della gioventù intesa come primizia necessita di una dose, anche se minima, di maturità interpretativa...!Fiori,colori,disegni,profumi di mondi lontani aprivano gli orizzonti,spalancavano gli sguardi su altre dimensioni...si volava,si sognava!!!!Nel profilo del tuo giovane c'è tutta la simbologia di quegli anni!nonostante le esagerazioni,sono stati tempi memorabili! Al confronto con i giovani d'oggi,mortificati ed inibiti,i giovani di allora ne escono vincitori....Grazie,Osvaldo,per gli spunti di riflessione che ci proponi e per la tua bravura!

:::::::

...e, dulcis in fundo, un'altra splendida testimonianza-poesia di Valeria Catania:

Nascevo negli anni ’70 solo più tardi =studiai= le vite dei figli dei fiori / alcune artefatte altre intense/ autentiche/ vive/
Scrutavo/ ascoltando il battito del mio cuore / sentendo a pelle vibrazioni infinitesimali strutturate / La vera rivoluzione di tante monadi infuocate era quella di riuscire a conglobare un’infinitesima capienza che muoveva l’universo /
Alcuni dei loro passi erano mossi da un Odoroso Amore/----/

Un grazie Vivo / ai lindi ricami dell'artista Osvaldo Contenti /---/

Valeria Catania

martedì 26 luglio 2011

Film in Blu-Ray: “LIVE! – Ascolti record al primo colpo” di Bill Guttentag


La morte in diretta Tv
Recensione di Osvaldo Contenti


Alla disperata ricerca di aumentare lo share e gli annessi introiti pubblicitari, la dirigente di un’emittente televisiva, Katy Courbet (Eva Mendes), concepisce un reality in cui il “gioco” della roulette russa decreterà la morte di uno dei concorrenti.

Una morte agghiacciante in diretta tv, che “LIVE! ASCOLTI RECORD AL PRIMO COLPO”, a firma del regista Bill Guttentag, ci propone con un chiaro intento paradossale e provocatorio. Non tanto per ventilare l’ipotesi che ciò possa realmente accadere, ma per avvertirci sui rischi della spettacolarizzazione del dolore che alcuni reality stanno effettivamente correndo, veicolando al pubblico televisivo dei format altamente morbosi, in cui è prevista l’umiliazione pubblica di uno o più partecipanti al programma, per una sorta di un’aberrante gogna mediatica che deve farci riflettere.

Sul piano strettamente formale, invece, va detto che Guttentag (premio Oscar 2003 per il documentario “Twin Towers”) ha risolto con grande inventiva il problema-cardine di questo film girato prevalentemente in interni: riuscire a svincolare gli spettatori da quel senso di claustrofobia che un set sviluppato quasi sempre tra quattro mura porta inevitabilmente con sé.

Una sorta di quadratura del cerchio che il regista ha risolto brillantemente, inframezzando l’uso normale dell’mdp a sequenze girate con handycam, a profili documentaristici dei vari concorrenti del reality, con stacchi televisivi girati in diretta o nel backstage del programma, e persino con immagini rubate da una videocamera poggiata su una scrivania.

Un lavoro di fine cesello di riprese che permette al film di portarci al momento clou della pellicola, quando i concorrenti del reality sfideranno la morte in diretta Tv. Il che porterà ad un controfinale a sorpresa, stile “giustizia divina”, che non va svelato per ovvi motivi.

Il tutto ben pilotato da una statuaria Eva Mendes, che giocando a interpretare una sexy e stronzissima manager senza scrupoli, riesce nell’intento di farcela odiare dal primo all’ultimo minuto del film. In una pellicola assolutamente originale, che non mancherà di far discutere sia i detrattori che i fans dei tanti reality Made in Italy.

Giudizio: 3/5

Curiosità in conferenza stampa

A Roma, durante la conferenza stampa di “LIVE!”, svoltasi nell’elegantissimo roof Ailanto del Marriott Grand Hotel Flora di Via Veneto, quando ho chiesto a Eva Mendes di dirmi se nel film fosse da considerarsi peggiore la figura della manager da lei interpretata o il pubblico che ne seguiva il programma, l’attrice cubano-americana mi ha replicato che “è proprio l’interrogativo da porsi vedendo il film”, glissando un quesito che ora rilancio a chi sta leggendo questa recensione.

giovedì 21 luglio 2011

PINO DANIELE – Photo: Osvaldo Contenti



Il musicista e cantante Pino Daniele in una mia foto del 1989. / The musician and singer Pino Daniele in a 1989 picture of mine.

mercoledì 20 luglio 2011

Italian Dream N. 2 – Photo: Osvaldo Contenti



Elaborazione computer grafica dell’angelo “Vulnerasti cor meum - Hai trafitto il mio cuore” di Ponte S. Angelo a Roma. / Generated computer graphics angel "Vulnerasti cor meum - You have pierced my heart" of Ponte S. Angelo in Rome.

