Galleria virtuale di dipinti, disegni, sculture, fotografie e recensioni dell'artista Osvaldo Contenti
lunedì 10 dicembre 2012
VITTORIA PUCCINI - Photo: Osvaldo Contenti
L'attrice Vittoria Puccini in una mia foto del 2012. / The actress Vittoria Puccini in a 2012 picture of mine.
venerdì 7 dicembre 2012
“Leonardo – Il restauro del secolo” di Stan Neumann
Un documentario in onda su Sky Arte HD canali 130 e 400
Recensione di Osvaldo Contenti
Raccontare la genesi e i successivi sviluppi di un’operazione di restauro non è mai un’impresa semplice. Figuriamoci quando l’opera in questione è il dipinto “Sant’Anna, la Vergine e il bambino con l’agnellino”di Leonardo da Vinci. Un’opera capitale del genio del Rinascimento italiano, una vero e proprio patrimonio dell’umanità, che quindi ha comportato una mediazione di pareri sia a monte che a valle del lavoro di restauro. Una meditata trafila di pareri, suggerimenti e moniti che il regista Stan Neumann ha monitorato e visualizzato assai bene nel suo documentario “Leonardo – Il restauro del secolo”, (in onda su Sky Arte HD), che in soli 52 minuti ha la capacità di farci entrare nel vivo delle discussioni che hanno preceduto i lavori di pulitura dell’opera, sino al felice esito degli stessi…
>> L’articolo prosegue sul Portale d’arte pitturaedintorni.it
Recensione di Osvaldo Contenti
Raccontare la genesi e i successivi sviluppi di un’operazione di restauro non è mai un’impresa semplice. Figuriamoci quando l’opera in questione è il dipinto “Sant’Anna, la Vergine e il bambino con l’agnellino”di Leonardo da Vinci. Un’opera capitale del genio del Rinascimento italiano, una vero e proprio patrimonio dell’umanità, che quindi ha comportato una mediazione di pareri sia a monte che a valle del lavoro di restauro. Una meditata trafila di pareri, suggerimenti e moniti che il regista Stan Neumann ha monitorato e visualizzato assai bene nel suo documentario “Leonardo – Il restauro del secolo”, (in onda su Sky Arte HD), che in soli 52 minuti ha la capacità di farci entrare nel vivo delle discussioni che hanno preceduto i lavori di pulitura dell’opera, sino al felice esito degli stessi…
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mercoledì 5 dicembre 2012
"MUSICA!" opera di Osvaldo Contenti
Da moltissimi anni ho adottato l’ascolto della musica, da apparecchio stereo o da auricolari di un lettore mp3, come motore energetico per raggiungere e saldare velocemente e piacevolmente il rapporto tra ispirazione e atto creativo, sia per la pittura che per il disegno a mano libera, oppure, più raramente, per opere realizzate tramite lapis e tavolette elettroniche, tecniche alle quali, da pochi mesi, ho aggiunto degli esperimenti in “touch screen”, con l’ausilio di app grafiche che girano su un tablet con OS Android.
Comunque sia, per ognuna di queste tecniche, la musica (quella buona, che esclude ogni tipo di ciarpame acustico) è un veicolo che trovo davvero ottimale per far sì che l’idea si tramuti immediatamente in segno, imprimendosi in modo appassionato, coinvolgente o sognante proprio come la musica mi invita a fare. Ma non con una musica qualsiasi, perché dopo anni di esperienze e interazioni “pittomusicali” ho imparato a riconoscere gli autori che più che si confanno al mio modo di dipingere e di disegnare.
Tra questi, vi sono, a memoria: Pino Daniele, Sting e i Police, Ray Charles, Miles Davis, Keith Jarrett, Kate Bush, Frank Zappa, Charles Mingus, Pink Floyd, Vinicius de Moraes, Patti Smith, Paola Turci, Alanis Morissette, U2, R.E.M., Gino Paoli, Teresa de Sio, Vinicio Capossela, Zucchero, Andreas Vollenweider, Oasis, Giovanni Allevi, Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Piero Ciampi, Simple Minds, Tori Amos, Anita Baker, America, Bruce Springsteen, Marillion, Dire Straits, Eric Clapton, Franco Battiato, Led Zeppelin, Jimi Hendrix, Tina Turner, Doors, Steve Ray Vaughan, Jeff Back, Luigi Tenco, Pierangelo Bertoli, Bob Dylan, Fabrizio De André, Lucio Dalla, Riccardo Cocciante, Francesco Guccini, Claudio Lolli, Blind Faith, Dido, Diana Ross, The Beatles, Traffic, Jethro Tull, Mark Knopfler, Jefferson Airplane, Cream, Neil Young, Shakira, Simply Red, Inxs, Eugenio e Edoardo Bennato, CSN&Y, Jeff Healey, Joe Cocker, Caparezza, Dream Theater, Paolo Conte, Deep Purple, Robert Cray, Tool, Rolling Stones, Santana, Who, Jeff Buckley, Thomas Diethelm, Emerson Lake and Palmer, George Harrison, Ivano Fossati, John Lennon, Yes, Pat Benatar, Elton John, Ella Fitzgerald, Giorgio Gaber, Lionel Richie, Phil Collins, Carly Simon, Carole King, Alex Britti, Pearl Jam, Coldplay, Joe Bonamassa, Joni Mitchell, Mina, Elisa, Giorgia, Whitney Huston, Prince, Michael Jackson, Elvis Costello, B.B. King, Toquinho, Zed Zed Top e il mio amico Tiziano Novelli, ottimo musicista.
Ed è da questi artisti, dai loro brani che giudico migliori, che ho “tratto” buona parte delle opere che ogni volta vedete riprodotte in questi post. Ma stavolta e diverso, perché l’opera intitolata “MUSICA!”, qui riprodotta, è un omaggio in punta di pennello proprio a quei musicisti, cantanti e cantautori che ringrazio davvero di cuore per il loro fantastico contributo alla mia espressione d’arte.
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Anche stavolta l’inesauribile vena poetica di Valeria Catania si traduce in un limpidissimo omaggio in versi dedicato all’opera riprodotta in questo post.
Dislocazione/
Timbriche itineranti frammentano partitura/
Asettico Nitore isola contemplazione/
Segni tracciano flussi d’inerenza ordinando possibilità/
Respira un divenire senza meta/---/
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Anche stavolta l’inesauribile vena poetica di Valeria Catania si traduce in un limpidissimo omaggio in versi dedicato all’opera riprodotta in questo post.
