Galleria virtuale di dipinti, disegni, sculture, fotografie e recensioni dell'artista Osvaldo Contenti
martedì 19 luglio 2011
In Blu-Ray + DVD: “PLANET 51” di Jorge Blanco e Javier Abad
Gli alieni siamo noi!
Recensione di Osvaldo Contenti
La sceneggiatura di questa pellicola d’animazione, realizzata da Joel Stillman, il creatore dell’orco Shrek, risulta subito estremamente godibile. Perché da un’idea di base a dir poco brillante, quella dell’invasore “alieno” rappresentato dall’astronauta terrestre Charles “Chuck” Baker che sbarca fra gli atterriti abitanti di Planet 51, la storia si dipana nelle logiche e divertenti conseguenze di un punto di vista piacevolmente rovesciato, in cui è la nostra razza a costituire una minaccia spaziale e non il contrario, come quasi sempre abbiamo riscontrato in vari film di fantascienza vecchi e nuovi.
Da questo intelligente e intrigante ribaltamento di prospettiva, “Planet 51”, ben diretto da Jorge Blanco e dal co-regista Javier Abad, distribuito in Italia da Moviemax, si sviluppa un ottimo plot che fa ragionare sul concetto di diversità, dell’altro da noi, che per una volta diviene un’etichetta appiccicata addosso alla nostra specie, quella dei temibili “HUMANIACS”, cosa che risulterà davvero poco piacevole per l’unico protagonista umano di questa bellissimo film.
Bellissimo, com’è ovvio, anche grazie ad un nutrito bagaglio computer grafico di vera eccellenza, che gli artisti e i programmatori degli Illion Animation Studios hanno messo in atto in virtù di 200 workstation grafiche della Hewlett Packard, per 56.000 Gigabyte di memoria BluArc e 2500 processori Blade e 1U.
Un lavoro immane per “planetizzare”, secondo il neologismo coniato dai creativi degli Illion Studios, un Pianeta 51 costituito essenzialmente da tre forme base: cerchi, sfere e dischi. Basandosi altresì su un’ambientazione stile anni ’50, su alcuni elementi ovali ripresi dall’Art Deco e sull’Architettura Googie, un design di stampo futuristico molto in voga tra gli anni ’50 e ’60.
Questo anche parodiando o richiamandosi in diverse scene a dei classici della fantascienza, come “Ultimatum alla Terra”, “La guerra dei mondi”, “Cocoon”, o a certi B-Movies, per il film nel film “HUMANIACS II”, e infine allo stracult “Alien”, con un divertentissimo e geniale Alien Dog che quando fa il suo bisognino sparge un temibile acido come il mostro ideato dall’artista surrealista Hans Rudolf Giger.
Il tutto per una pellicola non solo di gran pregio artistico, ma che grazie al doppio binario di una lettura adulta (i richiami ai classici di fantascienza e non solo), abbinata a quella umoristico-educativa indirizzata ai più piccoli, riesce a divertire e far ragionare proprio tutti. Con l’inedito effetto, all’uscita dalla sala, di portare ogni diversa categoria di spettatore a commenti dotti o divertiti indirizzati allo stesso film, magari relativi a quel tal riferimento ad Isaac Newton o all’acida pipì dell’Alien Dog. Un piccolo miracolo di sintesi di visuali tra loro diversissime, che testimonia dell’ottimo lavoro svolto dal team degli Illion Studios.
Giudizio: 3/5
Sito Ufficiale del film
http://www.sonypictures.com/movies/planet51/
N.B. Articolo pubblicato sul Portale d’arte Pittura & dintorni alla pagina:
pitturaedintorni.it
domenica 17 luglio 2011
CURTIS HANSON – Photo: Osvaldo Contenti
Il regista Curtis Hanson, a Roma, in un mio fotoritratto del 2005. / The director Curtis Hanson, in Rome, in a 2005 picture of mine.
sabato 16 luglio 2011
Italian Dream N. 1 – Photo: Osvaldo Contenti
Giornata uggiosa, spalancata su un sogno ad occhi aperti. / Gloomy day, wide open on a daydream.
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Di seguito potete leggere l'intrigante omaggio poetico di Valeria Catania, che ringrazio, dedicato alla foto pubblicata in questo post:
E dopo l'ulteriore controverso l'alternativa dilaga accendendo quadrature potenziali/ L'attimo stravagante rimbalza contrappunto ramato/ accende logica verticale trasparenza in nuove differenze/calvaca nuovi ossigenanti risvegli/---/
venerdì 15 luglio 2011
La Cappella Sistina in 3D
Nel sito del Vaticano è posssibile effettuare una visita virtuale della Cappella Sistina visionando gli affreschi in essa contenuti con il semplice utilizzo del mouse, panoramicando a 360° in ogni zona della sala e zoomando ogni particolare con un’ottima risoluzione finale dei dettagli.
LINK:
VISITA VIRTUALE 3D
STORIA DELLA CAPPELLA SISTINA
giovedì 14 luglio 2011
Film in DVD: "La ragazza con l'orecchino di perla" di Peter Webber
Le magiche luci di Vermeer in uno splendido film
Recensione di Osvaldo Contenti
Si sa davvero poco del pittore olandese Jan Vermeer (Delft, 1632-75). Ma, paradossalmente, proprio il mistero che aleggia attorno a questo grande maestro ha fatto sì che il film che lo vede protagonista, "La ragazza con l'orecchino di perla" (tiolo orig. Girl with a Pearl Earring) diretto da Peter Webber, risulti intenso e madido di certe impalpabili ma vibranti atmosfere che molto difficilmente sarebbero affiorate da una maggiore conoscenza biografica dell'artista. Uno dei rari casi, insomma, in cui l'inconoscibile diviene ricca fonte di ispirazione. Un'ispirazione che in questo caso non poteva che rifarsi all'opera stessa dell'artista. Al suo mondo di luci radenti, di toni caldi e freddi che, assieme, si colgono e si raccolgono entro immagini di vita quotidiana e borghese, le quali probabilmente sono state il fulcro non solo artistico di un pittore poco incline ad allontanarsi dalle mura di casa.