:::::::

La poetessa Valeria Catania ha omaggiato la foto di questo post con la seguente, splendida poesia:

Cadenzate geometrie accolgono l'inospitale accendendo vociare in controluce/
Timbrica verticale spalanca corolle crescenza senza filtro/
Percezione sfrangia l'ortogonale/---/

martedì 19 luglio 2011

In Blu-Ray + DVD: “PLANET 51” di Jorge Blanco e Javier Abad


Gli alieni siamo noi!
Recensione di Osvaldo Contenti

La sceneggiatura di questa pellicola d’animazione, realizzata da Joel Stillman, il creatore dell’orco Shrek, risulta subito estremamente godibile. Perché da un’idea di base a dir poco brillante, quella dell’invasore “alieno” rappresentato dall’astronauta terrestre Charles “Chuck” Baker che sbarca fra gli atterriti abitanti di Planet 51, la storia si dipana nelle logiche e divertenti conseguenze di un punto di vista piacevolmente rovesciato, in cui è la nostra razza a costituire una minaccia spaziale e non il contrario, come quasi sempre abbiamo riscontrato in vari film di fantascienza vecchi e nuovi.

Da questo intelligente e intrigante ribaltamento di prospettiva, “Planet 51”, ben diretto da Jorge Blanco e dal co-regista Javier Abad, distribuito in Italia da Moviemax, si sviluppa un ottimo plot che fa ragionare sul concetto di diversità, dell’altro da noi, che per una volta diviene un’etichetta appiccicata addosso alla nostra specie, quella dei temibili “HUMANIACS”, cosa che risulterà davvero poco piacevole per l’unico protagonista umano di questa bellissimo film.

Bellissimo, com’è ovvio, anche grazie ad un nutrito bagaglio computer grafico di vera eccellenza, che gli artisti e i programmatori degli Illion Animation Studios hanno messo in atto in virtù di 200 workstation grafiche della Hewlett Packard, per 56.000 Gigabyte di memoria BluArc e 2500 processori Blade e 1U.

Un lavoro immane per “planetizzare”, secondo il neologismo coniato dai creativi degli Illion Studios, un Pianeta 51 costituito essenzialmente da tre forme base: cerchi, sfere e dischi. Basandosi altresì su un’ambientazione stile anni ’50, su alcuni elementi ovali ripresi dall’Art Deco e sull’Architettura Googie, un design di stampo futuristico molto in voga tra gli anni ’50 e ’60.

Questo anche parodiando o richiamandosi in diverse scene a dei classici della fantascienza, come “Ultimatum alla Terra”, “La guerra dei mondi”, “Cocoon”, o a certi B-Movies, per il film nel film “HUMANIACS II”, e infine allo stracult “Alien”, con un divertentissimo e geniale Alien Dog che quando fa il suo bisognino sparge un temibile acido come il mostro ideato dall’artista surrealista Hans Rudolf Giger.

Il tutto per una pellicola non solo di gran pregio artistico, ma che grazie al doppio binario di una lettura adulta (i richiami ai classici di fantascienza e non solo), abbinata a quella umoristico-educativa indirizzata ai più piccoli, riesce a divertire e far ragionare proprio tutti. Con l’inedito effetto, all’uscita dalla sala, di portare ogni diversa categoria di spettatore a commenti dotti o divertiti indirizzati allo stesso film, magari relativi a quel tal riferimento ad Isaac Newton o all’acida pipì dell’Alien Dog. Un piccolo miracolo di sintesi di visuali tra loro diversissime, che testimonia dell’ottimo lavoro svolto dal team degli Illion Studios.

Giudizio: 3/5

Sito Ufficiale del film
http://www.sonypictures.com/movies/planet51/

N.B. Articolo pubblicato sul Portale d’arte Pittura & dintorni alla pagina:
pitturaedintorni.it

domenica 17 luglio 2011

CURTIS HANSON – Photo: Osvaldo Contenti



Il regista Curtis Hanson, a Roma, in un mio fotoritratto del 2005. / The director Curtis Hanson, in Rome, in a 2005 picture of mine.

sabato 16 luglio 2011

Italian Dream N. 1 – Photo: Osvaldo Contenti



Giornata uggiosa, spalancata su un sogno ad occhi aperti. / Gloomy day, wide open on a daydream.

:::::::

Di seguito potete leggere l'intrigante omaggio poetico di Valeria Catania, che ringrazio, dedicato alla foto pubblicata in questo post:

E dopo l'ulteriore controverso l'alternativa dilaga accendendo quadrature potenziali/ L'attimo stravagante rimbalza contrappunto ramato/ accende logica verticale trasparenza in nuove differenze/calvaca nuovi ossigenanti risvegli/---/

venerdì 15 luglio 2011

La Cappella Sistina in 3D


Nel sito del Vaticano è posssibile effettuare una visita virtuale della Cappella Sistina visionando gli affreschi in essa contenuti con il semplice utilizzo del mouse, panoramicando a 360° in ogni zona della sala e zoomando ogni particolare con un’ottima risoluzione finale dei dettagli.