Dislocazione/
Timbriche itineranti frammentano partitura/
Asettico Nitore isola contemplazione/
Segni tracciano flussi d’inerenza ordinando possibilità/
Respira un divenire senza meta/---/
venerdì 30 novembre 2012
“Michelangelo – Il cuore e la pietra” di Giacomo Gatti
Una docufiction in onda su Sky Arte HD nei canali 130 e 400
Recensione di Osvaldo Contenti
È estremamente difficile trovare un film o, come in questo caso, una docufiction che tratti della figura di Michelangelo Buonarroti senza indulgere nella retorica o nella pomposa agiografia, col triste risultato di rappresentarlo come un mito vivente, relegando sullo sfondo di questo suo distorto ritratto la vitalità del ricercatore, il tormentato rapporto col papato e l’eccezionale capacità di innovarsi, opera dopo opera. Quindi, è con molto piacere che abbiamo assistito in tv, su Sky Arte HD, canale 400, al docu-drama “Michelangelo – Il cuore e la pietra”, per la regia di Giacomo Gatti, che rappresenta l’eccezione alla regola di quanto esposto prima. Perché in esso il maestro del Rinascimento italiano, assieme al suo genio, non fa mistero, ad esempio, di svelare tutte le sue frustrazioni legate al fatto di essere stato chiamato ad operare in affresco, tecnica che non conosce perfettamente, invece che come scultore, tecnica che predilige…
Per leggere il resto della recensione cliccate su pitturaedintorni.it alla pagina:
http://www.pitturaedintorni.it/artmovie28.htm
Recensione di Osvaldo Contenti
È estremamente difficile trovare un film o, come in questo caso, una docufiction che tratti della figura di Michelangelo Buonarroti senza indulgere nella retorica o nella pomposa agiografia, col triste risultato di rappresentarlo come un mito vivente, relegando sullo sfondo di questo suo distorto ritratto la vitalità del ricercatore, il tormentato rapporto col papato e l’eccezionale capacità di innovarsi, opera dopo opera. Quindi, è con molto piacere che abbiamo assistito in tv, su Sky Arte HD, canale 400, al docu-drama “Michelangelo – Il cuore e la pietra”, per la regia di Giacomo Gatti, che rappresenta l’eccezione alla regola di quanto esposto prima. Perché in esso il maestro del Rinascimento italiano, assieme al suo genio, non fa mistero, ad esempio, di svelare tutte le sue frustrazioni legate al fatto di essere stato chiamato ad operare in affresco, tecnica che non conosce perfettamente, invece che come scultore, tecnica che predilige…
Per leggere il resto della recensione cliccate su pitturaedintorni.it alla pagina:
http://www.pitturaedintorni.it/artmovie28.htm
martedì 27 novembre 2012
Pittopoesie: “Il giardino dell’arte” con tre omaggi poetici
"Ali sensuali/
ingabbiano l'odore/
comprimono visione/
Sudore/
Piacere/
Desiderare/
Volere/
Stato virgineo/
vomita aderenze/
violenta voracità/
sommerge l'impossibile/------/
respira ritmicamente/-------/"
Valeria Catania
Grazie a degli straordinari poeti, e alla fortuna di averli incontrati su facebook, alcune delle mie opere si sono tramutate in pittopoesie, vale a dire in lavori pittorici che accorpano degli omaggi poetici formando un tutt’uno in una coerente soluzione grafica, tanto che ora mi è difficile pensare a quelle stesse opere senza l’ausilio dell’apporto poetico. Un apporto che si dimostra sempre sostanziale, in quanto le poesie interagiscono con l’opera facendone risaltare gli aspetti evidenti, oppure cogliendone i significati più reconditi, che l’autore ha immesso spontaneamente, ma che acquistano risalto solo grazie alla minuziosa “indagine poetica” che affianca l’opera stessa. Proprio come che si è verificato con “Il giardino dell’arte” e le bellissime poesie firmate da Valeria Catania, Gian Contardo Colombari e da Girasole. Buona pittolettura! Osvaldo Contenti
La tua anima è protesa verso l'Assoluto, vi si immerge, si lascia inondare dalla visione dell'Eternità. I tuoi sensi cadono in letargo: non vedono, non sentono, non assaporano il mondo che ti circonda; si fermano per dare la precedenza alla Percezione, all'Idea. Fra un po' un sussulto del corpo o un rumore improvviso ti riporteranno all'Immanenza e tu rivedrai gli intensi colori del Mondo e sentirai i tonificanti profumi della Vita. Gian Contardo Colombari
Hai occhi rapiti dal nulla nessun tremore li ravviva né le labbra si protendono verso un sorriso. Indecifrabili pensieri arricciano i capelli sparpagliati sul domani. Piccole ali ti sfiorano il sonno e ornando il tuo seno raccontano di te. Girasole
Grazie a degli straordinari poeti, e alla fortuna di averli incontrati su facebook, alcune delle mie opere si sono tramutate in pittopoesie, vale a dire in lavori pittorici che accorpano degli omaggi poetici formando un tutt’uno in una coerente soluzione grafica, tanto che ora mi è difficile pensare a quelle stesse opere senza l’ausilio dell’apporto poetico. Un apporto che si dimostra sempre sostanziale, in quanto le poesie interagiscono con l’opera facendone risaltare gli aspetti evidenti, oppure cogliendone i significati più reconditi, che l’autore ha immesso spontaneamente, ma che acquistano risalto solo grazie alla minuziosa “indagine poetica” che affianca l’opera stessa. Proprio come che si è verificato con “Il giardino dell’arte” e le bellissime poesie firmate da Valeria Catania, Gian Contardo Colombari e da Girasole. Buona pittolettura! Osvaldo Contenti
La tua anima è protesa verso l'Assoluto, vi si immerge, si lascia inondare dalla visione dell'Eternità. I tuoi sensi cadono in letargo: non vedono, non sentono, non assaporano il mondo che ti circonda; si fermano per dare la precedenza alla Percezione, all'Idea. Fra un po' un sussulto del corpo o un rumore improvviso ti riporteranno all'Immanenza e tu rivedrai gli intensi colori del Mondo e sentirai i tonificanti profumi della Vita. Gian Contardo Colombari
Hai occhi rapiti dal nulla nessun tremore li ravviva né le labbra si protendono verso un sorriso. Indecifrabili pensieri arricciano i capelli sparpagliati sul domani. Piccole ali ti sfiorano il sonno e ornando il tuo seno raccontano di te. Girasole
domenica 11 novembre 2012
“Ritratto femminile giallo e verde” di Osvaldo Contenti
Colori acquosi e slavati per rendere l’idea di un’opera che potrebbe sciogliersi in qualcosa di ancora più evanescente, mano a mano che la si osserva. Come se uno sguardo intenso avesse il potere di dissolverla e ricomporla a piacere con un semplice batter di ciglia. Sarà l’osservatore, insomma, a stabilire se e come il ritratto dovrà apparire o svanire davanti ai suoi occhi.
