Molto presto la realtà
virtuale ci permetterà di visitare musei o città d’arte stando comodamente
seduti su una poltrona di casa, semplicemente inforcando un occhiale VR (come il
recente Oculus Rift di Palmer Luckey), con il quale è possibile osservare e percorrere a 360 gradi
degli ambienti digitali estremamente realistici, anche se totalmente generati
dal computer.
Un avanzamento tecnologico
di tutto rilievo, che peraltro potrà avere serie applicazioni mediche o
aeronautiche nel campo dell’addestramento, ma con la solita incognita di chi
potrà farne un uso smodato in applicazioni ludiche, con il rischio di affidarsi
troppo alla realtà artificiale, tanto da rimanerne intrappolati dal punto di vista
psicologico. Esattamente il tema che ho voluto affrontare nell’opera che
vedete.