LINK:

VISITA VIRTUALE 3D

STORIA DELLA CAPPELLA SISTINA

giovedì 14 luglio 2011

Film in DVD: "La ragazza con l'orecchino di perla" di Peter Webber


Le magiche luci di Vermeer in uno splendido film
Recensione di Osvaldo Contenti


Si sa davvero poco del pittore olandese Jan Vermeer (Delft, 1632-75). Ma, paradossalmente, proprio il mistero che aleggia attorno a questo grande maestro ha fatto sì che il film che lo vede protagonista, "La ragazza con l'orecchino di perla" (tiolo orig. Girl with a Pearl Earring) diretto da Peter Webber, risulti intenso e madido di certe impalpabili ma vibranti atmosfere che molto difficilmente sarebbero affiorate da una maggiore conoscenza biografica dell'artista. Uno dei rari casi, insomma, in cui l'inconoscibile diviene ricca fonte di ispirazione. Un'ispirazione che in questo caso non poteva che rifarsi all'opera stessa dell'artista. Al suo mondo di luci radenti, di toni caldi e freddi che, assieme, si colgono e si raccolgono entro immagini di vita quotidiana e borghese, le quali probabilmente sono state il fulcro non solo artistico di un pittore poco incline ad allontanarsi dalle mura di casa.
Tali atmosfere sono state perfettamente recepite, prima che dal film, dall'omonimo romanzo di Tracy Chevalier (edito in Italia dalla casa editrice Neri Pozza) che Webber ha certo preso a prestito per il suo film, ma dal quale si è discostato sia per la parte iniziale che per quella finale, raccogliendone "…il senso e lo spirito", come egli stesso ha voluto precisare durante la conferenza stampa che ha presentato la pellicola.
Durante questo incontro, svoltosi a Roma nella prestigiosa sede dell'Associazione Civita, proprio a Webber ho chiesto di spiegarmi come avessero fatto lui e il Direttore della Fotografia, Eduardo Serra, a ricreare, con un perfezionismo tecnico davvero degno di quello di Vermeer, l'illuminazione, le fonti di luce e il "calore" di certi ambienti propri dei dipinti dell'artista olandese.
"La soluzione a questo notevole problema" ha risposto Peter Webber "è venuta dapprima sfogliando una quantità di libri d'arte, dove sia io che il Direttore della Fotografia abbiamo cercato di ricavare i toni di illuminazione naturale che potevano caratterizzare l'interno di certi edifici del XVII secolo. Poi, Eduardo Serra ha avuto l'ottima idea di ricreare quel tipo di illuminazione non solo in un settore, ma in interi interni nei quali gli attori si sarebbero potuti spostare con molta libertà. In tal modo, ovunque collocassi l'mdp potevo cogliere un angolo luce ottimale che tutti hanno riconosciuto essere molto simile alle atmosfere delle pitture di Vermeer". Una grandissima attenzione al piano fotografico che potrebbe portare alla logica consacrazione di un Oscar, di cui però sarebbero ugualmente meritevoli il settore della Scenografia, curata nei minimi dettagli da Ben van Os, il settore Costumi di Dien van Straalen e le meravigliose Musiche di Alexandre Desplat.
Dulcis in fundo, non rimane che parlare delle splendide interpretazioni degli attori principali del film, cioè di uno strepitoso Colin Firth nella parte di Vermeer e della graziosa e convincente Scarlett Johansson nella parte di Griet, la servetta del pittore che poi diviene modella e "complice" del maestro.
Firth è bravissimo nel "…soffondere di mistero la figura dell'artista", come ha affermato egli stesso alla conferenza stampa. Così facendo, l'attore non solo tiene fede alle fonti incerte che marcano la biografia di Vermeer, ma aggiunge al personaggio quel carisma che poi ritroviamo nelle sue opere e nello charme che egli trasmette alla giovane Griet, a cui la Johansson dona con molta maestria un'aurea di sottomissione mista ad intelligenza, di candore e di lieve passione, coronando con la propria effigie uno dei più bei film ispirati al mondo dell'Arte.

Giudizio: 4/5

In rete

Sito Ufficiale del film
Il libro di Tracy Chevalier

N.B. Articolo pubblicato sul Portale d’arte Pittura & dintorni alla pagina:
pitturaedintorni.it

martedì 12 luglio 2011

CHRIS EVANS – Photo: Osvaldo Contenti



L’attore Chris Evans, a Roma, in un mio fotoritratto del 2007. / The actor Chris Evans, in Rome, in a 2007 picture of mine.