======== La poetessa Valeria Catania, che ringrazio di cuore, ha omaggiato quest'opera nell'area commenti con i seguenti, splendidi versi:
Liquefacendo-----------------/
Oltrepassando la soglia l'esistenza s'inabissa nella verità/
Sostandovi tutto diviene conoscenza e---------------------l'essere scopre il proprio non sapere/---/
======== La poetessa Valeria Catania, che ringrazio di cuore, ha omaggiato quest'opera nell'area commenti con i seguenti, splendidi versi:
Liquefacendo-----------------/
Oltrepassando la soglia l'esistenza s'inabissa nella verità/
Sostandovi tutto diviene conoscenza e---------------------l'essere scopre il proprio non sapere/---/
mercoledì 7 novembre 2012
In Blu Ray: “La Passione di Cristo” di Mel Gibson
La Passione di Cristo” di Mel Gibson
L’autoflagellazione di Mel Gibson
recensione di Osvaldo Contenti
Prologo futuribile…
Quando tra vent’anni su un display da polso uno spot del webcultura mi inviterà a partecipare al convegno interattivo su “La rivoluzione formale del Cristo di Mel Gibson”, mi verrà da sorridere ripensando allo strepito causato dall’uscita nelle sale italiane de La Passione di Cristo, in quel lontano 7 Aprile del 2004. Enrico Ghezzi, nel videodibattito, con sempre meno capelli ma sempre più stralunato, esordirà parlando di: «...sternocleidomastoideo vermiglio e violato del Messia». Allora, pensando che Enrico non cambierà mai, probabilmente spegnerò il minivideo cercando invece di ricordare ciò che The Passion all’epoca aveva effettivamente innovato. E tornando a quelle memorie, rammenterò che il film di Gibson aveva scardinato un tabù, disvelando una colossale rimozione psicologica che per duemila anni non aveva voluto vedere un Cristo insanguinato e crocifisso tra indicibili sofferenze per l’inaudita ferocia dei suoi aguzzini Romani. Perché tutto questo? Probabilmente per lenire un altrettanto colossale senso di colpa che ha sempre attanagliato l’animo dei devoti, artisti e non, i quali, nettando le ferite sul corpo di Gesù, rendendolo splendente, cercarono di elevarlo a simbolo della purezza interiore curandone l’estetica. Una visione romantica, un make-up psicologico, che Gibson ha irrorato di sangue non per gusto orrorifico, ma perché il suo più che un film è un Atto di Dolore, una preghiera per immagini, una rappresentazione di natura devozionale che ripercorre modernissimamente il motivo iconografico del Compianto sul Cristo morto. Nel 2024 ripenserò a tutto questo dandolo per scontato. Magari non ricorderò esattamente se Bin Laden fosse stato trovato esanime tra i suoi stessi escrementi prima o dopo l’uscita del film. Ma ricorderò con certezza che la sua fine e quella del terrorismo di Al Qaeda, in breve tempo, portarono alla costituzione di uno vero e proprio Stato palestinese, che accanto a quello israeliano vedeva finalmente i bambini scambiarsi la kufiya e la kippà in un vicendevole dono di giocatolli. Cosa che nel 2004 era impensabile, perciò il film di Gibson venne tacciato di istigare sentimenti antisemiti, ma solo perché il periodo storico di allora viveva ancora di conflitti armati e ideologici e non era preparato a vagliare serenamente il contenuto dei Vangeli.
… Ma, accidenti alla mia fantasia, eccomi ripiombato nel 2004. Ho promesso ad Hideout un recensione sullo “specifico filmico” de La Passione di Cristo e invece mi ritrovo a fantasticare sul futuro! Forse sarà meglio non scriverle quelle cose lì. O forse sì… perché in fondo quelle cose le penso davvero e Fabio Falzone, che vedo scrutarmi dalla colonna superiore, in questo modo capirà al volo da dove parte il mio punto di vista, liberissimo di pensarla all’opposto. Comunque, sarà meglio ricominciare da capo. Dallo specifico filmico, intendo dire. Ridò un’occhiata agli appunti ed eccomi pronto…
La critica vera e propria
Mel Gibson pennella le ultime dodici ore della vita di Cristo partendo dalle brume serali dell’orto del Getsemani. Gli Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, appena visibili nella nebbia, inconsapevoli di ciò che accadrà, dormono placidamente. Ma una musica grave ci avverte che qualcosa di ieratico sta avvenendo. Infatti, Gesù, percorrendo lentamente, come soverchiato da un peso, il Monte degli Ulivi, ora è conscio che l’amaro calice della Passione sarà fonte dal suo destino terreno. Tutto ciò in una sequenza piuttosto fedele rispetto ai Vangeli, ma già impostata sul tema cardine che interessa a Gibson: la Passione di Cristo come scelta consapevole del figlio di Dio fatto uomo, che col suo sacrificio redimerà i peccati del mondo con la sua morte e resurrezione. E non a caso il regista, in un primo tempo, avrebbe voluto intitolare il suo film semplicemente Passion, senza altra aggiunta. Consigliato diversamente, ha però mantenuto saldo il principio originario della pellicola che focalizza sulla Passione (flagellazione, calvario e crocifissione), e non sulla trasposizione lineare dei Vangeli sinottici, il tema costituente del film. Scelta criticabile, forse, che abbandona l’immensa lezione d’amore di Gesù. Ma comunque una scelta. Che va valutata e rispettata in quanto tale, e non per quello che ognuno di noi avrebbe voluto vedere nel film. Del resto, altrimenti, Gibson avrebbe dovuto confrontarsi con dei titani: Pier Paolo Pasolini e il tema della morte ne Il Vangelo secondo Matteo, Roberto Rossellini e il rigore storico de Il Messia e Martin Scorsese con le lucide provocazioni de L’ultima tentazione di Cristo, che sarebbe stato impossibile pensare di eguagliare sul terreno della narrazione relativa ai resoconti evangelici. Anche perché su quel versante tutto era stato già detto. Così, Gibson, intelligentemente, ha scelto di inquadrare solo una parte della vita di Cristo. Quella probabilmente a lui più congeniale in quanto rispecchia la sua personale devozione verso la figura di Gesù, e al contempo quella rivolta all’unica “parte molle” dei capolavori sopracitati che, invariabilmente, non sono intervenuti sulla “ritrattistica” del Cristo, se non affidandosi ad un’iconografia stereotipata. Ed è lì che Gibson ha espresso il suo vero colpo di genio, quadrando il cerchio delle sue duplici aspettative. Perché l’acuto realismo delle sofferenze patite da Gesù si evidenzia in un sangue effettivo ma anche simbolico, emblematico quindi del concorso di colpa che l’autore vorrebbe farci espiare in quanto compartecipi, come umanità, della messa a morte del Messia. Un’umanità che uccide il proprio Dio, sembra dirci Gibson, non ha altra strada che la devota preghiera del perdono per redimersi. Meglio se seguendo passo passo, e quindi condividendo, il cammino di Cristo verso la croce. Una visione penitenziale e autoflagellante che può non essere condivisa ma che comunque va rispettata. In specie quando la stessa trova sublimazione nel neorealismo a tema sacrale che come una rivoluzione scardina per sempre gli istituti formali precedenti, in un film che, in tal senso, non esito a definire epocale e magistrale.
Nota: Solo vedendo il film una seconda volta mi sono accorto che in una scena del Calvario, quando Maria (Maia Morgenstern) sorregge Gesù (Jim Caviezel) caduto sotto il peso della croce, la postura dei due assume, come in un fermo immagine istantaneo, la stessa che possiamo notare ne La Pietà di Michelangelo. Un pennellata d’autore tanto più stimabile perché non enfatizzata. Bravo Gibson!
