lunedì 12 marzo 2012

ELIO GERMANO – Photo: Osvaldo Contenti


L’attore Elio Germano intervistato dai giornalisti dopo la proiezione per la stampa del film “Magnifica presenza” di Ferzan Ozpetek.

venerdì 2 dicembre 2011

LUISA RANIERI e PAOLO GENOVESE – Photo: Osvaldo Contenti



L’attrice Luisa Ranieri e il regista Paolo Genovese in una mia foto del 2011. / The actress Luisa Ranieri and the director Paolo Genovese in a 2011 picture of mine.

giovedì 6 ottobre 2011

Al Cinema: “A DANGEROUS METHOD” di David Cronenberg


Psicanalisi e triangoli d’autore
Recensione di Osvaldo Contenti

Due curiosi triangoli paralleli sono alla base dell’interessante intreccio di “A DANGEROUS METHOD” di David Cronenberg (Videodrome, The Fly, Crash, A History of Violence, La promessa dell’assassino). Il primo è costituito dal libro di John Kerr “UN METODO MOLTO PERICOLOSO” (Frassinelli editore, titolo orig. “A Most Dangerous Method”) che ha ispirato l’adattamento teatrale di “The Talking Cure” (“La terapia delle parole”), andato in scena con gran successo al National Theatre di Londra dal 2003, che a sua volta ha fornito lo spunto per elaborare l’ottima sceneggiatura cinematografica realizzata dallo sceneggiatore Christopher Hampton, autore anche del testo della pièce. Il secondo triangolo, invece, è proprio quello raccontatoci dal film del regista canadese, cioè quello intervenuto tra Sigmund Freud, Carl Gustav Jung e Sabina Spielrein. In quanto la Spielrein, dal 1904, venne curata dal ventinovenne Jung, divenendo successivamente la sua amante. Il tutto mentre Jung si incontrava con Freud, o gli scriveva per lettera, anche a proposito della Spielrein, che una volta guarita, e laureatasi in psicologia, finì per influenzare con le sue tesi sia il padre della psicanalisi che l’”allievo”, poi antagonista, operante a Zurigo (…)

Giudizio: 4 su 5

L’ARTICOLO PROSEGUE SUL PORTALE PALCOSCENICO IN:
palcoweb.net

venerdì 23 settembre 2011

Al Cinema: “L’ALBA DEL PIANETA DELLE SCIMMIE” di Rupert Wyatt


Il ritorno delle scimmie intelligenti
Recensione di Osvaldo Contenti

Con la prossima uscita nelle sale dell’attesissimo “L’ALBA DEL PIANETA DELLE SCIMMIE”, diretto da Rupert Wyatt (Prison Escape), salgono a sette i film ispirati al romanzo “La planète des singes” di Pierre Boulle. Una saga cinematografica iniziata nel lontano 1968 con il capostipite “Il pianeta delle scimmie”, con un indimenticabile Charlton Heston, a cui hanno fatto seguito, con alterna fortuna: “L’altra faccia del pianeta delle scimmie” del 1970, “Fuga dal pianeta delle scimmie” del 1971, “1999 – Conquista della Terra” del 1972, “Anno 2670 – Ultimo atto” del 1973 e “Planet of the Apes”, remake de “Il pianeta delle scimmie”, del 2001.
Quindi, a conti fatti, con il film di Wyatt sono ben quarantatrè anni che le scimmie intelligenti create da Boulle ci mettono di fronte ad inquietanti interrogativi sul futuro della nostra specie…

Giudizio: 3 su 5

L’ARTICOLO PROSEGUE SUL PORTALE D’ARTE PITTURA & DINTORNI IN:
pitturaedintorni.it

mercoledì 21 settembre 2011

Al Cinema: “THE EAGLE” di Kevin Macdonald



Il mistero della legione scomparsa
Recensione di Osvaldo Contenti


La leggenda legata alla sparizione di 5.000 soldati della Nona Legione romana, di stanza in Britannia, avvenuta nel II secolo d.C., è ancor oggi avvolta nel più fitto dei misteri. Ed è grazie alla scrittrice inglese Rosemary Sutcliff e al suo bestseller “LA LEGIONE SCOMPARSA” (edito in Italia da Mondadori, titolo orig. The Eagle of the Ninth) se già dal 1954, anno di uscita della prima edizione del libro, tale vicenda viene dibattuta non solo da insigni studiosi, ma soprattutto da uno stuolo di appassionati, con in testa i lettori scozzesi, convinti che i popoli delle highlands abbiano tenuto testa all’invasione e allo strapotere dell’Impero Romano proprio in virtù dell’eliminazione della Nona legione. Una sorta di orgoglio nazionale che in Scozia equivale al piccolo David che sconfigge il terrorizzante e insolente gigante Golia del noto episodio biblico.
Una convinzione sulla quale gli storici non concordano affatto, asserendo che la Nona potrebbe essere stata stanziata su altre campagne di guerra, forse addirittura in Medio Oriente. Anche se il ritrovamento di un’aquila romana rinvenuta nella citta di York, l’antica Eburacum, nell’Inghilterra settentrionale, e la costruzione del Vallo di Adriano, attuata proprio per contrastare le forti ribellioni dei popoli del Nord, porterebbero a pensare l’esatto contrario, cioè che effettivamente quei cinquemila soldati romani potrebbero aver subito un violentissimo attacco, o più imboscate, con relativa decimazione, da parte di forti tribù scozzesi, alleatesi per dare una sonora lezione all’invasore romano.
Sia come sia, il libro della Sutcliff, stampato in più di un milione di copie in tutto il mondo, con lo scorrere dei decenni è divenuto una sorta di emblema nazionale per tutta la Gran Bretagna. Una lettura che a suo tempo affascinò anche il produttore inglese Duncan Kenworthy e il regista scozzese Kevin Macdonald (L’ultimo re di Scozia, State of Play), che dopo varie traversie e una serie di inconciliabili impegni incrociati, alla fine, grazie all’ottimo apporto dello sceneggiatore Jeremy Brock, hanno trovato la quadra e il terzetto ideale per mettere in cantiere “THE EAGLE”, una libera trasposizione cinematografica del romanzo originale, con esiti più che soddisfacenti, anche in considerazione del fatto che la pellicola non ha avuto un alto budget produttivo come Kenworthy sperava di avere…