venerdì 8 luglio 2011

"GRAFICA SCULTOREA" di Osvaldo Contenti



I momenti in cui si passa dal progetto grafico di una scultura alla realizzazione tridimensionale di quest’ultima sono i più esaltanti per un artista. Perché a tutti, una volta o l’altra, è venuto in mente di porre in sospensione i due processi creativi, cercando addirittura di creare un’impossibile fusione tra le due fasi artistiche, per far coesistere, in una stessa opera, il disegno e la sua espressione a tuttotondo. Ma è davvero irrealizzabile una scultura che contenga in se il disegno che l’ha ispirata? Quando mi sono posto quest’interrogativo l’ho subito giudicato inapplicabile, una delle mie tante fantasie destinate a rimanere pura teoria. Ma poi mi sono tornati in mente i “Prigioni” di Michelangelo Buonarroti e la loro presunta “volontà” indirizzata al volersi “liberare” a tutti i costi dalla pietra che li teneva imprigionati. Un concetto che, in senso lato, potevo sfruttare per dare vita all’idea di una “grafica scultorea” che rispondesse, almeno in parte, all’interrogativo di cui sopra. Il risultato di tutto questo pensare è l’opera che vedete riprodotta in questo post.
Il risultato di tutto questo pensare è l’opera sperimentale che vedete riprodotta in questa nota, che ora sottopongo al vostro giudizio critico.

:::::::

"Una sorta di idolo vibrante in cui la grafica sembra sottolineare la chiusura, l’alterità dell’espressione rispetto alla comune vita reale"
Teresa De Salvatore


:::::::

L’inteso pregresso vortica dipanando scelte d’irrisolto/ Morfeo scuote scollando perifrasi enzimatica/ Il tutto ed il nulla dissolvono fugacità ombrosa/ Risveglio di nuova vita vera/
Brivido-----------------/---/

Buon tutto Maestro dell'Oltre
Valeria Catania


:::::::

Ed ecco di seguito altri interessantissimi commenti critici, a volte favorevoli e a volte no, indirizzati a "GRAFICA SCULTOREA" da parte di alcuni carissimi amici di facebook:

Alessio Patti
Oggi con la grafica virtuale possiamo fare di tutto, anche rispondere al tuo quesito. L'immagine che tu pubblichi è bidimensionale, e sembra essere stata trattata con CorelDraw nel tipico effetto plastic... Interessante quest'opera come tutte le tue espressioni artistiche. Ogni tanto mi piacerebbe sapere cosa ne pensi tu invece delle mie scritture e video artistici. Grazie Osvaldo!

Maria Pia Monicelli
Dopo la spiegazione di Alessio posso solo aggiungere un mio parere sul risultato: è davvero originale, c'è sempre quella visione metafisica (extraterrestre) che ti contraddistingue. Grazie..:)

Marianna Micheluzzi
Risultato superlativo! Davvero. la scultura tra le ARTI è per me la più affascinante. E' VITA .Grazie.♥

Angela Ragusa
Appena l’ho vista, prima ancora di leggere il tuo commento, ho provato un gran voglia di "sentirla " tra le mani come se potesse emanare non so quale magica sensazione...Toccarla e semplicemente al tatto seguirne i contorni, magari ad occhi chiusi, per dare alla mente la possibilità di goderne della sua bellezza senza l'inquinamento di altri sensi...Ma è Rame?

Mariaconcetta Lo Re
Osvaldo mi apri uno scenario nuovo riguardo all'arte. Mi inviti a riflettere. Ci provo, ma non sono brava. L’arte non è intelligenza, l’arte è molto di più. L’arte è il superamento dell’arte stessa.
Se si parla soltanto di mani nude, allora non avrebbe senso nulla dell’arte fino ad oggi, ed anche il concetto stesso di arte sarebbe un paradosso poiché la creazione artistica è un componimento pensato e strutturato.
Questo vale per la pittura, la musica, la scrittura, la scultura fino al cinema ed alla fotografia.
Prendiamo ad esempio un’opera d’arte che si presenta molto molto semplice e proprio in virtù di questa semplicità possiamo scorgere la genialità dell’artista: essa ci appare semplice proprio perché tanto lavoro è stato fatto dietro. Questo è il minimo comune denominatore di tutte le arti: là dove si manifesta la semplicità disarmante del sublime e della bellezza, vi è il massimo dello studio e dell’artifizio. In questa alchimia nasce la genialità. Grazie ***

Roberta Mabilia
Buon pomeriggio Osvaldo, ti dirò in tutta sincerità non riesco a commentare bene questa tua opera, poichè non amo il genere. Non sarei inerente nè coerente, ed io sono abituata a recensire, commentare con cognizione di causa. Ammiro Michelangelo Buonarroti, ho letto tra le sue diverse affermazioni: "Non vedo l'ora che arrivi da Carrara il blocco di marmo che ho ordinato. L'opera che ho in mente si trova già dentro al blocco di marmo, e mi sta gridando, liberami!" Ed è così che sono nate le sue opere più belle e maestose. Nate tutte dal marmo. Nella tua versione caro Osvaldo, l'operato non riesco ad apprezzarlo., forse il colore, forse l'immagine un po' dura...Insomma, non voglio mentirti. Ciononostante ti ringrazio, ci mancherebbe. Ciao e buon fine settimana.