L’autoflagellazione di Mel Gibson
recensione di Osvaldo Contenti
Prologo futuribile…
Quando tra vent’anni su un display da polso uno spot del webcultura mi inviterà a partecipare al convegno interattivo su “La rivoluzione formale del Cristo di Mel Gibson”, mi verrà da sorridere ripensando allo strepito causato dall’uscita nelle sale italiane de La Passione di Cristo, in quel lontano 7 Aprile del 2004. Enrico Ghezzi, nel videodibattito, con sempre meno capelli ma sempre più stralunato, esordirà parlando di: «...sternocleidomastoideo vermiglio e violato del Messia». Allora, pensando che Enrico non cambierà mai, probabilmente spegnerò il minivideo cercando invece di ricordare ciò che The Passion all’epoca aveva effettivamente innovato. E tornando a quelle memorie, rammenterò che il film di Gibson aveva scardinato un tabù, disvelando una colossale rimozione psicologica che per duemila anni non aveva voluto vedere un Cristo insanguinato e crocifisso tra indicibili sofferenze per l’inaudita ferocia dei suoi aguzzini Romani. Perché tutto questo? Probabilmente per lenire un altrettanto colossale senso di colpa che ha sempre attanagliato l’animo dei devoti, artisti e non, i quali, nettando le ferite sul corpo di Gesù, rendendolo splendente, cercarono di elevarlo a simbolo della purezza interiore curandone l’estetica. Una visione romantica, un make-up psicologico, che Gibson ha irrorato di sangue non per gusto orrorifico, ma perché il suo più che un film è un Atto di Dolore, una preghiera per immagini, una rappresentazione di natura devozionale che ripercorre modernissimamente il motivo iconografico del Compianto sul Cristo morto. Nel 2024 ripenserò a tutto questo dandolo per scontato. Magari non ricorderò esattamente se Bin Laden fosse stato trovato esanime tra i suoi stessi escrementi prima o dopo l’uscita del film. Ma ricorderò con certezza che la sua fine e quella del terrorismo di Al Qaeda, in breve tempo, portarono alla costituzione di uno vero e proprio Stato palestinese, che accanto a quello israeliano vedeva finalmente i bambini scambiarsi la kufiya e la kippà in un vicendevole dono di giocatolli. Cosa che nel 2004 era impensabile, perciò il film di Gibson venne tacciato di istigare sentimenti antisemiti, ma solo perché il periodo storico di allora viveva ancora di conflitti armati e ideologici e non era preparato a vagliare serenamente il contenuto dei Vangeli.
… Ma, accidenti alla mia fantasia, eccomi ripiombato nel 2004. Ho promesso ad Hideout un recensione sullo “specifico filmico” de La Passione di Cristo e invece mi ritrovo a fantasticare sul futuro! Forse sarà meglio non scriverle quelle cose lì. O forse sì… perché in fondo quelle cose le penso davvero e Fabio Falzone, che vedo scrutarmi dalla colonna superiore, in questo modo capirà al volo da dove parte il mio punto di vista, liberissimo di pensarla all’opposto. Comunque, sarà meglio ricominciare da capo. Dallo specifico filmico, intendo dire. Ridò un’occhiata agli appunti ed eccomi pronto…
La critica vera e propria
Mel Gibson pennella le ultime dodici ore della vita di Cristo partendo dalle brume serali dell’orto del Getsemani. Gli Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, appena visibili nella nebbia, inconsapevoli di ciò che accadrà, dormono placidamente. Ma una musica grave ci avverte che qualcosa di ieratico sta avvenendo. Infatti, Gesù, percorrendo lentamente, come soverchiato da un peso, il Monte degli Ulivi, ora è conscio che l’amaro calice della Passione sarà fonte dal suo destino terreno. Tutto ciò in una sequenza piuttosto fedele rispetto ai Vangeli, ma già impostata sul tema cardine che interessa a Gibson: la Passione di Cristo come scelta consapevole del figlio di Dio fatto uomo, che col suo sacrificio redimerà i peccati del mondo con la sua morte e resurrezione. E non a caso il regista, in un primo tempo, avrebbe voluto intitolare il suo film semplicemente Passion, senza altra aggiunta. Consigliato diversamente, ha però mantenuto saldo il principio originario della pellicola che focalizza sulla Passione (flagellazione, calvario e crocifissione), e non sulla trasposizione lineare dei Vangeli sinottici, il tema costituente del film. Scelta criticabile, forse, che abbandona l’immensa lezione d’amore di Gesù. Ma comunque una scelta. Che va valutata e rispettata in quanto tale, e non per quello che ognuno di noi avrebbe voluto vedere nel film. Del resto, altrimenti, Gibson avrebbe dovuto confrontarsi con dei titani: Pier Paolo Pasolini e il tema della morte ne Il Vangelo secondo Matteo, Roberto Rossellini e il rigore storico de Il Messia e Martin Scorsese con le lucide provocazioni de L’ultima tentazione di Cristo, che sarebbe stato impossibile pensare di eguagliare sul terreno della narrazione relativa ai resoconti evangelici. Anche perché su quel versante tutto era stato già detto. Così, Gibson, intelligentemente, ha scelto di inquadrare solo una parte della vita di Cristo. Quella probabilmente a lui più congeniale in quanto rispecchia la sua personale devozione verso la figura di Gesù, e al contempo quella rivolta all’unica “parte molle” dei capolavori sopracitati che, invariabilmente, non sono intervenuti sulla “ritrattistica” del Cristo, se non affidandosi ad un’iconografia stereotipata. Ed è lì che Gibson ha espresso il suo vero colpo di genio, quadrando il cerchio delle sue duplici aspettative. Perché l’acuto realismo delle sofferenze patite da Gesù si evidenzia in un sangue effettivo ma anche simbolico, emblematico quindi del concorso di colpa che l’autore vorrebbe farci espiare in quanto compartecipi, come umanità, della messa a morte del Messia. Un’umanità che uccide il proprio Dio, sembra dirci Gibson, non ha altra strada che la devota preghiera del perdono per redimersi. Meglio se seguendo passo passo, e quindi condividendo, il cammino di Cristo verso la croce. Una visione penitenziale e autoflagellante che può non essere condivisa ma che comunque va rispettata. In specie quando la stessa trova sublimazione nel neorealismo a tema sacrale che come una rivoluzione scardina per sempre gli istituti formali precedenti, in un film che, in tal senso, non esito a definire epocale e magistrale.