Giudizio: 4 su 5

L’ARTICOLO PROSEGUE SUL PORTALE PALCOSCENICO IN:
PALCOWEB.NET

domenica 11 settembre 2011

National September 11 Memorial Museum



Descrizione Progetto

Il Memorial Museum sarà una struttura destinata ad attività culturali. Il progetto rappresenta una prudente reazione al carattere orizzontale del memoriale disegnato dalle due grandi vasche, che sorgeranno nelle immediate vicinanze. Il museo avrà il compito di offrire ai visitatori l’opportunità di ricordare quanto accaduto l’11 settembre 2001 e di riflettere sulle conseguenze della cancellazione del ricordo. Alcuni elementi evocheranno chiaramente le torri gemelle, altri ne saranno solo un’allusione. Il cuore della struttura si svilupperà attorno ad un grande atrio vetrato farà da ingresso al museo e che consentirà ai visitatori di guardare all’interno del museo. Qui troveranno spazio i due “tridenti” del World Trade Center. Si tratta delle colonne portanti di acciaio che fungevano da sostegno strutturale alle Torri Gemelle, rimaste in piedi anche dopo il crollo. Pochi giorni fa è stato portato a Ground Zero il primo dei due tridenti. Il secondo sarà posizionato nei prossimi giorni. La struttura dell’atrio sostiene il carico di una complessa rete di strutture collocate nel sottosuolo. Ne risulta una soluzione strutturale disegnata da elementi diagonali che conferisco all’edificio una insolita identità scultorea che compensa la verticalità delle vecchie colonne esposte nell’atrio. Il museo sarà rivestito in metallo (facciata e copertura), composto da un mosaico di più superfici riflettenti; reminiscenza della facciata delle torri del WTC. La riflessività cangiante della superficie darà maggiore visibilità anche alle vicine vasche del memoriale.

Architectural intentions

The Museum Pavilion is the primary structure above ground at the Memorial site, serving to guide foot traffic and to provide a visual point of reference within a large area surrounded by several high towers. Its low, horizontal form can be seen easily from all directions and provides a sense of intimacy in an otherwise capacious urban space. Its materials and gestures are designed to create a transitional architectural link between the urban surroundings and the Memorial grounds, similar to the unifying architectural features of many other parks and squares in Manhattan. A significant aspect of the Pavilion’s identity is formed around a large glazed atrium situated over the Museum’s Memorial Hall and near the center of the Memorial Plaza. The atrium allows visitors to see into the Museum where two large steel columns from the original World Trade Center buildings are on display. These columns, often referred to as “tridents” because of their trunk‐like split shapes, form a harmonious visual link to the surrounding shrub oak trees of the Memorial Plaza. As authentic structural elements recovered from the former towers, the two tridents placed side by side will create an immediate visual reference to the distinctive “gothic arch” motif of the Twin Towers and, in their re‐erection at the site, will convey strength, fortitude, resilience, survival, and hope. At night, the atrium lighting will provide a distinctive glowing lantern for the Memorial Plaza, helping to create an inviting and safe environment for evening visitors. The unique structural design of the atrium accommodates its asymmetrical loading atop a complex network of structures below the ground. The web‐like form of the structural solution has varying diagonal orientations providing an uncommon sculptural identity that complements the sheer verticality of the trident columns of the former World Trade Center towers on display in the atrium. The exterior of the building is clad primarily in metal that is composed of a simple striated mosaic of varying reflective surfaces, the subtle design of which is reminiscent of the façade of the former World Trade Center towers. Photographs and narratives of the original towers describe a linear pattern sometimes broken by the shadows of passing clouds or the changing patterns of the sun throughout the day and the seasons. These images allow for the often harshly described Twin Towers to be seen in a more nuanced light. Through the changing reflections of the new Pavilion’s exterior, the design rekindles a suggestion of this endearing and ephemeral character of the former towers.

