Recensione di Osvaldo
Contenti
Un
potente affresco in 3D, mai così realistico prima di questo film, ci ridona la
visione degli ultimi, drammatici momenti di Pompei, che il 24 agosto del 79
d.C. venne rasa al suolo da un’apocalittica eruzione del Vesuvio.
Ma
prima che questo catastrofico epilogo si compia in tutta la sua spettacolare
drammaticità, il regista inglese Paul W. S. Anderson (noto per aver firmato,
tra gli altri, “Mortal Kombat”, “AVP: Alien vs Predator” e la nutrita serie
targata “Resident Evil”), ha la capacità di renderci partecipi della vita
collettiva di quella splendida periferia dell’Impero Romano chiamata Pompei.
A partire dai commerci legati
al reclutamento degli schiavi, che allenati e fatti combattere come gladiatori
in un’arena simile al Colosseo, oltre al profitto economico che se ne ricavava,
inconsapevolmente svolgevano anche il compito “politico” di divertire le masse
con il sanguinario spettacolo dei loro combattimenti, a tutto vantaggio di un
forte e crescente consenso per il potere centrale di Roma…
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