Salvina Alba
Come opera sperimentale non c'è male... anzi la definirei ben riuscita, da ammirare girandole intorno e, se possibile, sfiorandola. grazie!

Mina Pensi
E' tutto un cesello di luci,sfumature di colori,ombre ...per delineare pieghe, rughe di espressione, rotondità, protuberanze! Simula il colore rosso del rame appena fuso e rovente nella cavità di questa maschera di sole infuocato...! Volto misterioso del Fato che dall'alto di una roccia montagnosa guarda un'umanità ignara e curvata nel faticoso andare...Bella immagine scolpita che dimora negli occhi di chi osserva incuriosito e compiaciuto! Secondo me,Osvaldo,questo tuo dipinto ha una duplice identità tecnica ben riuscita! DI FATTO LA PERCEPISCO COME SCULTURA IN RAME. In verità altre tue opere si presentano come sculture in legno dal colore intenso e caldo e si staccano nettamente dallo sfondo....Devo confessarti che questa tua opera mi incuriosisce e mi attrae...Grazie,caro Osvaldo...Complimenti!

Francesco Era
Penso di capire e condividere le tue esaltanti emozioni, anche se nelle mie modeste realizazzioni non ho mai fatto grafica nel senso che ho un'idea, prendo un pezzo di corallo o legno e "scalpello", certo quando vedo che il corallo o il legno riescono a tridimensionare un mio pensiero, provo un'emozione unica. Mi piace tanto la complicità che tu hai con i tuoi lavori, ci metti anima e cuore. Un caro abbraccio Osvaldo, ciao :-)))

Melina Gennuso
D'accordo con Francesco, le tue emozioni riesci a trasmetterle a noi. Grazie, Osvaldo, bellissima opera, avvolta nei silenzi e nei misteri... :-)

Simonetta Della Scala
la filigrana della lama sul dorso del bronzeo traccia possibili vie di confine ultimo e ultimativo, come se ci si domandasse, come l'artista stessso ammette, fin dove ci si può spingere.. e quest'opera enigmatica, notturna, come davvero un bagliore sulla nuit, un nugolo di lucciole che si incarnano per un attimo lasicandoci il senso di "asparizione" ma nahce di una solidità dolcemenete e ferocemente inafferrabile, sferica nel suo darsi, si snoda in una compattezza labirintica polisemica. sds

Marina Sarti
Ciao Osvaldo, mi piace il tuo modo di descrivere un qualcosa di indescrivibile il disegno che diventa oggetto penso sia più difficile da immaginare di un'idea che diventa dipinto... per ambo le cose ci vuole una particolare sensibilità e non di rado il risultato e sorprendente! Per me la risposta alla tua domanda è no, non è irrealizzabile... ma per me spiegare come riuscirci è un'impresa al di là delle parole che posso usare. Il risultato può piacere o non piacere ma la meraviglia, la gioia, il timore (riesco-non-riesco) sono "doni" che facciamo a noi stessi, doni meravigliosi e ogni volta nuovi, diversi, intensi. Ti accludo il messaggio di una mia amica...

> Teresa De Salvatore commento sulla bacheca di Marina Sarti:
Una sorta di idolo vibrante in cui la grafica sembra sottolineare la chiusura, l'alterità dell'espressione rispetto alla comune vita reale. Direi all'autore di andare avanti. Puoi inoltrarlo a Osvaldo.

Anna Maria Angioi
Come al solito, arrivo in ritardo. Nello schermo piatto del pc non riesco a capire se sia un oggetto bi- o tridimensionale, ma a me ha dato l'impressione di una figura che tenta con sforzo di liberarsi da un velo (la tela del quadro?) che la trattiene e la costringe ad una staticità insopportabile.

Anna Maria Ciaurro
Quando l'artista arriva a rappresentare il suo pensiero in tutte le sue sfaccettature allora vengono fuori capolavori come questo... Osvaldo ha fatto di quest'opera un insieme di movimenti e di stati di stallo... questa immagine parla con la voce della forza del pensiero, sembra proprio che il disegno di essa si appresti ad uscire fuori dalla sua dimensione premendo con forza contro quella membrana "d'acciaio" trasparente che lo trattiene come a volerne impedire il movimento anzi; la nascita... per liberarsi dalla "prigionia" del immagine e farsi quasi carne. L'impressione della più assoluta tridimensionalità che trasmette questa Opera è quella che al seguito di questa testa ci sia anche un corpo anche se non lo vediamo! Il colore rosso del sangue, dà l'idea di quanta vita trasmette, e quel color bronzo e quella espressione mi ha fatto venire in mente un guerriero che non si arrende. Grazie Osvaldo, mi dai modo di spaziare nella voragine del vulcano della tua fantasia.