FONTE: archiportale.com

venerdì 9 settembre 2011

FABRIZIO BENTIVOGLIO – Photo: Osvaldo Contenti



Il regista Fabrizio Bentivoglio, a Roma, in un mio fotoritratto del 2005. / The director Fabrizio Bentivoglio, in Rome, in a 2005 picture of mine.

martedì 6 settembre 2011

Art in the Forest – Photo: Osvaldo Contenti



La Foresta Incantata è un groviglio di foglie e di arbusti che tra luci ed ombre ti avvolge in un manto di arcani misteri, di sensazioni sopite dal tempo, di sospiri sospesi e di pensieri che non sospettavi nemmeno di avere. Ma che ora riaffiorano, sorprendenti, come un reperto d’arte scaturito dalla fitta foresta delle tue emozioni.

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Da quella miniera di amici chiamata Facebook, ecco scaturire una serie di preziosi commenti, misti a poesie di pregio, che vi invito a leggere con molta attenzione.

Fabyennee L Etoile
Bellissima......e bello quello che hai scritto, grazie mille per il pensiero :) un caro saluto e buona giornata :)

Araba Fenice
ci si perde a volte, a volte ci si ritrova, bellissimo OSVALDO, tutti noi dovremmo far una sosta, tra questi grovigli, lasciare ke tutte le nostre incertezze entrino come spine nei nostri cuori, sapremmo almeno uscirne, ----ops lo sapevo ci vedo poco e molto mi pungoooo

Gian Contardo Filemazio Colombari
L'incanto della Natura, scultrice di statue vive. L'incanto della Civiltà, autrice di tracce che faranno sognare i posteri. L'incanto dell'Arte, filosofia creativa che fa da ponte fra sogno e realtà. L'incanto delle emozioni, che sgorgano dall'anima e si adagiano come un velo sulla psiche, sostenendosi a quei bastioni insostituibili che sono la Natura e l'Arte.

Valeria Catania
INCANDESCENZE ILLIBATE MODULANO EBBREZZA SISMICA/ ATTRAVERSANO ANTROPOLOGICO GETTITO / BRIVIDO PENNELLA -------------- / DENTRO IL TRANSITO IMPLOSO GUIZZA IL MINIMALE CLONE AMBIGUO GEMMAZIONE D'IMMANE BELLEZZA/--/ P.S. SOSTANDO NELLA FORESTA ABORIGENA DEPURAI LAMIA ANIMA DAL SUPERFLUO INVESTITA DA SMASCHERANTE E SEMPLICE AUTENTICITA'------------------------/----/

Marianna Micheluzzi
Condivido l'onda d'emozioni che avvolge la persona!Bellissimo lavoro. Complimenti e grazie.

Liliana Verdolin
bellissima foto...bellissimo pensiero....come sempre del resto....osvaldo...

Francesco Era
La foresta incantata è dentro ognuno di noi.....scoprirla in un viaggio che parte dall'interno di se stessi per poi,interagendo con l'esterno, scoprire cose che non pensavi di avere, paure che svaniscono come nebbia al sole, finestre che si aprono a visioni da sogno. Osvaldo, per me, sei (passami il termine ) una bella finestra!!! Mi piace usare come prezzemolo, una frase che come monito, stava scritta all'ingresso di una famosa grotta a Delfi, la sua traduzione è: "Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l'universo e gli Dei".:-)))

Maria Grazia Della Pietra

Nel timido soffio del vento
al nuovo sorriso del sol
si scopre la valle dorata
incanto d'anima e cor.
Sentiero che ormai ti nascondi
rivela la via che fu
tra quercia castano ed abete
al nostro passo silente.
Odori sfumati nel senso
colori ormai senza età
tra resine ed erbe inebrianti,
tra ombra e verità
leggiadra visione di sogno
e di parallela realtà
trascendi l'umana coscienza
pacando il mio fiero ardore.
O spelnde in me la tua luce
nel suo riflesso pace ed amor
il verde intimo manto
e della roccia il grigio pudor
incanto e pura energia
ricolma d'antica saggezza
io canto la tua meraviglia,
divina e mistica essenza
incanto e vera magia,
tra neve rugiada e tempesta
il sogno unito a leggenda
lo spirito della foresta.
Ti amo madre natura,
o vita che data mi fu
o splendi scintilla infinita
tra il verde il grigio ed il blu
vi amo creature dei boschi
pulsanti di vita e ancor più
custodi d'astrali pensieri
che a noi si celano arcani.
O spelnde in me la tua luce
nel suo riflesso pace ed amor
il verde intimo manto
e della roccia il grigio pudor
incanto e pura energia
ricolma d'antica saggezza
io canto la tua meraviglia,
divina e mistica essenza
incanto e vera magia,
tra neve rugiada e tempesta
il sogno unito a leggenda
lo spirito della foresta.

Da : Lo spirito Della Foresta

Roberta Mabilia
Fantastico Osvaldo, più bello di un sogno, di un desiderio di un prodigio agognato...E' qui! E' vera. Una meraviglia. Grazie amico caro, un bacio.