Nota: Solo vedendo il film una seconda volta mi sono accorto che in una scena del Calvario, quando Maria (Maia Morgenstern) sorregge Gesù (Jim Caviezel) caduto sotto il peso della croce, la postura dei due assume, come in un fermo immagine istantaneo, la stessa che possiamo notare ne La Pietà di Michelangelo. Un pennellata d’autore tanto più stimabile perché non enfatizzata. Bravo Gibson!
martedì 6 novembre 2012
Sky Arte HD sui canali 130 e 400
Il primo canale televisivo dedicato all’Arte
Pittura, scultura, architettura, musica, letteratura, teatro, design e tutte le forme di espressione artistica troveranno spazio in un unico palinsesto dedicato sia agli appassionati, che avranno l’opportunità di approfondire i loro interessi, sia ai semplici curiosi che potranno avvicinarsi all’arte in un modo completamente nuovo attraverso le grandi produzioni internazionali (Sky Arts, BBC, Channel 4, Arte, PBS, Sundance Channel) e quelle originali del canale. E’ Sky Arte Hd, il primo canale televisivo dedicato all’Arte in tutte le sue declinazioni che dal 1° novembre sarà visibile a tutti gli abbonati Sky (che dispongono dell’Hd nel proprio abbonamento) sui canali 130 e 400 della piattaforma.
Segui la programmazione di Sky Arte HD all’indirizzo: http://guidatv.sky.it/guidatv/canale/sky-arte-hd.shtml
Pittura, scultura, architettura, musica, letteratura, teatro, design e tutte le forme di espressione artistica troveranno spazio in un unico palinsesto dedicato sia agli appassionati, che avranno l’opportunità di approfondire i loro interessi, sia ai semplici curiosi che potranno avvicinarsi all’arte in un modo completamente nuovo attraverso le grandi produzioni internazionali (Sky Arts, BBC, Channel 4, Arte, PBS, Sundance Channel) e quelle originali del canale. E’ Sky Arte Hd, il primo canale televisivo dedicato all’Arte in tutte le sue declinazioni che dal 1° novembre sarà visibile a tutti gli abbonati Sky (che dispongono dell’Hd nel proprio abbonamento) sui canali 130 e 400 della piattaforma.
Segui la programmazione di Sky Arte HD all’indirizzo: http://guidatv.sky.it/guidatv/canale/sky-arte-hd.shtml
sabato 29 settembre 2012
MAURO PAGANI – Photo: Osvaldo Contenti
Il musicista e cantante Mauro Pagani in una mia foto del 2007. / The musician and singer Mauro Pagani in a 2007 picture of mine.
martedì 25 settembre 2012
Al cinema: “PROMETHEUS” di Ridley Scott
Recensione di Osvaldo Contenti
Adrenalinico come “Avatar” e filosofico come “Blade runner”, “Prometheus”, di Ridley Scott, è uno scrigno immaginifico ricolmo di preziose gemme filmiche, a cominciare dall’ottima e complessa trama, passando per le sontuose e accurate ambientazioni scenografiche e finendo con una ricca serie di colpi di scena, che hanno il pregio di non abbassare mai la tensione del film sino alle sue scene finali. Il tutto, badando sempre a svolgere le funzioni di quello che è un vero e proprio prequel di “Alien”, dello stesso autore ma del 1979, illuminando e chiarendo tutti i vuoti lasciati da quel capolavoro della fantascienza moderna…
L’ARTICOLO PROSEGUE SU PALCOSCENICO
Adrenalinico come “Avatar” e filosofico come “Blade runner”, “Prometheus”, di Ridley Scott, è uno scrigno immaginifico ricolmo di preziose gemme filmiche, a cominciare dall’ottima e complessa trama, passando per le sontuose e accurate ambientazioni scenografiche e finendo con una ricca serie di colpi di scena, che hanno il pregio di non abbassare mai la tensione del film sino alle sue scene finali. Il tutto, badando sempre a svolgere le funzioni di quello che è un vero e proprio prequel di “Alien”, dello stesso autore ma del 1979, illuminando e chiarendo tutti i vuoti lasciati da quel capolavoro della fantascienza moderna…
L’ARTICOLO PROSEGUE SU PALCOSCENICO
lunedì 17 settembre 2012
‘Come Scrivere un Libro’ (Bruno Editore)
Le tecniche e i segreti per scrivere un libro svelati in un ebook pubblicato da Bruno Editore.
È uscito in questi giorni l’ebook "Come Scrivere un Libro" di Michela Albanese, edito in lingua italiana da Bruno Editore, numero uno in Italia dell’editoria elettronica. Il libro è un verso corso di formazione digitale ricco di moduli per imparare tecniche narrative e strategie stilistiche per ideare, scrivere e pubblicare un’opera, sia essa un romanzo, un manuale, un saggio… la pubblicazione è suddivisa in cinque interessanti capitoli. Il primo insegna come pianificare e strutturare le idee, creare l’incipit e sviluppare un metodo per catturare da subito il lettore in una trama coerente e accattivante; il secondo spiega come gestire la strategia della tensione; il terzo come costruire le mappe creative e ideative ponendo attenzione sull’importanza dei dettagli e sull’utilizzo di tecniche di brainstorming per liberare al massimo il proprio potenziale creativo; il quarto e il quinto, invece, approfondiscono sia i segreti della revisione del testo fornendo utili metodi e strumenti di lavoro che come trovare il proprio editore, proponendo consigli pratici per la scelta di target e formati, ma anche suggerimenti per come presentarsi in modo vincente. Curato dalla scrittrice e giornalista romana Michela Albanese (esperta anche di scrittura creativa), "Come Scrivere un Libro" è stato pubblicato in questi giorni in formato elettronico (ottimizzato per PC, Mac, Ipod, iphone, Ipad, Lettori MP3) al costo di euro 9,97; il titolo è presente oltre che sul sito di Bruno Editore anche nelle più importanti librerie online, fra cui Amazon, IBS e Feltrinelli. Altra particolarità di questo fantastico manuale è la versione audio-eBook, certamente più comoda soprattutto per chi viaggia in automobile o usa molti i dispositivi di nuova generazione come tablet e lettori Mp3.
‘Come Scrivere un Libro’ (Bruno Editore) - ISBN: 9788861745322 | Anno: 2012| Pagine: 115
È uscito in questi giorni l’ebook "Come Scrivere un Libro" di Michela Albanese, edito in lingua italiana da Bruno Editore, numero uno in Italia dell’editoria elettronica. Il libro è un verso corso di formazione digitale ricco di moduli per imparare tecniche narrative e strategie stilistiche per ideare, scrivere e pubblicare un’opera, sia essa un romanzo, un manuale, un saggio… la pubblicazione è suddivisa in cinque interessanti capitoli. Il primo insegna come pianificare e strutturare le idee, creare l’incipit e sviluppare un metodo per catturare da subito il lettore in una trama coerente e accattivante; il secondo spiega come gestire la strategia della tensione; il terzo come costruire le mappe creative e ideative ponendo attenzione sull’importanza dei dettagli e sull’utilizzo di tecniche di brainstorming per liberare al massimo il proprio potenziale creativo; il quarto e il quinto, invece, approfondiscono sia i segreti della revisione del testo fornendo utili metodi e strumenti di lavoro che come trovare il proprio editore, proponendo consigli pratici per la scelta di target e formati, ma anche suggerimenti per come presentarsi in modo vincente. Curato dalla scrittrice e giornalista romana Michela Albanese (esperta anche di scrittura creativa), "Come Scrivere un Libro" è stato pubblicato in questi giorni in formato elettronico (ottimizzato per PC, Mac, Ipod, iphone, Ipad, Lettori MP3) al costo di euro 9,97; il titolo è presente oltre che sul sito di Bruno Editore anche nelle più importanti librerie online, fra cui Amazon, IBS e Feltrinelli. Altra particolarità di questo fantastico manuale è la versione audio-eBook, certamente più comoda soprattutto per chi viaggia in automobile o usa molti i dispositivi di nuova generazione come tablet e lettori Mp3.