Tali atmosfere sono state perfettamente recepite, prima che dal film, dall'omonimo romanzo di Tracy Chevalier (edito in Italia dalla casa editrice Neri Pozza) che Webber ha certo preso a prestito per il suo film, ma dal quale si è discostato sia per la parte iniziale che per quella finale, raccogliendone "…il senso e lo spirito", come egli stesso ha voluto precisare durante la conferenza stampa che ha presentato la pellicola.
Durante questo incontro, svoltosi a Roma nella prestigiosa sede dell'Associazione Civita, proprio a Webber ho chiesto di spiegarmi come avessero fatto lui e il Direttore della Fotografia, Eduardo Serra, a ricreare, con un perfezionismo tecnico davvero degno di quello di Vermeer, l'illuminazione, le fonti di luce e il "calore" di certi ambienti propri dei dipinti dell'artista olandese.
"La soluzione a questo notevole problema" ha risposto Peter Webber "è venuta dapprima sfogliando una quantità di libri d'arte, dove sia io che il Direttore della Fotografia abbiamo cercato di ricavare i toni di illuminazione naturale che potevano caratterizzare l'interno di certi edifici del XVII secolo. Poi, Eduardo Serra ha avuto l'ottima idea di ricreare quel tipo di illuminazione non solo in un settore, ma in interi interni nei quali gli attori si sarebbero potuti spostare con molta libertà. In tal modo, ovunque collocassi l'mdp potevo cogliere un angolo luce ottimale che tutti hanno riconosciuto essere molto simile alle atmosfere delle pitture di Vermeer". Una grandissima attenzione al piano fotografico che potrebbe portare alla logica consacrazione di un Oscar, di cui però sarebbero ugualmente meritevoli il settore della Scenografia, curata nei minimi dettagli da Ben van Os, il settore Costumi di Dien van Straalen e le meravigliose Musiche di Alexandre Desplat.
Dulcis in fundo, non rimane che parlare delle splendide interpretazioni degli attori principali del film, cioè di uno strepitoso Colin Firth nella parte di Vermeer e della graziosa e convincente Scarlett Johansson nella parte di Griet, la servetta del pittore che poi diviene modella e "complice" del maestro.
Firth è bravissimo nel "…soffondere di mistero la figura dell'artista", come ha affermato egli stesso alla conferenza stampa. Così facendo, l'attore non solo tiene fede alle fonti incerte che marcano la biografia di Vermeer, ma aggiunge al personaggio quel carisma che poi ritroviamo nelle sue opere e nello charme che egli trasmette alla giovane Griet, a cui la Johansson dona con molta maestria un'aurea di sottomissione mista ad intelligenza, di candore e di lieve passione, coronando con la propria effigie uno dei più bei film ispirati al mondo dell'Arte.
Giudizio: 4/5
In rete
Sito Ufficiale del film
Il libro di Tracy Chevalier
N.B. Articolo pubblicato sul Portale d’arte Pittura & dintorni alla pagina:
pitturaedintorni.it
martedì 12 luglio 2011
CHRIS EVANS – Photo: Osvaldo Contenti
L’attore Chris Evans, a Roma, in un mio fotoritratto del 2007. / The actor Chris Evans, in Rome, in a 2007 picture of mine.
venerdì 8 luglio 2011
"GRAFICA SCULTOREA" di Osvaldo Contenti
I momenti in cui si passa dal progetto grafico di una scultura alla realizzazione tridimensionale di quest’ultima sono i più esaltanti per un artista. Perché a tutti, una volta o l’altra, è venuto in mente di porre in sospensione i due processi creativi, cercando addirittura di creare un’impossibile fusione tra le due fasi artistiche, per far coesistere, in una stessa opera, il disegno e la sua espressione a tuttotondo. Ma è davvero irrealizzabile una scultura che contenga in se il disegno che l’ha ispirata? Quando mi sono posto quest’interrogativo l’ho subito giudicato inapplicabile, una delle mie tante fantasie destinate a rimanere pura teoria. Ma poi mi sono tornati in mente i “Prigioni” di Michelangelo Buonarroti e la loro presunta “volontà” indirizzata al volersi “liberare” a tutti i costi dalla pietra che li teneva imprigionati. Un concetto che, in senso lato, potevo sfruttare per dare vita all’idea di una “grafica scultorea” che rispondesse, almeno in parte, all’interrogativo di cui sopra. Il risultato di tutto questo pensare è l’opera che vedete riprodotta in questo post.
Il risultato di tutto questo pensare è l’opera sperimentale che vedete riprodotta in questa nota, che ora sottopongo al vostro giudizio critico.
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"Una sorta di idolo vibrante in cui la grafica sembra sottolineare la chiusura, l’alterità dell’espressione rispetto alla comune vita reale"
Teresa De Salvatore
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L’inteso pregresso vortica dipanando scelte d’irrisolto/ Morfeo scuote scollando perifrasi enzimatica/ Il tutto ed il nulla dissolvono fugacità ombrosa/ Risveglio di nuova vita vera/
Brivido-----------------/---/
Buon tutto Maestro dell'Oltre
Valeria Catania
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Ed ecco di seguito altri interessantissimi commenti critici, a volte favorevoli e a volte no, indirizzati a "GRAFICA SCULTOREA" da parte di alcuni carissimi amici di facebook:
Alessio Patti
Oggi con la grafica virtuale possiamo fare di tutto, anche rispondere al tuo quesito. L'immagine che tu pubblichi è bidimensionale, e sembra essere stata trattata con CorelDraw nel tipico effetto plastic... Interessante quest'opera come tutte le tue espressioni artistiche. Ogni tanto mi piacerebbe sapere cosa ne pensi tu invece delle mie scritture e video artistici. Grazie Osvaldo!
Maria Pia Monicelli
Dopo la spiegazione di Alessio posso solo aggiungere un mio parere sul risultato: è davvero originale, c'è sempre quella visione metafisica (extraterrestre) che ti contraddistingue. Grazie..:)
Marianna Micheluzzi
Risultato superlativo! Davvero. la scultura tra le ARTI è per me la più affascinante. E' VITA .Grazie.♥
Angela Ragusa
Appena l’ho vista, prima ancora di leggere il tuo commento, ho provato un gran voglia di "sentirla " tra le mani come se potesse emanare non so quale magica sensazione...Toccarla e semplicemente al tatto seguirne i contorni, magari ad occhi chiusi, per dare alla mente la possibilità di goderne della sua bellezza senza l'inquinamento di altri sensi...Ma è Rame?