Melina Gennuso
Veramente meravigliosa, caro Osvaldo, è come sentirsi parte di quella natura incantata! Grazie!

Mina Pensi
Osvaldo,che rifugio attraente e misterioso...! Cortine di verde ed intrecci di arbusti e rami...Su ogni foglia piccole perle di rugiada e rughe e pieghe celate in sacche di liane! Fiori nascosti diffondono fragranze di stelle cadute ed impigliate nei rovi....Folletti dispettosi ridono mostrando denti aguzzi e lingua appuntita...Ad ogni passo la fantasia libera le catene di un mondo opaco sempre uguale dai colori sbiaditi! C'è luce soffusa nella foresta, ma anche tende d'ombra gettate da un brezza birichina....L'arte sprigiona un vortice di immagini e suoni che stordiscono ed invitano a tentare la sorte misteriosa di un tempo fuori dal tempo....un tempo sognato...un tempo di frontiera!!! Belle suggestioni suggerisce il tuo misterioso dipinto,carico di emozioni...Grazie,Osvaldo.

giovedì 1 settembre 2011

“Separè” di Osvaldo Contenti



Con tutti i locali open space e soprattutto i loft, che adesso vanno tanto di moda, la funzione di un divisorio temporaneo potrebbe tornare in auge per delimitare, proprio in quelle vaste superfici abitative senza mura, una zona privata demarcata da quelle delicate “pareti mobili” chiamate separè. Che dalla loro, a mio avviso, darebbero anche un tocco di vivacità e di romanticismo in più rispetto agli elementi di arredo, fin troppo minimalisti, che tutti possiamo osservare in versioni sempre più fredde e razionaliste. Così m’è venuto in mente di disegnare un separè molto intrigante, dai colori talmente vivaci tanto da “riscaldare” anche gli ambienti più gelidi.

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Su facebook, il poeta e mio carissimo amico Gian Contardo Colombari, che ringrazio, ha dedicato i seguenti, splendidi versi a "Separè":

Erotismo velato dall'ombra, / fatta di colori e di pasta di vetro: / ma è illuminante penombra, / che disvela ciò che si cela dietro. / La figura annuncia l'amore, / sesso libero eppur discreto, / vissuto senza falso pudore, / con disio appagato e lieto.


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Rivolgo i miei sentiti ringraziamenti anche alla poetessa Valeria Catania, che proprio su questo blog ha dedicato a "Separè" la bellissima lirica che segue:

Bucando la luce latita l'inespresso svestendo verità/ Oltre l'io lucida follia compatta desio del Sè foce d'immagini variegate/ Groviglio neuronale alimenta viva sensorialità/---/

domenica 31 luglio 2011

MIKE NEWELL – Photo: Osvaldo Contenti



Il regista Mike Newell, a Roma, in un mio fotoritratto del 2007. / The director Mike Newell, in Rome, in a 2007 picture of mine.

sabato 30 luglio 2011

In libreria:“La culla” di Francesco Maria Tipaldi


Recensione di Osvaldo Contenti

Non c'è poeta più radicalmente lunare di Francesco Maria Tipaldi. Poiché la sua notte profonda ha origine da dove Tutto ha origine: l'oscurità del grembo materno. Ed è da quella notte uterina, fatta di carne e sangue, che il poeta trae spunto (forse, memoria) per cantare le sue lodi alla vita e alla non vita.
"Siamo uomini non morti (o morti solo per metà) tra le favole senza morale...", scrive, infatti, l'autore nei suoi Vespri. Rammentandosi e rammentandoci quel poco che siamo: chimica sospesa tra l'essere e il divenire, grazie a una Dea Madre che però più nessuno idolatra.
Invece, Francesco Maria ricorda ed è grato alla Dea. Concependo, egli stesso, la sua avventura umana come quella di un argonauta sbarcato in un mondo extravaginale.
Un mondo strano. A dir poco. Fatto di sangue, ma anche di pummarole, di letame e di tenere lattughe, di sputi e di sorrisi. Dove del vello d'oro non v'è traccia alcuna, se non nelle pagliuzze dorate immerse negli occhi forse dormienti di una musa.
Quest'argonauta, quindi, è qui ad esplorare e a esplorarci. Noi, anime spesso urlanti, in un bizzarro e nervoso pianeta-caffettiera.
E facciamoci dunque esplorare, dico io! Leggendone il resoconto in questo "taccuino di viaggio", con licenza poetica, intitolato "La culla".
Un libriccino da leggere, con amore, possibilmente di notte. O, comunque, a partire dall'imbrunire. Se lo farete, mi ringrazierete. Perché solo fra le tenebre distinguerete tutte le sue luci. Quelle racchiuse nel profumo delle ammine, nelle nuvole d'incenso o nei fumi di cotone.
Cosa dite...? Ma viste quelle luci? Ragione di più per scoprirle assieme a Francesco Maria! Buona lettura!

Conosciamo l’autore
Francesco Maria Tipaldi nasce a Nocera Inferiore (SA) il 29 marzo 1986. Sue poesie hanno ricevuto riconoscimenti a premi e risultano inserite in antologie. "La culla" è la sua opera prima.