‘Come Scrivere un Libro’ (Bruno Editore) - ISBN: 9788861745322 | Anno: 2012| Pagine: 115
martedì 11 settembre 2012
Alla Biennale di Venezia il fascino del 3D parla di futuro
Se il terzo millennio simbolicamente rappresenta la terza età dello spirito, forse veramente siamo già entrati pienamente - e magari senza accorgercene - anche nella terza dimensione. Di questo e d’altro si è parlato alla 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. Si è svolto infatti il 7 settembre 2012, presso lo Spazio Luce-Cinecittà, l’evento “Le frontiere del 3D - le nuove tecnologie nella cultura e nei media” sotto l’egida della Commissione Europea, con il patrocinio istituzionale della rappresentanza in Italia.
L’apertura dell’incontro è stata riservata alla conferenza per la presentazione alla stampa del libro “3D Stereoscopico. Guida professionale per cinema, tv, new media” edito dalla FAG Edizioni e curato da Jordan River e Gianfranco Confessore. Il testo è in distribuzione nelle migliori librerie italiane ed è già molto apprezzato oltre che in ambito formativo e accademico anche in ambiente professionale, poiché come hanno sottolineato i maggiori rappresentanti del settore, al momento è l’unico libro completo che pone le fondamenta sull’argomento e in lingua italiana. Il testo infatti non mantiene in riserbo i segreti professionali del 3D stereovision, che pur essendo un fenomeno in continua evoluzione nel volume viene svelato senza mistero. Spesso infatti, come ha sottolineato anche Gianfranco Confessore durante la conferenza, ‘chi scrive non sa fare’, ma questa volta l’argomento è trattato da figure professionali che operano fattivamente nel settore da oltre dieci anni. È peraltro ormai una filosofia dello stesso editore FAG di Milano, che ricerca sempre attentamente gli autori nelle varie professioni con i contenuti raccolti direttamente sul campo.
Molti gli ospiti presenti al Meeting per parlare di 3D, fra cui il Presidente della Twentieth Century Fox Italia Osvaldo DE SANTIS che, in rappresentanza in Italia di una delle major Usa e tra le più importanti al mondo, ha voluto sottolineare che se da una parte a livello internazionale il fenomeno è sempre in continua espansione (non si poteva non citare il titolo in 3D e campione d’incassi “Avatar” di J. Cameron, prodotto appunto dalla sua major) dall’altra in Italia, soprattutto sul piano produttivo, tale sviluppo del settore viene visto con «falso scetticismo, poiché si tratta di tecniche e tecnologie che la maggioranza degli addetti ai lavori ancora non conosce». De Santis ha in tale contesto fatto presente che il 3D parte dalla sceneggiatura e che dev’essere vissuto prima come una forma espressiva e poi anche a livello commerciale. Importante anche l’intervento del Direttore del canale SKY 3D Italia Cosetta LAGANI, che ha sottolineato quanto il fenomeno sia sempre in forte espansione e che anche grazie a tale canale stereoscopico questo nuovo linguaggio di fruizione culturale può avere sempre più risvolti positivi. Quindi non solo le sale per proiettare in 3D, ma un canale interamente riservato al formato, il primo in Italia con il 100% di programmi in 3D che trasmette via etere, e che è sempre alla ricerca di nuovi contenuti in versione tridimensionale. Tra i relatori è intervenuta anche l’intraprendente produttrice cinematografica Manuela CACCIAMANI, AD di D2B, azienda leader in Italia nella grafica 3D, sottolineando come il 3D debba in qualche modo divenire «3T: Trama, Tradizione, Tecnologia». Articolato e interessante, altresì, l’intervento del Direttore Internazionale della SMPTE Society of Motion Picture and Television Engineers (ente internazionale che si occupa in particolare di standard degli audiovisivi) Angelo D’ALESSIO, che ha evidenziato l’importanza del libro ‘3D Stereoscopico’ che può essere molto utile anche da un punto di vista culturale. D’Alessio, da attento esperto di standard e formati, parlando di 3D e audiovisivo in generale, ha sottolineato infine quanto l’individuazione di standard qualitativi possa essere determinante nella resa finale di un’opera culturale audiovisiva dal suo concepimento sino alla fruizione finale, soffermandosi anche sull’importanza che riveste il suono in ambiente tridimensionale. A tal proposito durante l’apertura dei lavori lo stesso Jordan River, esperto di regia 3D e produzione stereoscopica, che sta recentemente seguendo da vicino anche alcuni progetti di ricerca del MIUR sulla Stereovisione 3D per conto della Delta Star Pictures, ha fatto presente come anche in ambito di ricerca scientifico-tecnologica stanno venendo fuori molte curiosità positive circa le implicazioni psicologiche di questa tecnica. Il regista ha sottolineato come occorra sfatare l’idea sbagliata che il 3D stanca la vista e il cervello: al contrario, se il 3D è curato magistralmente, questa è una tecnica che durante la visione rilassa anche la mente – si potrebbe definire un’operazione creativa di sinfonia della mente, poiché la mente agisce per archètipi. Occorre invece dire che il 3D sul piano professionale è ancora giovane e che il 99% delle opere prodotte in 3D sono scadenti, mal prodotte, spesso pensate e girate in 2D e poi convertite in stereoscopia. Ciò è dovuto a un problema di scolarizzazione sul tema. Non meno interessante, soprattutto per i professionisti del settore, la relazione esposta dal Consigliere della Regione Lazio On. Antonio PARIS – in molti, infatti, apprezzando la sensibilità e l’attenzione che il rappresentante della Regione Lazio riserva anche al settore dell’audiovisivo, a conclusione dell’incontro hanno voluto nominarlo ‘ambasciatore del cinema’. Paris ha ricordato l’importante legge quadro sull’audiovisivo che la Regione Lazio ha recentemente approvato in aula e che l’ente regionale ha messo a disposizione un fondo da 45 milioni di euro per il Cinema e l'Audiovisivo e l’intervento emendativo proprio sul 3D al quale Jordan River ha contribuito con la Regione Lazio. Lo stesso Jordan River ha sottolineato tuttavia, anche su indicazione di molti produttori con i quali collabora spesso, che i meccanismi ‘retroattivi’ di attuazione degli interventi regionali del Lazio per il cinema debbano guardare al futuro e non al passato, e quindi il riconoscimento dei finanziamenti dev’essere, così come avviene anche per tutti i bandi europei, approvato con tempi accettabili mediante apposito e formale decreto d’impegno per progetti meritevoli, e solo la rendicontazione finale deve riguardare la retroattività a saldo dell’intervento – un meccanismo sicuramente più democratico e a sostegno anche dei produttori meno tutelati. Paris ha rilevato durante il meeting la sua disponibilità ad intervenire riservando la dovuta premialità al 3D e quindi alle nuove tecnologie che sarà oggetto d’intervento anche nella programmazione del Centro regionale per il Cinema e l’Audiovisivo della Regione Lazio.
