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lunedì 26 marzo 2012

Al Cinema: "THE LADY" di Luc Besson



PER LA LIBERTÀ DEL POPOLO BIRMANO
RECENSIONE DI OSVALDO CONTENTI

È soprattutto per merito di un’eccezionale Michelle Yeoh se “THE LADY”, di Luc Besson, assurge ad essere uno dei film più importanti degli anni duemila. Perché la bravissima attrice malese ha espresso un coinvolgimento totale nell’interpretare l’eroina del film (e dei nostri tempi) Aung San Suu Kyi, fondatrice della Lega Nazionale per la Democrazia, insignita del Nobel per la Pace nel 1991 e figura di spicco, per tutta la Birmania, di un movimento politico volto a ristabilire, tramite regolari elezioni, le regole fondamentali della democrazia, dei diritti umani e della libera circolazione delle idee e della parola, in un paese che invece da cinquant’anni è oppresso da una dittatura dispotica e sanguinaria.
Per cui, il film del regista francese, oltre ai suoi indubbi meriti artistici, che si traducono in un tono non documentaristico ma pulsante di vita, relativo alla vicenda umana e politica di Suu Kyi, dati gli ancora attuali e feroci contorni di una dittatura militare che vessa il popolo birmano con deportazioni, torture, stupri e omicidi, è chiaro che rappresenti non solo un significativo film da vedere, ma soprattutto un forte stimolo ad intraprendere azioni concrete, individuali e/o nazionali, atte a ripristinare la legalità in un paese retto da dei veri delinquenti in divisa militare, capaci di costringere Aung San Suu Kyi agli arresti domiciliari per dodici anni, semplicemente perché “rea” di aver stravinto le elezioni indette nel 1990, poi invalidate dal regime militare birmano.
Ed è per tale motivo, seguendo l’ottimo impulso dettato dallo straordinario film di Besson, che questa recensione, invece che proseguire nella disamina estetica della pellicola, stavolta si mette al servizio di una giusta causa, fornendo di seguito le piccole-grandi informazioni che possono permettere ai lettori di conoscere la realtà dei fatti, i canali per approfondirla e i link per appoggiare l’operato di Aung San Suu Kyi, un’eroina del terzo millennio che il politico britannico David Cameron ha definito: “Un modello per tutti coloro che credono nella libertà di parola, nella democrazia e nei diritti umani”...

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domenica 3 luglio 2011

Film in Blu-Ray: “ARTHUR E LA VENDETTA DI MALTAZARD” di Luc Besson


Ambientalismo e creatività
Recensione di Osvaldo Contenti


La tematica ambientalista

“Con questo film voglio dare coraggio e speranza ai bambini ai quali lasciamo un mondo sporco e volgare!”. È in questo modo perentorio che Luc Besson ha presentato a Roma, alla Casa del Cinema, il film d’animazione “ARTHUR E LA VENDETTA DI MALTAZARD”, di cui ha firmato il testo (per un libro edito in Italia da Mondadori) e la regia.
Un tono energico, quello adottato del regista francese, che ci fa subito intendere quanto egli abbia a cuore le tematiche ambientaliste, rese ancor più urgenti dall’attuale, profondo stress climatico a cui è sottoposta la Terra.
Un tema, per la verità, già affrontato cinematograficamente, e molto seriamente, nel 2006, da Al Gore nel bellissimo e puntuale docufilm “Una scomoda verità” (titolo orig. An Inconvenient Truth), ma che nella saga di Arthur (iniziata con Arthur e il popolo dei Minimei, dello stesso Besson) viene affrontato con le armi della creatività da artisti e animatori che si pongono al servizio di un messaggio rivolto alle nuove generazioni, verso le quali sentono di dover infondere non solo la speranza in un futuro migliore, ma un pungolo ideologico da convogliare,
unitamente ai piccoli spettatori, verso i potenti che avrebbero il dovere di assicurare la salvaguardia del pianeta.

Il processo creativo e il messaggio ecologico

Una preoccupazione alla quale il recente summit di Copenhagen ’09 ha corrisposto in modo sterile, impacciato, elusivo e con un stallo di fatto che potrebbe costarci molto caro sul versante delle contromisure da adottare contro il surriscaldamento planetario.
Perciò, Besson, prevedendo questo impasse, ha fatto in modo che il presente sequel (a cui seguirà un terzo episodio, già in cantiere) fosse votato all’ecologia.
E in tal senso si spiegano i favolosi scenari di “Paradise Alley”, la minuziosa riproduzione computer grafica della natura del sottobosco, gli animali in festa e i modellini naturali scolpiti dal team dell’artista Hugues Tissandier, unitamente al messaggio di fondo.
Il tutto per un gruppo di 170 tra animatori e supervisori, di cinque graphic designer, Philippe Rouchier, Robert Cepo, Nicolas Fructus, Georges Bouchelaghem, Stéphane Martinez, e un team di sequenze live-action, capitanato dal direttore della fotografia Thierry Arbogast, che ha fatto riferimento alle opere degli artisti statunitensi Norman Rockwell e Edward Hopper, complice la rigogliosa campagna della Normandia, per “catturare” fonti di luce naturale, anche nelle difficili scene notturne.
In un film che quindi ha le qualità artistiche per proporsi in prima fila anche tra i giganti dell’animazione made in Usa.

Giudizio: 4/5

Curiosità

Nella versione americana del film, il cantante Lou Reed prende il posto di David Bowie nel prestare la voce al cattivissimo Maltazard.

In rete

Sito italiano del film
http://moviemax.it/film/Arthur

N.B. Articolo pubblicato sul Portale d’arte Pittura & dintorni all’indirizzo:
pitturaedintorni.it