In rete
“La culla” LietoColle editore

venerdì 29 luglio 2011

STEFANIA ROCCA – Photo: Osvaldo Contenti



L’attrice Stefania Rocca in un mio fotoritratto del 2005. / The actress Stefania Rocca in a 2005 picture of mine.

mercoledì 27 luglio 2011

“ANNI ’70” di Osvaldo Contenti



Non so che cosa ci avesse preso in quegli anni. Certo gli stimoli di una società in forte stravolgimento non ci mancavano davvero. Perché attorno a noi stava cambiando tutto: dai sommovimenti studenteschi all’uomo sulla luna, dalla musica rock alla pop-art, da Che Guevara a Herbert Marcuse, era tutto un fiorire di nuovi concetti e stili di vita, che specialmente per noi studenti del liceo artistico rappresentavano una sorta di manna dal cielo per le nostre attività inerenti agli studi o alle esperienze artistiche extracurricolari. Infatti, appena usciti dai cancelli del liceo, dagli zaini uscivano fuori coloratissime magliette realizzate in batik, collanine, anelli e bracciali di impronta “neoinduista”, poster legati a vari gruppi musicali e manufatti in legno colorato ispirati all’arte africana. Io invece avevo trovato un altro modo per trarre profitto dall’arte. Appena uscito da scuola raggiungevo di volata la Basilica di San Pietro e una volta all’interno mi disponevo dinanzi alla Pietà di Michelangelo, dove in circa mezz’ora realizzavo tre copie del capolavoro michelangiolesco (ripreso da varie angolazioni e disegnato con matita sanguigna) che poi, fuori dalla basilica, vendevo a dei turisti sempre molto ben disposti ad acquistare generosamente dei disegni originali riferiti all’insigne opera del Buonarroti. Insomma, in un modo o nell’altro, i colori e la vivacità di quei prodigiosi anni ’70 finivano per riversarsi sulle nostre vite e in senso lato sui nostri volti, come simbolicamente ho cercato di rappresentare attorno e sul viso del ragazzo raffigurato nell’opera che vedete in questo post.

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Di seguito, assieme ad una strepitosa poesia di Valeria Catania, vi invito alla lettura di una serie di illuminanti commenti, indirizzatimi su facebook, che molto meglio di me hanno sottolineato il senso e la sostanza di quegli indimenticabili anni '70.

"Anni '70"

Visualizzazioni irrompono affollando dissolvenze/
Gorghi caotici occasionali alimentano insaziabile sentire/
Riflessi/ soglia districano l’illimitato adagiandosi sulla soglia dell’essere altrove/
Infinitesima capienza muove l’universo/
Odoroso =A=more/---/


p.s. saluti dal luogo dove il silenzio fertile regna sovrano/---/

Valeria Catania

Marianna Micheluzzi
Dici cose verissime! Tanti sogni e tanta voglia di fare in quegli anni ! I migliori anni della nostra vita: impegno sociale, politico e culturale in senso stretto.Grazie.

Adele Parrillo
‎...Osvaldo...il Batik...l'insegnante di disegno e storia dell'arte ci insegnò a farlo... :-)

Alberto Barra Detto Capogiallo
Son grandi tematiche queste...le collane e l'oriente e l'africa ...a portata di mano...i quadri come grilli parlanti messi a tacere spesso dalla stupidità ideologica del potere...noi non siamo potere...nessun intellettuale vero e puro può esserlo veramente!...

Roberta Mabilia
E dici bene caro Osvaldo Contenti, perchè facendo parte integrante di quei bellissimi anni, confermo e ribadisco che quello che ci prendeva era dettato da una forte motivazione e determinazione, in quanto tutto ciò che posseggo oggi è dovuto al fatto che me lo sono sudato conquistato e guadagnato, con spirito d'iniziativa ed intraprendenza come hai fatto tu con i tuoi disegni all'uscita della Basilica. "Piccolo imprenditore di te stesso, idea, messa in pratica e guadagno meritato". Avevi i colori nella tua indole... Ciao amico caro, buona giornata.

Angela Ragusa
Ricordo quegli anni...sai anch' io volevo fare il liceo artistico ma poi decisi per il classico...quei ragazzi dai lunghi capelli ,così colorati,così avanguardisti spaventarono i miei genitori che mi convinsero per l'altro liceo....Anche se in una città piccola come Siracusa si viveva questo fiorire di nuovi stili mentre proliferavano tutti quei negozi di stile orientale dalle infinite collanine colorate,dai laccetti di pelle all'avorio, dalle borse di stoffa alle sacche all' uncinetto e a quelle sempre di pelle cucite a mano....e quante fragranze di profumi....patchiulli, incenso, sandalo...concentrati in quelle minuscole boccette....e chi dimentica...e tu con il tuo dipinto ci porti ulteriormente alla memoria quegli anni tracciando il volto di un giovane che potrebbe essere il tuo e i suoi lunghi capelli segno di anticonformismo e libertà....(sai i miei figli sono così...portano i capelli lunghi) e poi i tanti colori che sovrastano dallo sfondo....quei colori vivaci che sono simbolo di ogni bella gioventù.