Durante l’incontro sono stati proiettati in anteprima spezzoni di alcuni recenti lavori in stereoscopia 3D, fra cui il documentario stereoscopico ‘Apollineum 3D’ diretto da Jordan River e girato a oltre 2000 metri di altezza sulle vette più alte del Parco Nazionale del Pollino (uno dei parchi più grandi d’Europa e ancora inesplorato) e alcuni spezzoni 3D inediti del film ‘Sacred Code 3D’ sempre diretto da Jordan River, progetto di fiction per cui è prevista anche la pubblicazione del romanzo di narrativa fantasy.
FONTE: Corbec Film -
- LINK
Sacred Code: http://www.sacrocodice.com/
venerdì 7 settembre 2012
AMBRA ANGIOLINI – Photo: Osvaldo Contenti
L'attrice Ambra Angiolini in un mio fotoritratto del 2011. / The actress Ambra Angiolini in a 2011 picture.
giovedì 6 settembre 2012
“Chat room Roberto Rossellini” di Renzo Rossellini e Osvaldo Contenti
Un'appassionata lettura del paesaggio mentale e artistico del pioniere del neorealismo e ispiratore della nouvelle vague. Dai ricordi del figlio emerge l'intimo romanzo della vita e lo spirito dei suoi progetti: una libera visione del mondo tra diffusione del sapere enciclopedico e vitale volontà di trasformazione.
Prefazione di Carlo Lizzani; postfazione di Vittorio Giacci.
Testimonianze inedite di: Marcella De Marchis Rossellini, Silvia D'Amico, Suso Cecchi D'Amico, Gillo Pontecorvo, Giuseppe Rotunno, Carlo Rustichelli, Enzo Verzini e Alessandro Curzi.
"Bisogna che l'educazione non sia più tenuta in conto di un tirocinio di durata limitata e introduttiva alla vita, bensì come una componente della vita stessa. Il mestiere che dobbiamo veramente imparare è il mestiere di uomo."
"Non ho mai voluto dimostrare niente, ho voluto soltanto osservare, guardare, obiettivamente, moralmente, alla realtà."
Roberto Rossellini
• Brossura: 160 pagine
• Prezzo: € 15.00
• Editore: Luca Sossella - Collana: Cosmopoli
"Chat room Roberto Rossellini" - sintesi recensioni e segnalazioni stampa:
Liberazione: "Un libro ricco di cinema e di umanità, di quelli che ti dicono cento volte più di un saggio "(Roberta Ronconi)
LA STAMPA: "...un libro esatto, amoroso e infinitamente simpatico che permette di discernere il vero dal falso "(Lietta Tornabuoni)
Radiocorriere TV: "...il libro Chat room Roberto Rossellini, scritto dal figlio Renzo con Osvaldo Contenti (Luca Sossella editore), ha la capacità di rendere il lettore l'attore principale, facendolo proprio "chattare" con il grande autore di Roma città aperta "(Caterina Eleuteri)
HappyWeb: "Chat room Roberto Rossellini (Sossella, 15 euro) - Storia della vita e del lavoro di Roberto Rossellini scritta in forma di chat: un dialogo elettronico illuminante "(Francesca Reboli)
Film Tv: "La verità su molti momenti cruciali dell'esperienza rosselliniana, i conflitti con i produttori e la diva di turno, la complessità e l'importanza della fase preparatoria del film, i rapporti, spesso ostici, con i critici, le sofferenze, i rifiuti, i film realizzati e i progetti evaporati, la creatività come processo maieutico raccontati in questa "stanza delle parole" ci avvicinano ancora di più a un maestro che si concedeva il lusso di un'unica nostalgia, quella per il futuro "(Enrico Magrelli)
Corriere della Sera: "Nella chat-room di Rossellini tutta l'opera del regista in un dialogo fra Roma e Los Angeles "(G. Gs.)
la Repubblica: "Sotto gli auspici del sindaco Veltroni e per iniziativa dell'Istituzione Roberto Rossellini, verranno presentati il libro "Chat room Roberto Rossellini" (Luca Sossella editore) frutto di una lunga corrispondenza telematica tra Renzo Rossellini e un giovane cinefilo romano, Osvaldo Contenti... "(Paolo D'Agostini)
Il Messaggero (intervista a Renzo Rossellini): "Come nasce "Chat room Roberto Rossellini"? - Da una corrispondenza via Internet, Los Angeles-Roma, tra me ed un critico romano, Osvaldo Contenti. L'idea era quella di ripercorrere idealmente la biografia di mio padre raccontando le tappe più importanti della sua carriera e della sua vita "(Leonardo Jattarelli)
l'Unità: "Una giornata per ricordare Roberto Rossellini a 25 anni dalla sua scomparsa. Appuntamento a Roma (ore 17,30) al Museo d'Arte Contemporanea (via Reggio Emilia). Per l'occasione sarà presentato il libro Chat room Roberto Rossellini del figlio Renzo Rossellini e Osvaldo Contenti... "(Alberto Crespi)
IL TEMPO: "Un libro nato come una normale comunicazione a distanza tra Roma e Los Angeles, che poi si è rivelato una grande fonte di informazione e di studio sulla vita e sull'opera del regista (...) "(Car. Ros.)
IL MATTINO: "...novità assoluta il libro scritto dal figlio Renzo insieme ad Osvaldo Contenti, Chat room Roberto Rossellini, edito da Luca Sossella"(Pasquale Iaccio).
mercoledì 5 settembre 2012
"Ragazza triste" disegno di Osvaldo Contenti
Ci sono sofferenze che scavano nella persona
come i buchi di un flauto,
e la voce dello spirito ne esce melodiosa.
Vitaliano Brancati
======== Con intensissima liricità, la poetessa Valeria Catania ha dedicato a questo disegno questi splendidi versi:
Luna fredda astrae ritrosia feconda/
Intermittenza adamantina illumina risacca cristallizzata/
Guizzo psichico cesella universi senza l'altro/---/
giovedì 26 aprile 2012
Al cinema: “Il castello nel cielo” di Hayao Miyazaki
Recensione di Osvaldo Contenti
Il film d’animazione Il castello nel cielo è l’ennesimo capolavoro del regista Hayao Miyazaki. Un autore celebrato a livello internazionale per la superlativa qualità delle sue pellicole, che tra le altre annoverano le pluripremiate La città incantata e Il castello errante di Howl.
