giovedì 9 giugno 2011

Film in Blu-Ray: “L’ILLUSIONISTA” di Sylvain Chomet


Quando il disegno diventa poesia
Recensione di Osvaldo Contenti


Un film d’animazione che ne vale due, perché assomma la cifra poetica di un grande maestro del cinema come Jacques Tati a quella del talentuoso regista-disegnatore Sylvain Chomet, già messosi in luce con il riuscitissimo “Appuntamento a Belleville” del 2003.
Un brillante connubio che prende le mosse da una sceneggiatura inedita di Jacques Tati, ripresa e ben riadattata da Chomet per confezionare un cartone animato, intitolato “L’ILLUSIONISTA”, di pregevole fattura sia dal punto di vista stilistico che estetico.
Difatti, Chomet, presentando il film all’Ambasciata di Francia in Roma, ha confermato il suo fermo proposito di continuare a proporre dei film d’animazione in “bello stile”, cioè basati su disegni a mano libera senza l’ausilio della computer grafica, salvo per le scene che prevedono soggetti inanimati (automobili, strade, città, ecc.), per le quali il regista ammette che fruire dell’apporto digitale sia legittimo e vantaggioso dal punto di vista dei tempi di realizzazione.
Una precisa scelta estetica in perfetta simbiosi con il candido mondo poetico di Jacques Tati, che, in specie con “Le vacanze di Monsieur Hulot” (1953), “Mio zio” (1958) e “Monsieur Hulot nel caos del traffico” (1971), dette prova non solo di una strepitosa capacità registica, ma in più sviluppò, con molti lustri d’anticipo, le teorie del primato della creatività sulla razionalità, delle buone tradizioni sull’eccessivo modernismo, che a ben vedere son più valide oggi che ieri.
Per cui ne “L’ILLUSIONISTA” tutto, dal tratto piacevolmente retrò dei disegni, non a caso ispirati a dei classici disneyani come “La carica dei 101” e “Lilli e il vagabondo”, al delicato impianto della trama, ci rammenta che il divenire della favola umana può ancora tradursi in quella di un vecchio illusionista che aiuta un’ingenua e poverissima ragazzina scozzese ad entrare nell’età adulta, grazie a delle magie che la giovane ritiene vere, proprio mentre il finire di un’epoca scandisce il tramonto sulle scene dell’illusionista.
Il tutto, abilmente a amorevolmente articolato sulle tipiche movenze di Tati-Hulot, compresa la sua particolare deambulazione e gestualità, che nel film di Chomet sono riprodotte in modo assolutamente magistrale.

Giudizio: 5/5

Curiosità

I cultori di Jacques Tati saranno ben lieti di trovare nel film di Sylvain Chomet uno splendido cameo in cui l’illusionista, entrando in un cinema, assiste a delle scene in cui appare Monsieur Hulot, l’alter ego cinematografico di Tati.

In rete
Sito ufficiale
http://lillusionniste-lefilm.com/#/home

Trailer
http://www.youtube.com/watch?v=t4DUOPEvIUY

N.B. Articolo pubblicato sul Portale d’arte Pittura & dintorni all’indirizzo:
pitturaedintorni.it