Mariaconcetta Lo Re
Osvaldo mi apri uno scenario nuovo riguardo all'arte. Mi inviti a riflettere. Ci provo, ma non sono brava. L’arte non è intelligenza, l’arte è molto di più. L’arte è il superamento dell’arte stessa.
Se si parla soltanto di mani nude, allora non avrebbe senso nulla dell’arte fino ad oggi, ed anche il concetto stesso di arte sarebbe un paradosso poiché la creazione artistica è un componimento pensato e strutturato.
Questo vale per la pittura, la musica, la scrittura, la scultura fino al cinema ed alla fotografia.
Prendiamo ad esempio un’opera d’arte che si presenta molto molto semplice e proprio in virtù di questa semplicità possiamo scorgere la genialità dell’artista: essa ci appare semplice proprio perché tanto lavoro è stato fatto dietro. Questo è il minimo comune denominatore di tutte le arti: là dove si manifesta la semplicità disarmante del sublime e della bellezza, vi è il massimo dello studio e dell’artifizio. In questa alchimia nasce la genialità. Grazie ***
Roberta Mabilia
Buon pomeriggio Osvaldo, ti dirò in tutta sincerità non riesco a commentare bene questa tua opera, poichè non amo il genere. Non sarei inerente nè coerente, ed io sono abituata a recensire, commentare con cognizione di causa. Ammiro Michelangelo Buonarroti, ho letto tra le sue diverse affermazioni: "Non vedo l'ora che arrivi da Carrara il blocco di marmo che ho ordinato. L'opera che ho in mente si trova già dentro al blocco di marmo, e mi sta gridando, liberami!" Ed è così che sono nate le sue opere più belle e maestose. Nate tutte dal marmo. Nella tua versione caro Osvaldo, l'operato non riesco ad apprezzarlo., forse il colore, forse l'immagine un po' dura...Insomma, non voglio mentirti. Ciononostante ti ringrazio, ci mancherebbe. Ciao e buon fine settimana.
Salvina Alba
Come opera sperimentale non c'è male... anzi la definirei ben riuscita, da ammirare girandole intorno e, se possibile, sfiorandola. grazie!
Mina Pensi
E' tutto un cesello di luci,sfumature di colori,ombre ...per delineare pieghe, rughe di espressione, rotondità, protuberanze! Simula il colore rosso del rame appena fuso e rovente nella cavità di questa maschera di sole infuocato...! Volto misterioso del Fato che dall'alto di una roccia montagnosa guarda un'umanità ignara e curvata nel faticoso andare...Bella immagine scolpita che dimora negli occhi di chi osserva incuriosito e compiaciuto! Secondo me,Osvaldo,questo tuo dipinto ha una duplice identità tecnica ben riuscita! DI FATTO LA PERCEPISCO COME SCULTURA IN RAME. In verità altre tue opere si presentano come sculture in legno dal colore intenso e caldo e si staccano nettamente dallo sfondo....Devo confessarti che questa tua opera mi incuriosisce e mi attrae...Grazie,caro Osvaldo...Complimenti!
Francesco Era
Penso di capire e condividere le tue esaltanti emozioni, anche se nelle mie modeste realizazzioni non ho mai fatto grafica nel senso che ho un'idea, prendo un pezzo di corallo o legno e "scalpello", certo quando vedo che il corallo o il legno riescono a tridimensionare un mio pensiero, provo un'emozione unica. Mi piace tanto la complicità che tu hai con i tuoi lavori, ci metti anima e cuore. Un caro abbraccio Osvaldo, ciao :-)))
Melina Gennuso
D'accordo con Francesco, le tue emozioni riesci a trasmetterle a noi. Grazie, Osvaldo, bellissima opera, avvolta nei silenzi e nei misteri... :-)
Simonetta Della Scala
la filigrana della lama sul dorso del bronzeo traccia possibili vie di confine ultimo e ultimativo, come se ci si domandasse, come l'artista stessso ammette, fin dove ci si può spingere.. e quest'opera enigmatica, notturna, come davvero un bagliore sulla nuit, un nugolo di lucciole che si incarnano per un attimo lasicandoci il senso di "asparizione" ma nahce di una solidità dolcemenete e ferocemente inafferrabile, sferica nel suo darsi, si snoda in una compattezza labirintica polisemica. sds
Marina Sarti
Ciao Osvaldo, mi piace il tuo modo di descrivere un qualcosa di indescrivibile il disegno che diventa oggetto penso sia più difficile da immaginare di un'idea che diventa dipinto... per ambo le cose ci vuole una particolare sensibilità e non di rado il risultato e sorprendente! Per me la risposta alla tua domanda è no, non è irrealizzabile... ma per me spiegare come riuscirci è un'impresa al di là delle parole che posso usare. Il risultato può piacere o non piacere ma la meraviglia, la gioia, il timore (riesco-non-riesco) sono "doni" che facciamo a noi stessi, doni meravigliosi e ogni volta nuovi, diversi, intensi. Ti accludo il messaggio di una mia amica...
> Teresa De Salvatore commento sulla bacheca di Marina Sarti:
Una sorta di idolo vibrante in cui la grafica sembra sottolineare la chiusura, l'alterità dell'espressione rispetto alla comune vita reale. Direi all'autore di andare avanti. Puoi inoltrarlo a Osvaldo.
Anna Maria Angioi
Come al solito, arrivo in ritardo. Nello schermo piatto del pc non riesco a capire se sia un oggetto bi- o tridimensionale, ma a me ha dato l'impressione di una figura che tenta con sforzo di liberarsi da un velo (la tela del quadro?) che la trattiene e la costringe ad una staticità insopportabile.