Liliana Verdolin
molto gradevole...

Araba Fenice
Spesso mi kiedo, siamo cosi radicati e impregnati dei colori del nostro tempo ke nn saprei se li scambiassimo con le altre generazioni.....ma sicuramente ci danno la possibilita' di aggiungere nuovi colori.....affinke questa nostra tavolozza, sia sempre piu' riccca delle piu svariate sfumature...............♥

Alberto Barra Detto Capogiallo
La creatività vera .... forse è questa la vera trasgressione...i colori che paiono i soliti...poi diventano insoliti....ed allora nascono le opere d'arte...

Katia Pessolano
Che tristezza invece aver vissuto i vuoti anni '80! Gli anni in cui venivano addormentate le coscienze, l'energia e il potenziale creativo dei giovani attraverso il drive in e altre droghe ugualmente efficaci...gli anni che hanno visto morire gli ultimi veri grandi artisti del 900 come il magico Chagall e Picasso, come John lennon!Bravo Osvaldo a ricordare i ferventi anni 70 anche a noi che non li abbiamo vissuti, anche attraverso l'immagine e i colori del tuo lavoro!

Salvina Alba
Bello il tuo quadro! Quei colori sul viso e tutto intorno rendono bene l'idea dei "figli dei fiori", epiteto di cui ci fregiavamo con orgoglio, figli della pace e dell'amore che volevano cambiare il mondo... e in parte ci siamo riusciti!

Celestina Romito
I messaggi liberatori dei giovani contestatori del ‘68 passavano attraverso le forme creative e trasgressive dell'abbigliamento, cariche di richiami simbolici interculturali e pacifisti ...e si avvalevano della capacità aggregante della musica con i suggestivi concerti di Bob Dylan... nelle sue canzoni la rabbia e la poesia di una nuova visione del mondo che dette spazio e forza ad un grandissimo impegno civile... dei giovani attivisti ferventemente impegnati nella campagna contro il disarmo nucleare, a favore dei diritti civili delle minoranze etniche e della difesa dell'ambiente... furono gli anni in cui i giovani furono i protagonisti del cambiamento... gli anni del movimento studentesco... .che ci ha visti impegnati con l'occupazione delle università... ricordi incancellabili... ero al secondo anno del corso di pedagogia presso l'università di Bari...

Melina Gennuso
Ero a Torino, la mia adolescenza, le passeggiate sotto i portici di via Po, le manganellate in testa a carnevale da parte dei ragazzini impertinenti ehehhehe, i 45 giri nel giradischi, le gite al fiume e la spensieratezza dei miei anni...vorrei tornare lì, a quella età...Bello il tuo dipinto, Osvaldo, erano gli anni dei capelli al vento anche per i ragazzi, verso gli anni 80...grazie!

Francesco Era
I bei commenti hanno ben definito la magia di quegli anni. Mi ha incuriosito una frase del tuo racconto, "Io invece avevo trovato un altro modo....." Mi piace questo essere parte di un fiume in piena ma allo stesso tempo seguire una propria rotta come se sentissi un richiamo per qualcosa che avevi dentro...l'arte, la tua anima lo dimostra. Grazie Osvaldo un abbraccio ciao :-)))

Eliane Micheluzzi
Les années 70 représentaient pour moi et d'autres, des années formidables où tout était possible dans tous les domaines, il y avait de l'espoir pour tous les jeunes, qu'en reste t'il aujourd'hui ? la jeunesse est désespérée, les plus diplômés, les jeunes artistes et comédiens, les musiciens, les peintres, comme il est difficile pour tous de vivre leur passion, difficile société que la notre aujourd'hui...merci cher Osvaldo, tu es toi un artiste avec certainement des moments difficiles malgré ton talent...cependant je te souhaite le plus grande succès possible tu le mérites assurément...amitiés de ton amie française....Eliane

Roberta Mabilia
Che bella l'ultima citazione che hai postato alla fine: (Infinitesima capienza muove l'universo...) Sai Osvaldo, quando noi ragazze ci vestivamo di sgargianti colori, e sulle guance ci disegnavamo i fiori...Ecco, mi sono venuti in mente gli hippie e i figli dei fiori...I colori li avevamo dentro l'anima. Ciao e grazie a te.

Mina Pensi
Gli anni '70....La libertà di vivere,di creare,di amare,di pensare e di fare...!Come in ogni ventata di rinnovamento, c'è la forza e la scoperta delle proprie passioni e soprattutto la magia di trasgredire per gustare le conseguenze di idee e pensieri...La gioia e talvolta la rabbia di "mostrare" per lasciare segni tangibili dell'essenza e dell'esistenza...Parole e parole ,tracciati di idee per impostare un nuovo umanesimo...Creare,discutere,progettare,realizzare,immaginare,sognare...Grande fervore,amore per l'esistenza ovunque e con chiunque...Esaltante,e come tale, rischiosa e pericolosa,nel senso che l'ubriacatura ,qualunque essa sia ,porta a non riconoscere i limiti della realtà oltre i quali non andare...Se lo spirito di rinnovamento non è coniugato ad una stabile e chiara visione degli obiettivi, conduce al caos ed alla tragedia...L'animo vivace della gioventù intesa come primizia necessita di una dose, anche se minima, di maturità interpretativa...!Fiori,colori,disegni,profumi di mondi lontani aprivano gli orizzonti,spalancavano gli sguardi su altre dimensioni...si volava,si sognava!!!!Nel profilo del tuo giovane c'è tutta la simbologia di quegli anni!nonostante le esagerazioni,sono stati tempi memorabili! Al confronto con i giovani d'oggi,mortificati ed inibiti,i giovani di allora ne escono vincitori....Grazie,Osvaldo,per gli spunti di riflessione che ci proponi e per la tua bravura!