Katia Pessolano
A me vengono in mente i magnifici dipinti di Modigliani, credo che lui sia riuscito a sublimare il concetto di cui parli! P.S.: complimenti per la tua "sospensione":)

mercoledì 6 luglio 2011

Fiorella Corbi omaggia “Lilith” nel suo blog



La scrittrice Fiorella Corbi, che ringrazio, autrice del romanzo “COEVA” (Bastogi Editrice Italiana) assieme a Maria Pia Carlucci, Maurizio Verdiani e Stefano Capecchi, all’interno del suo blog “Fiorella Corbi (Iridediluce)”, ha omaggiato la mia opera “Lilith” in questo suo post:
http://iridedilucecoeva.wordpress.com/2011/07/06/lilith-di-osvaldo-contenti/

In libreria: “RENDIMI ALTARE” di Angela Ragusa


Recensione e conversazione con l’autrice di Osvaldo Contenti

Sulle ali della poesia

L’atto del fare l’amore è un rito pagano con caratteristiche ancestrali e Angela Ragusa ce lo ricorda costantemente in questa sua matura raccolta di poesie, intitolata “RENDIMI ALTARE”, edita da LietoColle.
Poesie che non sembrano solamente tali, perché il loro andamento liturgico è talmente denso da sfociare nella mediazione simbolica del rito e nella sua conseguente rappresentazione plastica, con ampi richiami ellenistici, tanto da rammentare le poesie amorose di Teocrito.
Da questo punto di vista, la poesia “Il peccato della regina” è assolutamente emblematica, in quanto recita così:
Di passione il tuo sguardo / mi attende, giaciglio / nella dimora del prendersi. / Si compie un peccato divino / e sul trono del mio re / siedo trionfante.
Una lirica che ci fornisce subito la giusta chiave per aprire il ricchissimo scrigno poetico di Angela Ragusa.
Perché la scelta dei termini “giaciglio” e “dimora” già sottendono a non banalizzare il luogo, bensì ad elevarne lo status, che partendo dalla raffinata ambientazione simbolica ha tutte le caratteristiche essenziali per ospitare l’atto regale - quello del delizioso ossimoro di un “peccato divino” – in cui Re e Regina si incoronano a vicenda mediante l’efficacissima metafora del “trono”.
Così, tra “danze notturne”, “ciliege turgide” e “radici avvinghiate”, la poetessa imbastisce un assieme di emozioni senza tempo, pronte a sciogliersi e a ricomporsi dove e quando ve ne sia bisogno, senza mai perdere il filo del desiderio, unica condizione a che tutto si compia in una dimensione ideale, sfruttando i sensi come veicolo “musicale” per arrivare all’armonia degli stessi.
Al di là di questo, l’autrice a volte guarda altrove, magari verso direzioni molto meno quiete e idilliache.
E in quei casi il suo sguardo è smarrito, come in “Rosa avvizzita” o in “Declino”, o severissimo, come in “Marcia nuziale”. E allora ci accorgiamo che dietro il fitto sipario della passione spesso si celano delle ombre inconfessabili o delle ataviche ingiustizie, verso le quali l’analisi è cruda e assolutamente implacabile.
Quindi, Luna Piena e Luna Nera si affacciano nello stesso volume di poesie, una volta ricoprendoci di luce azzurrina e l’altra ammantandoci di cupi tormenti.
Quale fase lunare scegliere tra le due? Nessuna, ovviamente. Perché l’una non esisterebbe senza l’altra, per quella legge dei contrari che dà equilibrio al tutto, anche alla straordinaria produzione lirica di questa poetessa alla sua opera prima. Ma di cui sono certo sentiremo parlare a lungo, per la sua capacità di sublimare concetti eterni, con un’eleganza tutta da scoprire, come “un’aurora dei sensi che appare d’incanto”…

>>> l’articolo prosegue sul Portale dello Spettacolo PALCOSCENICO all’indirizzo:
palcoweb.net


NEWS! Il sito delle edizioni LietoColle, che ringrazio per l'attenzione, ha pubblicato per intero la mia recensione dedicata al libro "RENDIMI ALTARE" di Angela Ragusa all'indirizzo:
http://www.lietocolle.info/it/o_contenti_con_ragusa.html

martedì 5 luglio 2011

VALERIA GOLINO – Photo: Osvaldo Contenti



L’attrice Valeria Golino in un mio fotoritratto del 2005. / The actress Valeria Golino in a 2005 picture of mine.