Anna Maria Ciaurro
Quando l'artista arriva a rappresentare il suo pensiero in tutte le sue sfaccettature allora vengono fuori capolavori come questo... Osvaldo ha fatto di quest'opera un insieme di movimenti e di stati di stallo... questa immagine parla con la voce della forza del pensiero, sembra proprio che il disegno di essa si appresti ad uscire fuori dalla sua dimensione premendo con forza contro quella membrana "d'acciaio" trasparente che lo trattiene come a volerne impedire il movimento anzi; la nascita... per liberarsi dalla "prigionia" del immagine e farsi quasi carne. L'impressione della più assoluta tridimensionalità che trasmette questa Opera è quella che al seguito di questa testa ci sia anche un corpo anche se non lo vediamo! Il colore rosso del sangue, dà l'idea di quanta vita trasmette, e quel color bronzo e quella espressione mi ha fatto venire in mente un guerriero che non si arrende. Grazie Osvaldo, mi dai modo di spaziare nella voragine del vulcano della tua fantasia.
Katia Pessolano
A me vengono in mente i magnifici dipinti di Modigliani, credo che lui sia riuscito a sublimare il concetto di cui parli! P.S.: complimenti per la tua "sospensione":)
mercoledì 6 luglio 2011
Fiorella Corbi omaggia “Lilith” nel suo blog
La scrittrice Fiorella Corbi, che ringrazio, autrice del romanzo “COEVA” (Bastogi Editrice Italiana) assieme a Maria Pia Carlucci, Maurizio Verdiani e Stefano Capecchi, all’interno del suo blog “Fiorella Corbi (Iridediluce)”, ha omaggiato la mia opera “Lilith” in questo suo post:
http://iridedilucecoeva.wordpress.com/2011/07/06/lilith-di-osvaldo-contenti/
In libreria: “RENDIMI ALTARE” di Angela Ragusa
Recensione e conversazione con l’autrice di Osvaldo Contenti
Sulle ali della poesia
L’atto del fare l’amore è un rito pagano con caratteristiche ancestrali e Angela Ragusa ce lo ricorda costantemente in questa sua matura raccolta di poesie, intitolata “RENDIMI ALTARE”, edita da LietoColle.
Poesie che non sembrano solamente tali, perché il loro andamento liturgico è talmente denso da sfociare nella mediazione simbolica del rito e nella sua conseguente rappresentazione plastica, con ampi richiami ellenistici, tanto da rammentare le poesie amorose di Teocrito.
Da questo punto di vista, la poesia “Il peccato della regina” è assolutamente emblematica, in quanto recita così:
Di passione il tuo sguardo / mi attende, giaciglio / nella dimora del prendersi. / Si compie un peccato divino / e sul trono del mio re / siedo trionfante.
Una lirica che ci fornisce subito la giusta chiave per aprire il ricchissimo scrigno poetico di Angela Ragusa.
Perché la scelta dei termini “giaciglio” e “dimora” già sottendono a non banalizzare il luogo, bensì ad elevarne lo status, che partendo dalla raffinata ambientazione simbolica ha tutte le caratteristiche essenziali per ospitare l’atto regale - quello del delizioso ossimoro di un “peccato divino” – in cui Re e Regina si incoronano a vicenda mediante l’efficacissima metafora del “trono”.
Così, tra “danze notturne”, “ciliege turgide” e “radici avvinghiate”, la poetessa imbastisce un assieme di emozioni senza tempo, pronte a sciogliersi e a ricomporsi dove e quando ve ne sia bisogno, senza mai perdere il filo del desiderio, unica condizione a che tutto si compia in una dimensione ideale, sfruttando i sensi come veicolo “musicale” per arrivare all’armonia degli stessi.
Al di là di questo, l’autrice a volte guarda altrove, magari verso direzioni molto meno quiete e idilliache.
E in quei casi il suo sguardo è smarrito, come in “Rosa avvizzita” o in “Declino”, o severissimo, come in “Marcia nuziale”. E allora ci accorgiamo che dietro il fitto sipario della passione spesso si celano delle ombre inconfessabili o delle ataviche ingiustizie, verso le quali l’analisi è cruda e assolutamente implacabile.
Quindi, Luna Piena e Luna Nera si affacciano nello stesso volume di poesie, una volta ricoprendoci di luce azzurrina e l’altra ammantandoci di cupi tormenti.
Quale fase lunare scegliere tra le due? Nessuna, ovviamente. Perché l’una non esisterebbe senza l’altra, per quella legge dei contrari che dà equilibrio al tutto, anche alla straordinaria produzione lirica di questa poetessa alla sua opera prima. Ma di cui sono certo sentiremo parlare a lungo, per la sua capacità di sublimare concetti eterni, con un’eleganza tutta da scoprire, come “un’aurora dei sensi che appare d’incanto”…
>>> l’articolo prosegue sul Portale dello Spettacolo PALCOSCENICO all’indirizzo:
palcoweb.net
NEWS! Il sito delle edizioni LietoColle, che ringrazio per l'attenzione, ha pubblicato per intero la mia recensione dedicata al libro "RENDIMI ALTARE" di Angela Ragusa all'indirizzo:
http://www.lietocolle.info/it/o_contenti_con_ragusa.html
martedì 5 luglio 2011
VALERIA GOLINO – Photo: Osvaldo Contenti
L’attrice Valeria Golino in un mio fotoritratto del 2005. / The actress Valeria Golino in a 2005 picture of mine.
lunedì 4 luglio 2011
domenica 3 luglio 2011
Film in Blu-Ray: “ARTHUR E LA VENDETTA DI MALTAZARD” di Luc Besson
Ambientalismo e creatività
Recensione di Osvaldo Contenti
La tematica ambientalista
“Con questo film voglio dare coraggio e speranza ai bambini ai quali lasciamo un mondo sporco e volgare!”. È in questo modo perentorio che Luc Besson ha presentato a Roma, alla Casa del Cinema, il film d’animazione “ARTHUR E LA VENDETTA DI MALTAZARD”, di cui ha firmato il testo (per un libro edito in Italia da Mondadori) e la regia.
Un tono energico, quello adottato del regista francese, che ci fa subito intendere quanto egli abbia a cuore le tematiche ambientaliste, rese ancor più urgenti dall’attuale, profondo stress climatico a cui è sottoposta la Terra.
