mercoledì 25 maggio 2011

“SUFFRAGETTA (bozzetto per vetrata)” di Osvaldo Contenti



Sono passati la bellezza di 33 anni dalla realizzazione del bozzetto per vetrata che vedete allegato a questo post. Ma non mi è affatto difficile ricordare le circostanze, molto particolari, che mi portarono a realizzarlo. Da una parte perché si trattò dei prodromi del mio primo lavoro da dedicare a una vetrata di grandi dimensioni. E poi perché la committente che mi incaricò dell’opera, una signora inglese, mi chiese esplicitamente di studiare un certo movimento storico prima di affrontare l’impegno artistico. Una richiesta davvero insolita, ma mossa da un motivo più che valido. Perché, Lady X, chiamiamola così per discrezione, desiderava che sulla vetrata venisse ritratta una sua antica parente, appartenente al nucleo delle prime suffragette britanniche. Le femministe ante litteram, insomma. Movimento del quale, nel 1978, avevo sentito parlare solo confusamente e per sommi capi. Per cui, accettato l’incarico, su invito della signora, passai diversi pomeriggi nel suo appartamento, leggendo ad alta voce, di fronte alla mia ospite, dichiarazioni e libri di Mary Wollstonecraft, Sibilla Aleramo, Anna Kuliscioff e di altre autrici. Scoprendo un mondo a me sconosciuto, fatto non di eroine di carta alla supergirl, ma di donne vere, sofferenti quanto battagliere. Poi, conclusi gli incontri di lettura, un dato pomeriggio la signora mi accolse nel salotto di casa con un sorriso emozionato che non le avevo mai visto. Perché tra le mani aveva un album di originali foto d’epoca, che ritraevano proprio quella lontana parente suffragetta di cui mi aveva parlato. Le foto erano bellissime e piene di vita. In quanto non si trattava solo di ritratti, ma soprattutto di donne in corteo tra l’allegro e il determinato. Fotografie che mi emozionarono non poco, perché mi rendevo conto di visionare una sorta di preziosissimo libro di Storia per immagini. Poi, gustando il solito, delizioso tè, attorniato da finissimi pasticcini, preparato dalla signora, assieme a lei scelsi la foto più appropriata da cui ricavare il ritratto di quella tale parente. A scelta fatta, però, arrivò un’altra richiesta della signora, cioè che lo stile della vetrata doveva caratterizzare una sintesi tra il Liberty e l’Art Déco. Con buona maniera le spiegai che la fusione risultava impossibile, dato che la fluidità del Liberty mal si accorda al geometrismo a zig zag del Déco. Per cui le proposi una versione moderna dell’Art Nouveau, temperando le sinuosità proprie di quello stile a una moderna stilizzazione di contorni e figure. In un successivo incontro le mostrai proprio il bozzetto che vedete. La signora ne rimase più che soddisfatta e quel disegno, assieme ad altri, fu la base del lavoro per la vetrata. Ma perché vi racconto tutto questo? Semplice. Perché giorni fa quella cara signora mi ha scritto una lettera. Una lettera profumata! Su carta lavorata a mano! E chi le riceve più meraviglie di quel genere!!! Ma a parte la forma (che comunque, per me, ha il suo peso), nella missiva la signora mi rivolge la preghiera di restaurare alcuni centimetri di quella famosa vetrata, a cui è andata via una parte del colore. Naturalmente le ho risposto di sì, a patto che possa risfogliare, assieme a lei, quel suo antico e “rivoluzionario” album di famiglia. “Rivoluzionario, dice…”, mi ha replicato per telefono. E con un umorismo tutto inglese ha aggiunto: “Sì, ma più che altro lo considero ottuagenario, data l’età della proprietaria. Non trova?”. Le nostre risate e un suo invito a un tè delle cinque hanno concluso la telefonata.
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Chapeau alla poetessa Anna Maria Ciaurro, che su Facebook ha commentato così questa mia opera:

“Il racconto letto attentamente mi ha preparato alla visione di questa tua Opera a dir poco sorprendente... Caro Osvaldo. Questo bozzetto, mi riporta ad antichi ma sempre attuali momenti di grande dolore. La donna che è raffigurata in questo tuo capolavoro, ha i colori dell'anima scelti accuratamente per rappresentare una esistenza all'insegna della lotta. Determinata rigida e combattiva ma, che non dimentica i suoi geni dolci e delicati, le ombre che avvolgono e i minuscoli spazi frammentati da un nero che determina il vissuto, apre al mondo la sua voce il suo dolore il suo lamento, l'abito a ruota ne comprende tutto il suo mondo sofferto e pieno di quella speranza che ancora oggi ha gli stessi colori: il rosa dell'amore puro, spirituale, l'arancio della speranza, del desiderio di nuova vita, l'azzurro dell'inquietudine scaturita dai problemi da affrontare, il marrone della terra e quindi della genitrice...dell'amore materno, il viola che rappresenta lo spirito e la consapevolezza e infine il nero che annulla... la negazione per antonomasia! Grazie Osvaldo adoro commentare le tue opere che mi consentono di spaziare in un nuovo mondo "per me...Affascinante"!!! Ti abbraccio”. Anna Maria Ciaurro