domenica 3 luglio 2011

Film in Blu-Ray: “ARTHUR E LA VENDETTA DI MALTAZARD” di Luc Besson


Ambientalismo e creatività
Recensione di Osvaldo Contenti


La tematica ambientalista

“Con questo film voglio dare coraggio e speranza ai bambini ai quali lasciamo un mondo sporco e volgare!”. È in questo modo perentorio che Luc Besson ha presentato a Roma, alla Casa del Cinema, il film d’animazione “ARTHUR E LA VENDETTA DI MALTAZARD”, di cui ha firmato il testo (per un libro edito in Italia da Mondadori) e la regia.
Un tono energico, quello adottato del regista francese, che ci fa subito intendere quanto egli abbia a cuore le tematiche ambientaliste, rese ancor più urgenti dall’attuale, profondo stress climatico a cui è sottoposta la Terra.
Un tema, per la verità, già affrontato cinematograficamente, e molto seriamente, nel 2006, da Al Gore nel bellissimo e puntuale docufilm “Una scomoda verità” (titolo orig. An Inconvenient Truth), ma che nella saga di Arthur (iniziata con Arthur e il popolo dei Minimei, dello stesso Besson) viene affrontato con le armi della creatività da artisti e animatori che si pongono al servizio di un messaggio rivolto alle nuove generazioni, verso le quali sentono di dover infondere non solo la speranza in un futuro migliore, ma un pungolo ideologico da convogliare,
unitamente ai piccoli spettatori, verso i potenti che avrebbero il dovere di assicurare la salvaguardia del pianeta.

Il processo creativo e il messaggio ecologico

Una preoccupazione alla quale il recente summit di Copenhagen ’09 ha corrisposto in modo sterile, impacciato, elusivo e con un stallo di fatto che potrebbe costarci molto caro sul versante delle contromisure da adottare contro il surriscaldamento planetario.
Perciò, Besson, prevedendo questo impasse, ha fatto in modo che il presente sequel (a cui seguirà un terzo episodio, già in cantiere) fosse votato all’ecologia.
E in tal senso si spiegano i favolosi scenari di “Paradise Alley”, la minuziosa riproduzione computer grafica della natura del sottobosco, gli animali in festa e i modellini naturali scolpiti dal team dell’artista Hugues Tissandier, unitamente al messaggio di fondo.
Il tutto per un gruppo di 170 tra animatori e supervisori, di cinque graphic designer, Philippe Rouchier, Robert Cepo, Nicolas Fructus, Georges Bouchelaghem, Stéphane Martinez, e un team di sequenze live-action, capitanato dal direttore della fotografia Thierry Arbogast, che ha fatto riferimento alle opere degli artisti statunitensi Norman Rockwell e Edward Hopper, complice la rigogliosa campagna della Normandia, per “catturare” fonti di luce naturale, anche nelle difficili scene notturne.
In un film che quindi ha le qualità artistiche per proporsi in prima fila anche tra i giganti dell’animazione made in Usa.

Giudizio: 4/5

Curiosità

Nella versione americana del film, il cantante Lou Reed prende il posto di David Bowie nel prestare la voce al cattivissimo Maltazard.

In rete

Sito italiano del film
http://moviemax.it/film/Arthur

N.B. Articolo pubblicato sul Portale d’arte Pittura & dintorni all’indirizzo:
pitturaedintorni.it

sabato 2 luglio 2011

“Kalos kai Agathos” di Osvaldo Contenti



Kalos kai Agathos, vale a dire il bello è anche buono, e viceversa, in un rapporto di inscindibile armonia. Per Platone era così. Ma questo concetto espresso nel periodo della Grecia Classica può essere valido anche al giorno d’oggi?

:::::::

Su Facebook, la poetessa Valeria Catania ha dedicato i seguenti, magnifici versi all’opera pubblicata in questo post:

Kalos kai Agathos
Surnatante sofferenza residua inattesa/
Filtra fonema irradiando antefatto/
Sosta adagiata sdoppia allungando divenire contrapposto/
Trasforma volontà di connessione/
Senza scelta/--/


p.s. conosco la bellezza che è anche bontà = e = la bruciante sofferenza del convivere abbracciando l’altro/a

Valeria Catania

:::::::

E a seguire non perdetevi questa serie di strepitosi commenti, sempre inerenti a “Kalos kai Agathos”, amabilmente scritti da alcuni carissimi amici di facebook:

Eliane Micheluzzi
Kalos Kai Agathos " Beau et Bon " l'oeuvre ainsi proposée je la dirai " belle et très originale " comme tu l'es toi dans tes expressions et dans ta façon de voir la vie, c'est toujours très intéressant et cela nous interpelle..compliments Osvaldo, merci de ce cadeau ..amitiès...

Pia 'Smilla' Fantoni Stufissima
mi piace!!!!

Liliana Verdolin
il bello interiore...sicuramente è anche buono....i tuoi colori mi avvolgono stupendi...