Un tema, per la verità, già affrontato cinematograficamente, e molto seriamente, nel 2006, da Al Gore nel bellissimo e puntuale docufilm “Una scomoda verità” (titolo orig. An Inconvenient Truth), ma che nella saga di Arthur (iniziata con Arthur e il popolo dei Minimei, dello stesso Besson) viene affrontato con le armi della creatività da artisti e animatori che si pongono al servizio di un messaggio rivolto alle nuove generazioni, verso le quali sentono di dover infondere non solo la speranza in un futuro migliore, ma un pungolo ideologico da convogliare,
unitamente ai piccoli spettatori, verso i potenti che avrebbero il dovere di assicurare la salvaguardia del pianeta.
Il processo creativo e il messaggio ecologico
Una preoccupazione alla quale il recente summit di Copenhagen ’09 ha corrisposto in modo sterile, impacciato, elusivo e con un stallo di fatto che potrebbe costarci molto caro sul versante delle contromisure da adottare contro il surriscaldamento planetario.
Perciò, Besson, prevedendo questo impasse, ha fatto in modo che il presente sequel (a cui seguirà un terzo episodio, già in cantiere) fosse votato all’ecologia.
E in tal senso si spiegano i favolosi scenari di “Paradise Alley”, la minuziosa riproduzione computer grafica della natura del sottobosco, gli animali in festa e i modellini naturali scolpiti dal team dell’artista Hugues Tissandier, unitamente al messaggio di fondo.
Il tutto per un gruppo di 170 tra animatori e supervisori, di cinque graphic designer, Philippe Rouchier, Robert Cepo, Nicolas Fructus, Georges Bouchelaghem, Stéphane Martinez, e un team di sequenze live-action, capitanato dal direttore della fotografia Thierry Arbogast, che ha fatto riferimento alle opere degli artisti statunitensi Norman Rockwell e Edward Hopper, complice la rigogliosa campagna della Normandia, per “catturare” fonti di luce naturale, anche nelle difficili scene notturne.
In un film che quindi ha le qualità artistiche per proporsi in prima fila anche tra i giganti dell’animazione made in Usa.
Giudizio: 4/5
Curiosità
Nella versione americana del film, il cantante Lou Reed prende il posto di David Bowie nel prestare la voce al cattivissimo Maltazard.
In rete
Sito italiano del film
http://moviemax.it/film/Arthur
N.B. Articolo pubblicato sul Portale d’arte Pittura & dintorni all’indirizzo:
pitturaedintorni.it
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sabato 2 luglio 2011
“Kalos kai Agathos” di Osvaldo Contenti
Kalos kai Agathos, vale a dire il bello è anche buono, e viceversa, in un rapporto di inscindibile armonia. Per Platone era così. Ma questo concetto espresso nel periodo della Grecia Classica può essere valido anche al giorno d’oggi?
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Su Facebook, la poetessa Valeria Catania ha dedicato i seguenti, magnifici versi all’opera pubblicata in questo post:
Kalos kai Agathos
Surnatante sofferenza residua inattesa/
Filtra fonema irradiando antefatto/
Sosta adagiata sdoppia allungando divenire contrapposto/
Trasforma volontà di connessione/
Senza scelta/--/
p.s. conosco la bellezza che è anche bontà = e = la bruciante sofferenza del convivere abbracciando l’altro/a
Valeria Catania
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E a seguire non perdetevi questa serie di strepitosi commenti, sempre inerenti a “Kalos kai Agathos”, amabilmente scritti da alcuni carissimi amici di facebook:
Eliane Micheluzzi
Kalos Kai Agathos " Beau et Bon " l'oeuvre ainsi proposée je la dirai " belle et très originale " comme tu l'es toi dans tes expressions et dans ta façon de voir la vie, c'est toujours très intéressant et cela nous interpelle..compliments Osvaldo, merci de ce cadeau ..amitiès...
Pia 'Smilla' Fantoni Stufissima
mi piace!!!!
Liliana Verdolin
il bello interiore...sicuramente è anche buono....i tuoi colori mi avvolgono stupendi...
Francesco Era
"Ogni scarrafone è bello 'a mamma soia"....questa verità ci fa capire che nel profondo dell'anima non esiste il bello o il brutto, il buono o il cattivo, esiste qualcosa che nasce tra l'osservante e l'osservato...voglio chiamarla armonia, ricondurmi a Platone e trovare che lo "scarrafone" diventa bello e buono. Al di là delle parole trovo la tua opera molto significativa. Un caro abbraccio Osvaldo :-)))
Roberta Mabilia
Buon pomeriggio Osvaldo. Certo, è assiomatico. Come quando sovente si dice:" Che bella torta! Chissà quant'è buona!" Nellla tua opera si evince sia l'uno che l'altro. le linee morbide e precise, sinuose e decise, indicano una madre che abbraccia teneremante il suo bimbo. E quest'immagine così dolce, ci porta a provare le stesse emozioni e sensazioni che hai trasmesso tu, con il tuo dipinto. Scaturire vivamente, quanto è bello e quanto è buono il sentimento d'amore. (E questo concetto espresso nel periodo della Grecia Classica è valido anche al giorno d'oggi...) E' valido fintantoché le persone esprimono le loro sensazioni interiori. Sono dell'idea che sia per sempre, poichè il bello e il buono esisteranno per sempre negli animi di coloro che lo sanno immediatamente individuare ed esternare. Quindi la tua provocazione, ad intitolare l'opera Kalos Kai Agathos, è lecita e dovuta. Ciao, a presto. Grazie passa un buon fine settimana.
Daniele Petrone
Complimenti Osvaldo, come sempre opera significativa. Mi permetto e me ne scuso, di accettare la provocazione. Personalmente mi piace considerare il Mondo, come Platone e cioè come un grande Ordine dove tutto si collega in modo armonioso con l'uomo. Arte, Cultura, Scienza, Legalità, Democrazia, Giustizia ecc., per cui caro Osvaldo la tua provocazione oggi trova più che mai oggettivo riscontro nella nostra società. Bello è buono oggi???? Quanta bellezza...... infatti oggi, i politici sono reclutati per la loro bellezza e non perchè devono essere al servizio del Popolo, ma per continuare a fare la vallette , non per garantire a tutti pari opportunità, ma per consolidare privilegi, non per garantire il diritto al Sapere e alla Salute per tutti, ma per pochi, non per affermare principi di giustizia uguali per tutti, ma per sfuggire alla Giustizia........ tutta Bellezza in un grande girone Dantesco. Ancora complimenti, ciao.