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...e, dulcis in fundo, un'altra splendida testimonianza-poesia di Valeria Catania:

Nascevo negli anni ’70 solo più tardi =studiai= le vite dei figli dei fiori / alcune artefatte altre intense/ autentiche/ vive/
Scrutavo/ ascoltando il battito del mio cuore / sentendo a pelle vibrazioni infinitesimali strutturate / La vera rivoluzione di tante monadi infuocate era quella di riuscire a conglobare un’infinitesima capienza che muoveva l’universo /
Alcuni dei loro passi erano mossi da un Odoroso Amore/----/

Un grazie Vivo / ai lindi ricami dell'artista Osvaldo Contenti /---/

Valeria Catania

martedì 26 luglio 2011

Film in Blu-Ray: “LIVE! – Ascolti record al primo colpo” di Bill Guttentag


La morte in diretta Tv
Recensione di Osvaldo Contenti


Alla disperata ricerca di aumentare lo share e gli annessi introiti pubblicitari, la dirigente di un’emittente televisiva, Katy Courbet (Eva Mendes), concepisce un reality in cui il “gioco” della roulette russa decreterà la morte di uno dei concorrenti.

Una morte agghiacciante in diretta tv, che “LIVE! ASCOLTI RECORD AL PRIMO COLPO”, a firma del regista Bill Guttentag, ci propone con un chiaro intento paradossale e provocatorio. Non tanto per ventilare l’ipotesi che ciò possa realmente accadere, ma per avvertirci sui rischi della spettacolarizzazione del dolore che alcuni reality stanno effettivamente correndo, veicolando al pubblico televisivo dei format altamente morbosi, in cui è prevista l’umiliazione pubblica di uno o più partecipanti al programma, per una sorta di un’aberrante gogna mediatica che deve farci riflettere.

Sul piano strettamente formale, invece, va detto che Guttentag (premio Oscar 2003 per il documentario “Twin Towers”) ha risolto con grande inventiva il problema-cardine di questo film girato prevalentemente in interni: riuscire a svincolare gli spettatori da quel senso di claustrofobia che un set sviluppato quasi sempre tra quattro mura porta inevitabilmente con sé.

Una sorta di quadratura del cerchio che il regista ha risolto brillantemente, inframezzando l’uso normale dell’mdp a sequenze girate con handycam, a profili documentaristici dei vari concorrenti del reality, con stacchi televisivi girati in diretta o nel backstage del programma, e persino con immagini rubate da una videocamera poggiata su una scrivania.

Un lavoro di fine cesello di riprese che permette al film di portarci al momento clou della pellicola, quando i concorrenti del reality sfideranno la morte in diretta Tv. Il che porterà ad un controfinale a sorpresa, stile “giustizia divina”, che non va svelato per ovvi motivi.

Il tutto ben pilotato da una statuaria Eva Mendes, che giocando a interpretare una sexy e stronzissima manager senza scrupoli, riesce nell’intento di farcela odiare dal primo all’ultimo minuto del film. In una pellicola assolutamente originale, che non mancherà di far discutere sia i detrattori che i fans dei tanti reality Made in Italy.

Giudizio: 3/5

Curiosità in conferenza stampa

A Roma, durante la conferenza stampa di “LIVE!”, svoltasi nell’elegantissimo roof Ailanto del Marriott Grand Hotel Flora di Via Veneto, quando ho chiesto a Eva Mendes di dirmi se nel film fosse da considerarsi peggiore la figura della manager da lei interpretata o il pubblico che ne seguiva il programma, l’attrice cubano-americana mi ha replicato che “è proprio l’interrogativo da porsi vedendo il film”, glissando un quesito che ora rilancio a chi sta leggendo questa recensione.

giovedì 21 luglio 2011

PINO DANIELE – Photo: Osvaldo Contenti



Il musicista e cantante Pino Daniele in una mia foto del 1989. / The musician and singer Pino Daniele in a 1989 picture of mine.

mercoledì 20 luglio 2011

Italian Dream N. 2 – Photo: Osvaldo Contenti



Elaborazione computer grafica dell’angelo “Vulnerasti cor meum - Hai trafitto il mio cuore” di Ponte S. Angelo a Roma. / Generated computer graphics angel "Vulnerasti cor meum - You have pierced my heart" of Ponte S. Angelo in Rome.