La cui cifra poetica è costantemente incentrata sul concetto del volo come metafora di massima libertà individuale, sul sacrificio per il prossimo a base della rinascita del genere umano e sul richiamo un po’ mistico a miti e leggende del passato, dalle quali è possibile trarre insegnamenti (o moniti) che si dimostrano traducibili anche all’interno di società tecnologicamente avanzate…
>> L’articolo prosegue sul portale Pittura & dintorni alla pagina:
http://www.pitturaedintorni.it/artmovie.htm
lunedì 16 aprile 2012
Corso “L’arte del ritratto” – disegni degli allievi
Il corso “L’ARTE DEL RITRATTO”, tenutosi dal 12 Gennaio sino al 29 Marzo 2012, strutturato in dodici lezioni pomeridiane, di due ore ciascuna, svoltesi nell’aula di laboratorio della Scuola Secondaria di I grado “Sestio Menas” (appartenente all’I.C. “Viale dei Consoli, 16” di Roma, sotto il Dirigente Scolastico Dott.ssa Marilena Pera), mi ha visto impegnato come docente d’arte al fine di insegnare le tecniche-base del ritratto figurativo a degli allievi della Scuola Primaria Statale “Don Gioacchino Rey”, frequentanti le classi IV A e IV B, con gli ottimi risultati che è facile verificare nei raggruppamenti fotografici che vedete raccolti in questo post.
La notizia di questo corso è stata riportata anche nel sito ufficiale della Scuola “Don Gioacchino Rey”, grazie al Prof. Raffaele Crispino, che ringrazio per il fattivo interessamento.
“L’arte del ritratto” nel sito della Scuola “Don Gioacchino Rey”:
http://web.mclink.it/MM6975/vialedeiconsoli/page2.html
martedì 27 marzo 2012
Tesori di Roma (1) – Photo: Osvaldo Contenti
Li Tesori.
Ce ne so' ttanti de tesori, speciarmente drento Roma e in de la campagna romana, che a ppotelli scoprì ttutti ce sarebbe da diventà mmijonari.
La maggior parte de 'sti tesori da scoprì stanno scritti in certi libbri antichi antichi. Infatti, tanto tempo fa, un ingrese lesse in uno de 'sti libbri:
« Tra la vacca e 'r toro
Troverai un gran tesoro »
Lui se messe a ccercà ppe' tutta Roma, e ddefatti in d'una scurtura che sta ssotto a quel'archetto appoggiato a la cchiesa de San Giorgio in Velabbro, ce trovò scorpito, tra ll'antre cose, una vacca e un toro.
Fece fa un ber bucio tra quele du' bbestie, e cce trovò una pila tutta piena de monete d'oro. Difatti, si l'annate a vvede er bucio incora ce se trova.
(Giggi Zanazzo, 1860 – 1911)
*
Traduzione in italiano:
I Tesori.
Vi sono così tanti tesori, specialmente in Roma e nella campagna romana, che a poterli scoprire tutti si potrebbe diventare milionari.
La maggior parte di questi tesori da scoprire sono descritti in certi libri assai antichi.
Infatti, molto tempo fa un inglese lesse in uno di questi libri:
« Tra la vacca e il toro
Troverai un gran tesoro »
Egli si mise a cercare per tutta Roma, e difatti in una scultura situata sotto al piccolo arco che poggia contro la chiesa di San Giorgio in Velabro, trovò scolpiti, fra le altre cose, una vacca e un toro.
Fece scavare un bel buco fra quei due animali, e vi trovò una pentola piena di monete d'oro. Difatti, se l'andate a vedere, il buco si trova ancora lì.
lunedì 26 marzo 2012
Al Cinema: "THE LADY" di Luc Besson
PER LA LIBERTÀ DEL POPOLO BIRMANO
RECENSIONE DI OSVALDO CONTENTI
È soprattutto per merito di un’eccezionale Michelle Yeoh se “THE LADY”, di Luc Besson, assurge ad essere uno dei film più importanti degli anni duemila. Perché la bravissima attrice malese ha espresso un coinvolgimento totale nell’interpretare l’eroina del film (e dei nostri tempi) Aung San Suu Kyi, fondatrice della Lega Nazionale per la Democrazia, insignita del Nobel per la Pace nel 1991 e figura di spicco, per tutta la Birmania, di un movimento politico volto a ristabilire, tramite regolari elezioni, le regole fondamentali della democrazia, dei diritti umani e della libera circolazione delle idee e della parola, in un paese che invece da cinquant’anni è oppresso da una dittatura dispotica e sanguinaria.
Per cui, il film del regista francese, oltre ai suoi indubbi meriti artistici, che si traducono in un tono non documentaristico ma pulsante di vita, relativo alla vicenda umana e politica di Suu Kyi, dati gli ancora attuali e feroci contorni di una dittatura militare che vessa il popolo birmano con deportazioni, torture, stupri e omicidi, è chiaro che rappresenti non solo un significativo film da vedere, ma soprattutto un forte stimolo ad intraprendere azioni concrete, individuali e/o nazionali, atte a ripristinare la legalità in un paese retto da dei veri delinquenti in divisa militare, capaci di costringere Aung San Suu Kyi agli arresti domiciliari per dodici anni, semplicemente perché “rea” di aver stravinto le elezioni indette nel 1990, poi invalidate dal regime militare birmano.
Ed è per tale motivo, seguendo l’ottimo impulso dettato dallo straordinario film di Besson, che questa recensione, invece che proseguire nella disamina estetica della pellicola, stavolta si mette al servizio di una giusta causa, fornendo di seguito le piccole-grandi informazioni che possono permettere ai lettori di conoscere la realtà dei fatti, i canali per approfondirla e i link per appoggiare l’operato di Aung San Suu Kyi, un’eroina del terzo millennio che il politico britannico David Cameron ha definito: “Un modello per tutti coloro che credono nella libertà di parola, nella democrazia e nei diritti umani”...
>> L'ARTICOLO PROSEGUE SU PALCOWEB.NET ALL'INDIRIZZO:
http://www.palcoweb.net/Argomenti/2012/thelady/
venerdì 16 marzo 2012
Al Cinema: “Magnifica presenza” di Ferzan Ozpetek
Magnifica presenza: quando la finzione diventa realtà
Recensione di Osvaldo Contenti
Magnifica presenza è una commedia insolita per la cinematografia italiana, perché caratterizzata da forti atmosfere oniriche e qua e là da vivaci e divertenti accenti comici, che bilanciano perfettamente i momenti drammatici che troveremo insediati soprattutto nella seconda parte della pellicola. Quindi un film estremamente variegato, dove Ferzan Ozpetek (Mine vaganti, Un giorno perfetto, Saturno contro) conferma ancora una volta la sua vena di regista originale, libero dagli schemi e molto incline ad un cinema di recitazione, tanto da lambire quanto avviene su un palcoscenico teatrale…
>> l’articolo prosegue sul sito esserciweb.it all’indirizzo:
www.esserciweb.it/in-evidenza/magnifica-presenza-quando-la-finzione-diventa-realta/
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