Alberto Barra
grazie Osvaldo, quello che vedo è veramente una ricerca spasmodica non tanto degli equilibri che caratterizzano l'opera d'arte bella ... anche ... ma del nuovo ... arte che sia proposizione dell nuovo ...ne abbiamo tutti bisogno ... bisogno di nuovi punti anche grafici di comunicazione ... e l'opera in questione ci riesce ... anche attraverso il colore ... comunichiamo allora ! ahahah grazie nuovamente!
Melina Gennuso
Sono d'accordo con Francesco, nel bello di solito si ricerca la parte buona, un'armonia che li unisce, come se, altrimenti, venisse a mancare il completamento della persona stessa. Un concetto d'unione e d'amore dell'animo umano. La tua opera è bellissima, Osvaldo, complimenti!
Ambra Sorrentino
nessuno e niente è veramente bello e buono se non conosce e presenta anche il brutto ed il cattivo di sè!
mi piace...per questo ancor di più la polarità positivo-negativo dei due dipinti!
Mary Caputo
molto bello...♥
Mina Pensi
Il bello è anche buono? Domanda ricorrente... L'opera creativa è parte intima dell'autore,è comunicazione in definitiva di un'identità.....che come tale è sempre e comunque in evoluzione e alla ricerca di conoscere e comprendere se stessa....! L'artista è una "persona" che si esprime utilizzando mezzi che narrano, propongono e inevitabilmente coinvolgono in un processo di crescita anche il fruitore....! Dunque la mission dell'arte è connettere ,non ha fine scopertamente didascalico....Semmai, tale elemento potrebbe intervenire senza essere voluto....!Il bello è armonia in senso lato,suscita emozioni,sensazioni,contaminazioni, pensieri.....Non è percepito nella stessa intensità e secondo gli stessi parametri! Dunque le risonanze sono varie e talvolta contrastanti...! L'equazione BELLO=BUONO a mio avviso non esiste....Platone considerava l'arte ancella dell'anima razionale ed era subordinata ad essa,doveva perciò soddisfare esigenze di tipo socio-politico,non essendo indipendente.Tendeva a suscitare la catarsi in quanto era finalizzata! La tua opera, Osvaldo, mi infonde una sensazione di calde vibrazioni che dilagano e supportano un processo di evoluzione vitale...con uno sbocco di serena speranza,di raggiungimento degli obiettivi.... Pur tuttavia, le figure come sagome evidenziano anonimato ....nel vivere e nel subire l'ombra del rischio e della fatica esistenziale.....inseriti in un'atmosfera dettata da impulsi, pulsioni tipici dell'ardimento e della passione! Grazie della nuova proposta,caro Osvaldo! Vivissimi complimenti♥
Marlene Kirchesch
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L'artista Esistenzialista
je suis d'accord avec Mina Pensi
giovedì 30 giugno 2011
TOM CRUISE – Photo: Osvaldo Contenti
L’attore Tom Cruise, a Roma, in un mio fotoritratto del 2009. / The actor Tom Cruise, in Rome, in a 2009 picture of mine.
Film in Blu-Ray: “AMABILI RESTI” di Peter Jackson
Il limbo tradotto in immagini
Recensione di Osvaldo Contenti
La quattordicenne Susie Salmon (Saoirse Ronan) viene brutalmente ammazzata da un inquietante maniaco (Stanley Tucci) nel dicembre del 1973. Ma già un momento dopo l’assassinio, la ragazza, avvinta in una sorta di limbo ultraterreno, ci parla di sé, narrandoci sia gli antefatti inerenti all’omicidio che l’ingresso nell’extramondo di cui ora fa parte.
E questo dà modo al regista Peter Jackson di convogliare in “AMABILI RESTI” tutta la sua proverbiale maestria in fatto di rappresentazioni legate al genere fantasy (vedi la trilogia de “Il Signore degli Anelli”), che, però, in questo caso, vengono opportunamente miscelate alle atmosfere da thriller che si dipanano in tutto il corso del film.
Film che, volutamente, non traduce tutta la crudezza presente nell’omonimo romanzo di Alice Sebold da cui è tratta la pellicola. Perché, Jackson, ha esplicitamente dichiarato che non gli interessava tingere di sangue una vicenda già drammatica di per sé, preferendo privilegiare la fase “onirica” del percorso di Susie.
Il che ci regala scene di grande poesia ed efficacia artistica, in cui il gusto estetico del regista raggiunge vertici davvero insuperabili. A cui la soavissima e talentuosa Saoirse Ronan e l’ottimo Stanley Tucci (in una straordinaria interpretazione da Oscar) aggiungono tutto il peso della loro professionalità, realizzando dei ritratti assolutamente veridici.
Giudizio: 4/5
In rete
Sito italiano del film
http://www.lovelybones.com/intl/it/#home
In libreria
Il bellissimo, toccante e avvincente romanzo “AMABILI RESTI di Alice Sebold, da cui è tratto il film di Peter Jackson, pubblicato dalle edizioni e/o, è acquistabile nelle librerie di tutta Italia e anche on line in:
http://www.edizionieo.it/
N.B. Articolo pubblicato sul Portale dello Spettacolo PALCOSCENICO all'indirizzo:
palcoweb.net
martedì 28 giugno 2011
Film in Blu-Ray: “RANGO” di Gore Verbinski
Verbinski fa il ruggito del Leone!
Recensione di Osvaldo Contenti
I disegnatori di “RANGO”, uno splendido film d’animazione ben diretto da Gore Verbinski, hanno attinto le espressioni da apportare ai personaggi da quelle degli attori, che il regista ha ripreso in High Definition durante tutte le sessioni di doppiaggio.
Questo perché Verbinski volela che ogni personaggio animato fosse il più aderente possibile alle voci e alla mimica facciale dei doppiatori, in specie per Johnny Depp, che nel film in versione originale ha prestato la voce alla star del film: Rango, una lucertola che sbalzata fuori da un terrario domestico si ritrova nel bel mezzo del deserto del Mojave, con scarsissime possibilità di sopravvivenza.
Invece, Rango, aiutato dalla lucertolina Borlotta, non solo sopravvive, ma raggiungendo un’aridissima cittadina del West, non a caso chiamata Polvere, ne diventa rocambolescamente lo Sceriffo, e quindi l’eroe, in grado di risolvere il suo problema endemico: la siccità, che rischia di fare secca ogni forma vivente sul suolo di quella inospitale contrada.