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La poetessa Valeria Catania ha omaggiato la foto di questo post con la seguente, splendida poesia:

Cadenzate geometrie accolgono l'inospitale accendendo vociare in controluce/
Timbrica verticale spalanca corolle crescenza senza filtro/
Percezione sfrangia l'ortogonale/---/

martedì 19 luglio 2011

In Blu-Ray + DVD: “PLANET 51” di Jorge Blanco e Javier Abad


Gli alieni siamo noi!
Recensione di Osvaldo Contenti

La sceneggiatura di questa pellicola d’animazione, realizzata da Joel Stillman, il creatore dell’orco Shrek, risulta subito estremamente godibile. Perché da un’idea di base a dir poco brillante, quella dell’invasore “alieno” rappresentato dall’astronauta terrestre Charles “Chuck” Baker che sbarca fra gli atterriti abitanti di Planet 51, la storia si dipana nelle logiche e divertenti conseguenze di un punto di vista piacevolmente rovesciato, in cui è la nostra razza a costituire una minaccia spaziale e non il contrario, come quasi sempre abbiamo riscontrato in vari film di fantascienza vecchi e nuovi.

Da questo intelligente e intrigante ribaltamento di prospettiva, “Planet 51”, ben diretto da Jorge Blanco e dal co-regista Javier Abad, distribuito in Italia da Moviemax, si sviluppa un ottimo plot che fa ragionare sul concetto di diversità, dell’altro da noi, che per una volta diviene un’etichetta appiccicata addosso alla nostra specie, quella dei temibili “HUMANIACS”, cosa che risulterà davvero poco piacevole per l’unico protagonista umano di questa bellissimo film.

Bellissimo, com’è ovvio, anche grazie ad un nutrito bagaglio computer grafico di vera eccellenza, che gli artisti e i programmatori degli Illion Animation Studios hanno messo in atto in virtù di 200 workstation grafiche della Hewlett Packard, per 56.000 Gigabyte di memoria BluArc e 2500 processori Blade e 1U.

Un lavoro immane per “planetizzare”, secondo il neologismo coniato dai creativi degli Illion Studios, un Pianeta 51 costituito essenzialmente da tre forme base: cerchi, sfere e dischi. Basandosi altresì su un’ambientazione stile anni ’50, su alcuni elementi ovali ripresi dall’Art Deco e sull’Architettura Googie, un design di stampo futuristico molto in voga tra gli anni ’50 e ’60.

Questo anche parodiando o richiamandosi in diverse scene a dei classici della fantascienza, come “Ultimatum alla Terra”, “La guerra dei mondi”, “Cocoon”, o a certi B-Movies, per il film nel film “HUMANIACS II”, e infine allo stracult “Alien”, con un divertentissimo e geniale Alien Dog che quando fa il suo bisognino sparge un temibile acido come il mostro ideato dall’artista surrealista Hans Rudolf Giger.

Il tutto per una pellicola non solo di gran pregio artistico, ma che grazie al doppio binario di una lettura adulta (i richiami ai classici di fantascienza e non solo), abbinata a quella umoristico-educativa indirizzata ai più piccoli, riesce a divertire e far ragionare proprio tutti. Con l’inedito effetto, all’uscita dalla sala, di portare ogni diversa categoria di spettatore a commenti dotti o divertiti indirizzati allo stesso film, magari relativi a quel tal riferimento ad Isaac Newton o all’acida pipì dell’Alien Dog. Un piccolo miracolo di sintesi di visuali tra loro diversissime, che testimonia dell’ottimo lavoro svolto dal team degli Illion Studios.

Giudizio: 3/5

Sito Ufficiale del film
http://www.sonypictures.com/movies/planet51/

N.B. Articolo pubblicato sul Portale d’arte Pittura & dintorni alla pagina:
pitturaedintorni.it

domenica 17 luglio 2011

CURTIS HANSON – Photo: Osvaldo Contenti



Il regista Curtis Hanson, a Roma, in un mio fotoritratto del 2005. / The director Curtis Hanson, in Rome, in a 2005 picture of mine.

sabato 16 luglio 2011

Italian Dream N. 1 – Photo: Osvaldo Contenti



Giornata uggiosa, spalancata su un sogno ad occhi aperti. / Gloomy day, wide open on a daydream.

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Di seguito potete leggere l'intrigante omaggio poetico di Valeria Catania, che ringrazio, dedicato alla foto pubblicata in questo post:

E dopo l'ulteriore controverso l'alternativa dilaga accendendo quadrature potenziali/ L'attimo stravagante rimbalza contrappunto ramato/ accende logica verticale trasparenza in nuove differenze/calvaca nuovi ossigenanti risvegli/---/

venerdì 15 luglio 2011

La Cappella Sistina in 3D


Nel sito del Vaticano è posssibile effettuare una visita virtuale della Cappella Sistina visionando gli affreschi in essa contenuti con il semplice utilizzo del mouse, panoramicando a 360° in ogni zona della sala e zoomando ogni particolare con un’ottima risoluzione finale dei dettagli.

LINK:

VISITA VIRTUALE 3D

STORIA DELLA CAPPELLA SISTINA