Francesco Era
‎"Ogni scarrafone è bello 'a mamma soia"....questa verità ci fa capire che nel profondo dell'anima non esiste il bello o il brutto, il buono o il cattivo, esiste qualcosa che nasce tra l'osservante e l'osservato...voglio chiamarla armonia, ricondurmi a Platone e trovare che lo "scarrafone" diventa bello e buono. Al di là delle parole trovo la tua opera molto significativa. Un caro abbraccio Osvaldo :-)))

Roberta Mabilia
Buon pomeriggio Osvaldo. Certo, è assiomatico. Come quando sovente si dice:" Che bella torta! Chissà quant'è buona!" Nellla tua opera si evince sia l'uno che l'altro. le linee morbide e precise, sinuose e decise, indicano una madre che abbraccia teneremante il suo bimbo. E quest'immagine così dolce, ci porta a provare le stesse emozioni e sensazioni che hai trasmesso tu, con il tuo dipinto. Scaturire vivamente, quanto è bello e quanto è buono il sentimento d'amore. (E questo concetto espresso nel periodo della Grecia Classica è valido anche al giorno d'oggi...) E' valido fintantoché le persone esprimono le loro sensazioni interiori. Sono dell'idea che sia per sempre, poichè il bello e il buono esisteranno per sempre negli animi di coloro che lo sanno immediatamente individuare ed esternare. Quindi la tua provocazione, ad intitolare l'opera Kalos Kai Agathos, è lecita e dovuta. Ciao, a presto. Grazie passa un buon fine settimana.

Daniele Petrone
Complimenti Osvaldo, come sempre opera significativa. Mi permetto e me ne scuso, di accettare la provocazione. Personalmente mi piace considerare il Mondo, come Platone e cioè come un grande Ordine dove tutto si collega in modo armonioso con l'uomo. Arte, Cultura, Scienza, Legalità, Democrazia, Giustizia ecc., per cui caro Osvaldo la tua provocazione oggi trova più che mai oggettivo riscontro nella nostra società. Bello è buono oggi???? Quanta bellezza...... infatti oggi, i politici sono reclutati per la loro bellezza e non perchè devono essere al servizio del Popolo, ma per continuare a fare la vallette , non per garantire a tutti pari opportunità, ma per consolidare privilegi, non per garantire il diritto al Sapere e alla Salute per tutti, ma per pochi, non per affermare principi di giustizia uguali per tutti, ma per sfuggire alla Giustizia........ tutta Bellezza in un grande girone Dantesco. Ancora complimenti, ciao.

Alberto Barra
grazie Osvaldo, quello che vedo è veramente una ricerca spasmodica non tanto degli equilibri che caratterizzano l'opera d'arte bella ... anche ... ma del nuovo ... arte che sia proposizione dell nuovo ...ne abbiamo tutti bisogno ... bisogno di nuovi punti anche grafici di comunicazione ... e l'opera in questione ci riesce ... anche attraverso il colore ... comunichiamo allora ! ahahah grazie nuovamente!

Melina Gennuso
Sono d'accordo con Francesco, nel bello di solito si ricerca la parte buona, un'armonia che li unisce, come se, altrimenti, venisse a mancare il completamento della persona stessa. Un concetto d'unione e d'amore dell'animo umano. La tua opera è bellissima, Osvaldo, complimenti!

Ambra Sorrentino
nessuno e niente è veramente bello e buono se non conosce e presenta anche il brutto ed il cattivo di sè!

mi piace...per questo ancor di più la polarità positivo-negativo dei due dipinti!

Mary Caputo
molto bello...♥

Mina Pensi
Il bello è anche buono? Domanda ricorrente... L'opera creativa è parte intima dell'autore,è comunicazione in definitiva di un'identità.....che come tale è sempre e comunque in evoluzione e alla ricerca di conoscere e comprendere se stessa....! L'artista è una "persona" che si esprime utilizzando mezzi che narrano, propongono e inevitabilmente coinvolgono in un processo di crescita anche il fruitore....! Dunque la mission dell'arte è connettere ,non ha fine scopertamente didascalico....Semmai, tale elemento potrebbe intervenire senza essere voluto....!Il bello è armonia in senso lato,suscita emozioni,sensazioni,contaminazioni, pensieri.....Non è percepito nella stessa intensità e secondo gli stessi parametri! Dunque le risonanze sono varie e talvolta contrastanti...! L'equazione BELLO=BUONO a mio avviso non esiste....Platone considerava l'arte ancella dell'anima razionale ed era subordinata ad essa,doveva perciò soddisfare esigenze di tipo socio-politico,non essendo indipendente.Tendeva a suscitare la catarsi in quanto era finalizzata! La tua opera, Osvaldo, mi infonde una sensazione di calde vibrazioni che dilagano e supportano un processo di evoluzione vitale...con uno sbocco di serena speranza,di raggiungimento degli obiettivi.... Pur tuttavia, le figure come sagome evidenziano anonimato ....nel vivere e nel subire l'ombra del rischio e della fatica esistenziale.....inseriti in un'atmosfera dettata da impulsi, pulsioni tipici dell'ardimento e della passione! Grazie della nuova proposta,caro Osvaldo! Vivissimi complimenti♥

Marlene Kirchesch
✿¯`•.¸,¤°`°¤,¸.•✿✿¯`•.¸,¤°`°¤,¸.•✿✿✿¯`•

L'artista Esistenzialista
je suis d'accord avec Mina Pensi