Una cittadina del selvaggio West tradotta digitalmente dagli animatori della ILM, l’Industrial Light & Magic, fondata da George Lucas, che tra gli altri ha firmato gli effetti speciali dell’ormai celeberrima saga di “Guerre Stellari”, ma che in ambito di film d’animazione era alla sua prima esperienza, del resto come Verbinski, arcinoto per la riuscitissima serie de “I Pirati dei Caraibi”, ma un neofita nel genere dei cartoni animati.
Un doppio handicap che il regista ha trasformato in una duplice opportunità, scommettendo che egli stesso e l’ILM avrebbero prodotto qualcosa di estremamente originale, di mai visto prima, proprio perché “novellini” nel campo dell’animazione. Una scommessa che, a mio giudizio, Verbinski ha vinto a pieno merito, per tre motivi principali.
Primo, perché il nostro ha diretto la pellicola come fosse un film vero e proprio, con campi e controcampi, soggettive, primi piani, piani americani, dettagli, campi lunghi e totali, quindi con i “movimenti di macchina” propri della cinematografia convenzionale, il che per un film d’animazione è cosa più unica che rara. Secondo, perché ha fatto sua la lezione del regista italiano Sergio Leone, maestro nel drammatizzare e reinventare un genere western sino a quel momento ad esclusivo appannaggio del cinema americano. Terzo, perché ha lasciato che la ILM si sbizzarrisse in ciò che sa far meglio: la confezione iperrealista di ambienti e personaggi, che pur riflettendo un’impronta caricaturale della realtà, sanno sempre rendere sia nei micro che nei macrocosmi rapresentati una versione verosimile dell’esistente, per il tramite di un’intelligente e sapida ironia di fondo.
Curiosità
Durtante la visione del film, osservate le cose sparse tra gli edifici di Polvere, che all’apparenza normali sono invece costituite da logori pneumatici, bombolette spray e da bastoncini di ghiacciolo!
Giudizio: 4/5
In Rete
Sito italiano:
http://www.rango-ilfilm.it/
N.B. Articolo pubblicato sul Portale d’arte Pittura & dintorni all’indirizzo:
pitturaedintorni.it
lunedì 27 giugno 2011
BRUCE WILLIS – Photo: Osvaldo Contenti
L’attore Bruce Willis in un mio fotoritratto del 2007. / The actor Bruce Willis in a 2007 picture of mine.
sabato 25 giugno 2011
In libreria: “HUMUS” di Francesco Maria Tipaldi
Attrazione fetale!
Recensione di Osvaldo Contenti
Cosa può vedere o pensare un non-nato? E mentre “Preme il sangue nel fango fetale” quali visioni lo inquietano, quali rumori lo incuriosiscono, proprio quando “La terra dà le grida del parto”?
Francesco Maria Tipaldi, nel suo straordinario volumetto di viaggio-poesie intitolato “HUMUS” (Casa editrice L’arcolaio, di Gian Franco Fabbri), ha lo sfacciato ardire di svelarci tutto questo! E molto altro ancora…
Nel farlo, adotta una sorta di allotropia semantica, in cui, per doppia etimologia, egli è il feto e il narratore esterno, la voce fuori campo e dentro il campo… uterino, pur essendo la medesima persona-non-persona.
In ciò, supera agilmente le barriere del “non essere” shakespeariano, calamitato com’è da quella ineffabile “attrazione fetale” di cui già si comprendeva il richiamo ne “La culla” (Edizioni LietoColle, 2006), prima raccolta di liriche del Nostro.
Ma qui l’ossessione per dar voce ai senza-voce si fa ancora più ossianica. Di più, oltre alla virulenza, tipica del bardo scozzese, affiora un moderno Sturm und Drang in cui la potenza dei versi parafrasa la drammaturgia. Dove il comico e il tragico parlano la stessa lingua, e si sfottono e si urlano addosso fino allo sfinimento, come fossero maschere di vita e morte di uno stesso, informe corpo di fango che nulla sa veramente di sé, perché nessuno lo ha ancora visto, toccato, riconosciuto.
Una vita-non-vita, insomma, che assomiglia molto a quella del Golem d’argilla di Gustav Meyrink, la cui anima è appesa al filo delle ore di vita che gli sono concesse, dopo le quali torna ad essere il non-Essere, la materia grezza, l’embrione, appunto.
A tutto questo pensavo mentre leggevo, l’uno dietro l’altro, con avidità, i versi di “HUMUS”. Ma poi, giunto all’ultima, doppia lirica intitolata “Amfumis”, ho capito… Ho capito che Francesco Maria, tramite la poesia, stava tentando di comunicare direttamente con Dio: “Ammettici a godere della luce del tuo volto”, e assieme con la Dea Madre, con il volto di Lei che affiora dal fango del parto.
Ancora un’inaudita sfrontatezza dell’autore! Che non solo fa l’autoreferenziale Virgilio di se stesso nel suo viaggio intrauterino, ma che al suo termine anela addirittura a vedere il volto del Creatore! Una sfrontatezza che però, dobbiamo dirlo, fa stretta e dolce rima con la tenerezza del “punto esatto in cui decisi di nascere”, dove il poeta lascia il compito di essere rappresentato dai versi-vagiti spontanei di un bambino tanto spirituale quanto universale.
In Rete
Sito della casa editrice L’arcolaio
www.editricelarcolaio.it
Nel sito è possibile acquistare on line, oltre a “HUMUS” di Francesco Maria Tipaldi, ogni pubblicazione edita da L’arcolaio.
venerdì 24 giugno 2011
"LA DANZATRICE" di Osvaldo Contenti
Mi è piaciuto molto il gioco del non spiegare nulla sul lavori d’arte che sottopongo al vostro commento critico, perché le vostre osservazioni mi sono apparse più libere senza il “sigillo” interpretativo dell’autore. Così, sperando di farvi cosa gradita, ripeto l’esperimento, stavolta con la voluttuosa e ardente DANZATRICE che state vedendo. A voi la parola. E grazie in anticipo a chi vorrà intervenire. Osvaldo :O)
N.B. La danzatrice l'ho ritratta dal vero. Mentre danzava, vorticosamente, indossava una maschera, tra l'alieno e il felino. Ballando, seguiva le note della sinfonia "L'uccello di fuoco" di Igor Stravinskij.
Garibbo Vincenzo
sensuale movimento....................
Valeria Catania
Segmenti iniettano posturale sonorità/Antitesi coesiste dono riflesso stemperando distacco/Originaria progressione alimenta spettrofotometrando arcobaleno in notte stellata/---/
Yuna Parmentier
♥♥♥
Maria Pia Monicelli
quel serpente....)))
Iggy Rose
Oh Osvaldo xxxxxxxxxxx
Angela Ragusa
Fiore di zucca fascia l'aliena
Danza flessuosa.
E' Eva che ammalia,
odore di femmina non ancora sbocciata.
Prototipo ascende tra alghe di mare,
dal verde smeraldo all'arancione solare.
Matura nel rosso, sfiderà anche l'aspide.
Da quel ballo ancestrale assorbirà l’ardire,
e donna e madre e regina
radicherà sulla terra.
Angela Ragusa
Restiamo in tema evolutivo almeno secondo la mia visone...un prototipo di femmina che si differenzia nell' acqua, laddove ogni forma di vita ha avuto origine, (i filamenti sono alghe per me )che appare verde in profondità ma che si apre al cielo coni colori del sole.Poi quel serpente sulla sua testa mi ricorda Eva ancora fragile ed ingenua ma che divenuta (Ma)donna saprà far fronte alle insidie dell 'umanità regalando la sua offerta materna.
… quei fili potrebbro essere le sequenze aminoacide che "aggrovigliandosi "danno origine a forme viventi ben più precise...le vedo unirsi all'immagine della danzatrice che mi pare così volutamante fatta di linee poco precise...poco "evolute"...
Francesco Era
Mi piace questo gioco "attraverso te conosco me, attraverso me tu conosci te". Cosa vedo? l'inizio della nostra distorta storia (Eden ), vedo l'indicazione alla fonte di un'energia che governa la vita stessa. potresti riscrivere il libro senza alterarne il divino...Grazie per le emozioni che mi dai Osvaldo :-)))
Marlene Kirchesch
♥´¯`•->❥❥❥I suoi movimenti con molto ballerina, si presenta a volte come un serpente ora una farfalla, originale, bella e sensuale, un poema lirico ..... fatto con l'amico di danza bella ... complimenti ... tanti baci dal Brasile.......:)
Liliana Verdolin
I tuoi colori mi danno sempre un senso di benessere e pace...la ballerina....mi inquieta un po’...
Eliane Micheluzzi
La danse des corps mélangés et inquiétants, magnifique oeuvre Osvaldo, tant dans les mouvements que dans les couleurs, l'Oiseau de Feu auquel l'on peut penser en voyant ce tableau est magnifiquement interprêté par Francesca Potenza, belle composition de Stravinski....compliments " pittore "....
Salvina Alba
Si libra leggera nell'aria sullo sfondo arancio di un tramonto...
Roberta Mabilia
Ecco vedi? E' come la bellissima Silfide del tuo disegno, pare che sia accigliata verso di noi che la stiamo osservando, in realtà si sente imprigionata dai legami degli steli sottili che la tengono come se fosse una bambola di pezza, non si arrende e lo dimostra elevandosi sino in cielo...dove vige il suo vero regno e la sua reale dimensione. Se ne va via piano piano ma decisa e fiera, dove potrà danzare libera soavemente la sua danza ardente senza remore.
L'Uccello di fuoco ha sempre insinuato in ognuno di noi, la libertà che dirompente desidera emergere dalla nostra interiorità, con scintille ardenti...E finalmente esprimersi libera da ogni vincolo che lo tiene imprigionato in qualche misterioso modo indissolubile...
Anna Maria Ciaurro
"La Danzatrice" ... La prima cosa che mi affascina è propio Lei; questa figura fantastica dalle sembianze di un folletto " quello della Musica" che hai dipinto sulla base di una ( Chiave di violino o di sol ) solo che il pentagramma ha sette linee e sei spazi e sono posti in verticale anzicchè in orizzontale; proprio a determinare la libertà interpretativa della musica vista in "Chiave fantastica", il tutto avvolto in colori meravigliosi quali sono quelli dell'arcobaleno... che vengono sprigionati quando un certo tipo di musica ci coinvolge trasportandoci in altra dimensione; e mi intriga questo serpente che ne avvolge il capo di questa danzatrice..., come a volte può intrigare " La danza". A volte vago in mondi fantastici per alleviare la stanchezza che può dare la monotonia e ascolto la musica che mi fa danzare aggrappata al filo della libertà... Grazie Osvaldo, con stima e ammirazione Anna maria.
Aldo Guadagnino
Beh, Osvaldo, con voluttuosa e ardente qualche input lo hai fornito, a me non resta altro che ammirare l'opera per la sua armonia tra le linee e il colore. Ciao, buona serata.
Ambra Sorrentino
Ardente passionalità, seducente voluttuosità, movimenti turbolenti e blocchi di angosciante e tetra solitudine mista a rabbia e cocente calore!
Marianna Micheluzzi
La danza è sublimazione....il corpo si esprime rivelando profonde ed enigmatiche pulsioni, guidato dalla musica.Ma questa danzatrice no, lei ha una musica in testa. E' la sua musica e s'abbandona ad essa con languore, coinvolgendo il suo pubblico.Il tratto è fortemente sensuale e i colori sono acerbamente solari.E' una donna molto giovane e molto femmina.
Anna Maria Angioi
Io abbraccio con entusiasmo l'affascinante e coinvolgente descrizione di Angela e non oso pronunciarmi di fronte a questi bellissimi commenti che ho appena letto. Posso solo confermare che la sua posa trasmette sensualità e voluttà, in contrasto col suo sguardo carico di rabbia (anche a me ha dato l'impressione che ne ha riportato Gloria).
Marlene Carboni
l'uccello di fuoco di Igor StravinsKji agita sempre le sue Ali nei cuori e nelle mani degli Artisti senza mai bruciarli ^ ! Finalmente posso condividere questo Capolavoro in Danza * !
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